Architetti: "Nuovo testo base Codice recepisce nostre proposte"
E' positivo il giudizio del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sul testo nuovo base della Riforma degli Appalti ...
E' positivo il giudizio del Consiglio Nazionale degli Architetti,
Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori sul testo nuovo base
della Riforma degli Appalti che va nella giusta direzione di
ispirarsi ai principi fondamentali della trasparenza e della libera
concorrenza.
"Diamo atto al senatore Stefano Esposito, relatore del ddl Delega presso la commissione Lavori Pubblici del Senato e al viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini - sottolinea il presidente Leopoldo Freyrie - di aver recepito le proposte degli architetti italiani che da tempo si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei principi di qualità, trasparenza e concorrenza perduti a causa di norme spesso sbagliate".
"E' innanzitutto fondamentale - spiega Freyrie - al fine di portare trasparenza in un settore così critico, la creazione di un Albo nazionale, gestito dall'Autorità Nazionale Anticorruzione, dei componenti delle commissioni giudicatrici di appalti pubblici. Misura questa che rappresenta emblematicamente una più generale assegnazione di maggiori poteri di vigilanza all'Anac nel settore degli appalti pubblici".
"E' altrettanto fondamentale la promozione della qualità dell'architettura attraverso i concorsi di progettazione e le limitazione poste al ricorso all'appalto integrato. Come abbiamo sempre detto, la vera sfida del nuovo Codice degli appalti deve essere proprio quella di usare la leva della buona architettura contro mafie e corruttele".
Positive per Freyrie sono anche l'introduzione di forme di controllo - e di fatto di limitazioni - per quanto riguarda gli affidamenti in house; la previsione di forme di dibattito pubblico delle comunità dei territori interessati da grandi progetti di infrastrutture per favorire, così come avviene negli altri Paesi europei, la partecipazione della cittadinanza nella scelta della soluzione progettuale relativa a un'infrastruttura o a un'opera urbana; l'introduzione di criteri premiali nella valutazione delle offerte presentate da imprese che operano nel proprio territorio in ottemperanza ai principi di economicità dell'appalto, accesso delle Pmi, territorialità e filiera corta per valorizzare le esigenze sociali e ambientali.
"Quello che dovrà essere recuperato - ed auspichiamo che la Camera si esprima in tal senso - è il principio della unità del progetto nella fasi preliminari, definitive ed esecutive: ciò al fine di definire chiaramente la responsabilità di chi progetta, ma anche di garantire il diritto d'autore".
"Diamo atto al senatore Stefano Esposito, relatore del ddl Delega presso la commissione Lavori Pubblici del Senato e al viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Riccardo Nencini - sottolinea il presidente Leopoldo Freyrie - di aver recepito le proposte degli architetti italiani che da tempo si battono per riportare i lavori pubblici al rispetto di quei principi di qualità, trasparenza e concorrenza perduti a causa di norme spesso sbagliate".
"E' innanzitutto fondamentale - spiega Freyrie - al fine di portare trasparenza in un settore così critico, la creazione di un Albo nazionale, gestito dall'Autorità Nazionale Anticorruzione, dei componenti delle commissioni giudicatrici di appalti pubblici. Misura questa che rappresenta emblematicamente una più generale assegnazione di maggiori poteri di vigilanza all'Anac nel settore degli appalti pubblici".
"E' altrettanto fondamentale la promozione della qualità dell'architettura attraverso i concorsi di progettazione e le limitazione poste al ricorso all'appalto integrato. Come abbiamo sempre detto, la vera sfida del nuovo Codice degli appalti deve essere proprio quella di usare la leva della buona architettura contro mafie e corruttele".
Positive per Freyrie sono anche l'introduzione di forme di controllo - e di fatto di limitazioni - per quanto riguarda gli affidamenti in house; la previsione di forme di dibattito pubblico delle comunità dei territori interessati da grandi progetti di infrastrutture per favorire, così come avviene negli altri Paesi europei, la partecipazione della cittadinanza nella scelta della soluzione progettuale relativa a un'infrastruttura o a un'opera urbana; l'introduzione di criteri premiali nella valutazione delle offerte presentate da imprese che operano nel proprio territorio in ottemperanza ai principi di economicità dell'appalto, accesso delle Pmi, territorialità e filiera corta per valorizzare le esigenze sociali e ambientali.
"Quello che dovrà essere recuperato - ed auspichiamo che la Camera si esprima in tal senso - è il principio della unità del progetto nella fasi preliminari, definitive ed esecutive: ciò al fine di definire chiaramente la responsabilità di chi progetta, ma anche di garantire il diritto d'autore".
A cura di Ufficio Stampa CNAPPC
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