Professionisti e pagamenti tramite POS: arriva il NO degli Ingegneri
Anche gli Ingegneri contrari all'obbligo per i professionisti di accettare pagamenti tramite carte di credito (POS). Questo il senso della nota inviata a tut...
Anche gli Ingegneri contrari all'obbligo per i professionisti di
accettare pagamenti tramite carte di credito (POS). Questo il senso
della nota inviata a tutti gli organi di stampa dal Consiglio
Nazionale degli Ingegneri in riferimento all'obbligo previsto
dall'articolo 15, comma 4 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179
convertito dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221.
Ricordiamo che il citato articolo 15, comma 4 prevede a decorrere dall'1 gennaio 2014 che anche i professionisti siano tenuti ad accettare pagamenti effettuati attraverso carte di credito.
Questo nuovo obbligo ha acceso la protesta dei professionisti che in un acceso dibattito all'interno del nostro canale Facebook (clicca qui) hanno palesato un'insofferenza figlia di numerose pseudo riforme che avrebbero dovuto semplificare ma che nella realtà dei fatti hanno solo contribuito a mortificare la libera professione (minimi tariffari, lavori pubblici, formazione continua, Inarcassa, solo per citare alcune delle problematiche che stanno costringendo molti professionisti a cambiare lavoro).
Dopo il no degli Architetti (clicca qui), è arrivato anche quello del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che in modo puntuale hanno stimato una rendita per il sistema bancario pari a 60 milioni di euro senza alcun beneficio per la libera professione e per la loro clientela.
Il comunicato del CNI ha evidenziato come la novità dell'obbligo del POS per i professionisti sia frutto di un decreto sulla digitalizzazione dell'Italia (Cresci-Italia 2.0), fortemente voluto dal Governo Monti e in modo particolare dal Ministro Passera (ex amministratore delegato di Banca Intesa). "Siamo nettamente contrari - ha affermato con decisione Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri - Questa norma impone un ulteriore balzello a carico dei professionisti. Inoltre, non ha nessuna finalità di lotta all'evasione e al sommerso, in quanto la quasi totalità delle prestazioni professionali ha una soglia di valore superiore ai 1000 euro, oltre la quale già ora tutti i pagamenti devono essere tracciabili e quindi fatti con sistemi di pagamento quali assegni o bonifici".
I calcoli del CNI
Il CNI ha rilevato come tra costi di installazione del POS (mediamente intorno ai 100 euro), pagamento del canone mensile (mediamente intorno ai 30 euro) e pagamento di una commissione su ogni transazione che può superare anche il 3%, supponendo una commissione media dell'1% su ogni transazione, per le sole prestazioni erogate dai professionisti tecnici nel settore delle costruzioni, si tratta di 60 milioni di euro l'anno! "60 milioni di euro - fa notare Zambrano - che da reddito per i professionisti si trasformano in rendita per il sistema bancario. Una cosa inaccettabile. Un ulteriore aggravio per i professionisti senza alcun vantaggio né per il fisco né per i clienti".
"Noi non siamo contrari alla tracciabilità e alla lotta all'evasione - prosegue Zambrano - Ma tale lotta non può essere utilizzata come paravento per taglieggiare ulteriormente un sistema professionale che affronta una crisi drammatica senza alcun sostegno pubblico, a differenza di molti altri settori produttivi quali lo stesso settore bancario". Il Presidente del CNI sottolinea come gli onorari dei professionisti siano stati ormai ridotti al lumicino dall'abrogazione delle tariffe e da una crisi di mercato che porta gli stessi professionisti, per ottenere gli incarichi, a praticare ribassi medi di oltre il 40% (con punte superiori all'80%) nel settore dei bandi di progettazione.
Gli ingegneri sostengono che il divieto di effettuare pagamenti superiori a 1.000 euro è già sufficiente a sradicare la quasi totalità dei pagamenti in nero per i professionisti, in particolare per quelli tecnici. Questi chiedono la immediata cancellazione della contestata disposizione e che eventuali misure sostitutive di lotta all'emersione siano introdotta a "costo zero" per i professionisti, già costretti ad affrontare da soli la più grave crisi economica del dopoguerra.
Ricordiamo che il citato articolo 15, comma 4 prevede a decorrere dall'1 gennaio 2014 che anche i professionisti siano tenuti ad accettare pagamenti effettuati attraverso carte di credito.
Questo nuovo obbligo ha acceso la protesta dei professionisti che in un acceso dibattito all'interno del nostro canale Facebook (clicca qui) hanno palesato un'insofferenza figlia di numerose pseudo riforme che avrebbero dovuto semplificare ma che nella realtà dei fatti hanno solo contribuito a mortificare la libera professione (minimi tariffari, lavori pubblici, formazione continua, Inarcassa, solo per citare alcune delle problematiche che stanno costringendo molti professionisti a cambiare lavoro).
Dopo il no degli Architetti (clicca qui), è arrivato anche quello del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che in modo puntuale hanno stimato una rendita per il sistema bancario pari a 60 milioni di euro senza alcun beneficio per la libera professione e per la loro clientela.
Il comunicato del CNI ha evidenziato come la novità dell'obbligo del POS per i professionisti sia frutto di un decreto sulla digitalizzazione dell'Italia (Cresci-Italia 2.0), fortemente voluto dal Governo Monti e in modo particolare dal Ministro Passera (ex amministratore delegato di Banca Intesa). "Siamo nettamente contrari - ha affermato con decisione Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri - Questa norma impone un ulteriore balzello a carico dei professionisti. Inoltre, non ha nessuna finalità di lotta all'evasione e al sommerso, in quanto la quasi totalità delle prestazioni professionali ha una soglia di valore superiore ai 1000 euro, oltre la quale già ora tutti i pagamenti devono essere tracciabili e quindi fatti con sistemi di pagamento quali assegni o bonifici".
I calcoli del CNI
Il CNI ha rilevato come tra costi di installazione del POS (mediamente intorno ai 100 euro), pagamento del canone mensile (mediamente intorno ai 30 euro) e pagamento di una commissione su ogni transazione che può superare anche il 3%, supponendo una commissione media dell'1% su ogni transazione, per le sole prestazioni erogate dai professionisti tecnici nel settore delle costruzioni, si tratta di 60 milioni di euro l'anno! "60 milioni di euro - fa notare Zambrano - che da reddito per i professionisti si trasformano in rendita per il sistema bancario. Una cosa inaccettabile. Un ulteriore aggravio per i professionisti senza alcun vantaggio né per il fisco né per i clienti".
"Noi non siamo contrari alla tracciabilità e alla lotta all'evasione - prosegue Zambrano - Ma tale lotta non può essere utilizzata come paravento per taglieggiare ulteriormente un sistema professionale che affronta una crisi drammatica senza alcun sostegno pubblico, a differenza di molti altri settori produttivi quali lo stesso settore bancario". Il Presidente del CNI sottolinea come gli onorari dei professionisti siano stati ormai ridotti al lumicino dall'abrogazione delle tariffe e da una crisi di mercato che porta gli stessi professionisti, per ottenere gli incarichi, a praticare ribassi medi di oltre il 40% (con punte superiori all'80%) nel settore dei bandi di progettazione.
Gli ingegneri sostengono che il divieto di effettuare pagamenti superiori a 1.000 euro è già sufficiente a sradicare la quasi totalità dei pagamenti in nero per i professionisti, in particolare per quelli tecnici. Questi chiedono la immediata cancellazione della contestata disposizione e che eventuali misure sostitutive di lotta all'emersione siano introdotta a "costo zero" per i professionisti, già costretti ad affrontare da soli la più grave crisi economica del dopoguerra.
A cura di Gabriele
Bivona
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