15/03/2016
Archeologia, Collezione Torlonia restituita al pubblico
È stato firmato oggi l'accordo tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e i rappresentanti della Fondazione Torlonia che sancisce la reciproca collaborazione per la piena valorizzazione della collezione Torlonia, il complesso di marmi antichi di proprietà privata tra i più imponenti e storicamente significativi al mondo.
L'accordo è stato sottoscritto, alla presenza del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, dall'Amministratore della Fondazione Torlonia, Alessandro Poma Murialdo, dal Direttore Generale per l'Archeologia, Gino Famiglietti, dal Direttore Generale per le Belle Arti e il Paesaggio, Francesco Scoppola, dal Soprintendente Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l'Area Archeologica di Roma, Francesco Prosperetti
Il primo passo del percorso di valorizzazione sarà la realizzazione di una mostra con una prima selezione di 60-90 sculture più rappresentative, in grado di evidenziare sia nel contesto nazionale che in quello internazionale l'importanza della collezione e il rilievo del progetto. La Fondazione Torlonia sosterrà le spese per il restauro dei reperti, mentre il Ministero, tramite la Soprintendenza Speciale Archeologica di Roma, provvederà alla realizzazione della mostra, che verrà curata dal Prof. Salvatore Settis e da un Comitato d'Onore di cui farà parte il Prof. Carlo Gasparri, autorevole archeologo e accademico dei Lincei.
Il progetto espositivo, che darà conto della storia del collezionismo ripercorrendo le diverse fasi della costituzione dell'insieme dei marmi Torlonia, prevede nella seconda metà del 2017 un primo momento negli spazi di Palazzo Caffarelli a Roma, negli ambienti dell'ex Museo nuovo, al quale seguiranno almeno altre due tappe all'estero. Al loro rientro in Italia questa selezione di opere, insieme alle altre nel frattempo restaurate, troverà collocazione in una sede adeguata al prestigio della collezione che verrà individuata d'intesa tra le parti.
“Una giornata storica. Grazie all'accordo siglato oggi - ha dichiarato il Ministro Franceschini - prende il via un importante progetto di valorizzazione finalizzato a rendere interamente fruibile quella che è stata definita "la più importante collezione privata d'arte antica del mondo". La collezione Torlonia è un patrimonio straordinario, un insieme di opere eccezionale che testimonia la storia stessa del collezionismo di antichità. Questo risultato epocale è il frutto di un intenso e fattivo dialogo tra la famiglia Torlonia, a cui va il mio personale ringraziamento, e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, un autentico esempio di collaborazione tra pubblico e privato nel segno della cultura. Presto cittadini e visitatori potranno tornare a godere di questa splendida collezione e ammirarne gli autentici capolavori”.
“L'accordo di oggi è frutto di una felice coincidenza fra le intenzioni della famiglia Torlonia e quelle degli attuali esponenti del Ministero e rappresenta un primo passo in direzione di una più efficiente gestione e valorizzazione di queste opere - ha affermato Alessandro Poma Murialdo a margine della firma - Le opere dell'intera collezione, tuttavia, sono state finora conservate con cura sotto l'ègida della famiglia prima, e della Fondazione Torlonia poi, e sono sottoposte ad una costante e scrupolosa opera di restauro di cui la famiglia si fa carico esclusivamente con propri mezzi economici ed avvalendosi di un selezionato gruppo di restauratori e tecnici di fiducia”.
SCHEDA MOSTRA
La prospettiva di un recupero alla pubblica fruizione delle preziose collezioni del Museo Torlonia di scultura è talmente significativa da meritare una segnalazione forte mediante un'apposita mostra d'arte, che possa evidenziare l'importanza delle collezioni stesse, ma anche il rilievo dell'accordo fra il MiBACT e la famiglia Torlonia.
Le caratteristiche delle sculture Torlonia hanno numerosi aspetti, dalla storia del collezionismo alla storia del restauro, del gusto e degli studi archeologici, che meriterebbero di essere esplorati e presentati in una o più mostre. La mostra che qui si ipotizza è prevista entro il 2017 negli spazi dell'ex 'Museo nuovo di scultura antica' sotto la terrazza Caffarelli in Campidoglio. In quegli ambienti saranno esposti 60/90 pezzi altamente rappresentativi dell'intera collezione del Museo Torlonia, che consiste di 620 pezzi.
Tra i percorsi espositivi possibili, risulta particolarmente interessante l'ipotesi di incentrare la mostra sulla storia del collezionismo di antichità, un aspetto sotto il quale la vicenda delle sculture del Museo Torlonia appare di eccezionale rilevanza. Tali sculture infatti vennero in proprietà Torlonia a seguito di una lunga serie di acquisizioni, oltre che di scavi nelle terre di proprietà della famiglia. La mostra potrebbe riflettere questi progressivi accrescimenti, raccogliendo ed evidenziando una esemplificazione dei marmi Torlonia a seconda delle provenienze (scavi e/o collezioni). La scelta potrebbe essere organizzata come un efficace spaccato storico che riflette la storia del collezionismo di antichità in Roma, e delle pratiche connesse, dall'antiquaria all'archeologia, allo studio e al disegno da parte degli artisti dal Rinascimento in poi. A titolo di esempio, si potrebbero esporre:
- alcune sculture acquisite (entro il 1819) dallo studio di Bartolomeo Cavaceppi, tra cui figurano importanti pezzi che vengono da collezioni più antiche (per esempio Savelli, Cesi, Pio da Carpi), formatesi in Roma dal XV al XVIII secolo;
- una scelta di sculture acquisite (entro il 1825) dalla seicentesca collezione Giustiniani;
- una scelta di sculture provenienti dagli scavi effettuati nel sec. XIX in aree di proprietà Torlonia, da Porto alla Villa dei Quintili.
Ai sensi dell'accordo sottoscritto dal Ministero con la famiglia Torlonia, la mostra sarà curata dal prof. Salvatore Settis, affiancato dal prof. Carlo Gasparri. È previsto che, dopo Roma, la mostra possa spostarsi in alcuni prestigiosi complessi museali d'America e d'Europa.
PALAZZO CAFFARELLI
Gli ambienti che si sviluppano a destra dello scalone di ingresso al Palazzo Caffarelli, come il restante edificio nobiliare, furono ceduti alla metà del XIX secolo dagli eredi di Baldassarre Caffarelli alla Reale Corte di Prussia, che già da anni aveva lì stabilito la sede della propria Ambasciata presso la Santa Sede. Dopo l'atto di vendita del 1853, proprio in questi ambienti fu realizzata la prima chiesa evangelica protestante con annessa sagrestia, che vi ebbe sede fino al termine della prima guerra mondiale, quando tutto il palazzo fu espropriato dallo Stato e ceduto in seguito al Comune di Roma.
Rientrato nel programma di demolizioni di tutti gli edifici presenti sul colle e intorno a esso, per realizzare un grande parco pubblico finalizzato alla valorizzazione dei resti del Tempio di Giove Capitolino esistenti all'interno del giardino, il palazzo fu in parte demolito. Solo dopo gli scavi di Roberto Paribeni del 1919-1920, che non diedero i risultati sperati, si recuperò l'edificio e soprattutto gli ambienti del piano terra, dove nel 1925 vi fu inaugurato il "Museo nuovo di scultura antica", contiguo al Museo del Palazzo dei Conservatori.
Tale istituzione continuò a esistere, cambiando nome in ‘Museo Nuovo' dopo la fine della seconda guerra mondiale, fino al 1965, quando per problemi legati a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria venne chiuso al pubblico. Solo nel 1999-2000, nell'ambito delle attività connesse alla grande ristrutturazione dei Musei Capitolini, iniziarono i lavori di recupero dell'edificio, che portarono alla scoperta di ampi tratti delle fondazioni arcaiche del Tempio di Giove, molti dei quali sconosciuti fino a quel momento.
Ulteriori scavi sono stati eseguiti nella campagna archeologica del 2002, ma quando nel 2005 è stata inaugurata la nuova ala dei Musei Capitolini denominata Esedra del Marco Aurelio, questa parte dell'edificio insieme al giardino è rimasta chiusa.
A cura di Ufficio Stampa MiBACT
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