Opere incompiute: Al via la pubblicazione dell’elenco anagrafe
Prende il via la pubblicazione dell’elenco anagrafe sulle opere incompiute in attuazione dell’art. 44 bis del decreto legge 6 dicembre 2011, n.201, convertit...
Prende il via la pubblicazione dell’elenco anagrafe sulle opere
incompiute in attuazione dell’art. 44 bis del decreto legge
6 dicembre 2011, n.201, convertito con modificazioni dalla
legge 214/2011. Il censimento nazionale è stato realizzato
con puntualità e nel rispetto di tutti i termini imposti dal
legislatore in sede di prima attuazione dell’iniziativa in parola,
dal Ministero delle infrastrutture e trasporti - Direzione Generale
per la regolazione e i contratti pubblici - con la fattiva
collaborazione di tutte le Regioni e le Provincie autonome ed il
supporto operativo di Itaca, organo tecnico della Conferenza delle
Regioni e delle Province.
Dopo anni di discussioni ed iniziative, vede finalmente luce la banca dati nazionale delle opere pubbliche incompiute che, ancorché in fase sperimentale fotografa la situazione di centinaia di investimenti in opere pubbliche attivati dalle amministrazioni che per cause diverse sono rimaste incomplete e quindi non fruibili dalla collettività, rappresentando un gravissimo spreco di risorse pubbliche ed il mancato soddisfacimento dei bisogni della collettività a cui sono state destinate.
L’obiettivo raggiunto con la creazione della banca dati riflette le capacità delle strutture tecnico-gestionali di tutte le Istituzioni coinvolte, con particolare riferimento alla Direzione generale per la regolazione dei contratti pubblici del MIT, diretta dall’avv. Bernadette Veca, e agli Osservatori regionali sugli appalti pubblici e uffici regionali competenti sulle opere incompiute, che hanno saputo concretizzare un risultato così importante in tempi decisamente ristretti, con le sole risorse interne e quindi senza produrre ulteriori costi per le finanze pubbliche, quale esempio di buona amministrazione.
Se saranno necessari nuovi investimenti per il settore dei lavori pubblici in ordine alla grave crisi economica che attanaglia il Paese, forse è il caso di dare priorità proprio alle opere incompiute, soprattutto poiché, già da questo primo risultato monitorato, ci potrebbero essere tutte le condizioni per trasformare quegli investimenti pubblici dichiaratamente infruttuosi, in occasioni concrete per far ripartire il sistema produttivo nazionale.
L’elenco ha la finalità di coordinare, a livello informativo e statistico, i dati sulle opere pubbliche incompiute in possesso delle amministrazioni statali, regionali e locali, così da attivare uno strumento conoscitivo volto ad individuare, in modo razionale ed efficiente, le soluzioni ottimali per l’utilizzo di tali opere attraverso il completamento ovvero il riutilizzo ridimensionato delle stesse, anche con diversa destinazione rispetto a quella originariamente prevista.
La banca dati rappresenta anche uno strumento conoscitivo per una corretta programmazione degli interventi sia a livello nazionale che territoriale.
L'elenco è ripartito in due sezioni, relative, rispettivamente, alle opere di interesse nazionale e alle opere di interesse regionale e degli enti locali.
In allegato l’elenco Statale e sovra-regionale unitamente agli elenchi delle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria.
Ad oggi non sono ancora, invece, disponibili gli elenchi delle Regioni Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Sicilia e sardegna e delle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Fonte: www.itaca.org
Dopo anni di discussioni ed iniziative, vede finalmente luce la banca dati nazionale delle opere pubbliche incompiute che, ancorché in fase sperimentale fotografa la situazione di centinaia di investimenti in opere pubbliche attivati dalle amministrazioni che per cause diverse sono rimaste incomplete e quindi non fruibili dalla collettività, rappresentando un gravissimo spreco di risorse pubbliche ed il mancato soddisfacimento dei bisogni della collettività a cui sono state destinate.
L’obiettivo raggiunto con la creazione della banca dati riflette le capacità delle strutture tecnico-gestionali di tutte le Istituzioni coinvolte, con particolare riferimento alla Direzione generale per la regolazione dei contratti pubblici del MIT, diretta dall’avv. Bernadette Veca, e agli Osservatori regionali sugli appalti pubblici e uffici regionali competenti sulle opere incompiute, che hanno saputo concretizzare un risultato così importante in tempi decisamente ristretti, con le sole risorse interne e quindi senza produrre ulteriori costi per le finanze pubbliche, quale esempio di buona amministrazione.
Se saranno necessari nuovi investimenti per il settore dei lavori pubblici in ordine alla grave crisi economica che attanaglia il Paese, forse è il caso di dare priorità proprio alle opere incompiute, soprattutto poiché, già da questo primo risultato monitorato, ci potrebbero essere tutte le condizioni per trasformare quegli investimenti pubblici dichiaratamente infruttuosi, in occasioni concrete per far ripartire il sistema produttivo nazionale.
L’elenco ha la finalità di coordinare, a livello informativo e statistico, i dati sulle opere pubbliche incompiute in possesso delle amministrazioni statali, regionali e locali, così da attivare uno strumento conoscitivo volto ad individuare, in modo razionale ed efficiente, le soluzioni ottimali per l’utilizzo di tali opere attraverso il completamento ovvero il riutilizzo ridimensionato delle stesse, anche con diversa destinazione rispetto a quella originariamente prevista.
La banca dati rappresenta anche uno strumento conoscitivo per una corretta programmazione degli interventi sia a livello nazionale che territoriale.
L'elenco è ripartito in due sezioni, relative, rispettivamente, alle opere di interesse nazionale e alle opere di interesse regionale e degli enti locali.
In allegato l’elenco Statale e sovra-regionale unitamente agli elenchi delle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria.
Ad oggi non sono ancora, invece, disponibili gli elenchi delle Regioni Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Sicilia e sardegna e delle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Fonte: www.itaca.org
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