“Semplificare per sbloccare i cantieri e favorire così gli
investimenti. Abbiamo in tal senso fornito il nostro contributo per
migliorare il Codice degli appalti pubblici, ora speriamo che le
nostre proposte di modifica siano recepite”, dichiara Fulvio
Bonavitacola (Vicepresidente della Regione
Campania) Coordinatore della Commissione Infrastrutture della
Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, in merito
all’Audizione della Conferenza delle Regioni che si è svolta al
Senato, presso la Commissione Lavori pubblici, per l’Indagine
conoscitiva sull’applicazione del Codice dei contratti
pubblici.
“La Conferenza delle Regioni ha
già
predisposto un Ordine del giorno sul tema Codice
dei contratti pubblici - spiega Bonavitacola -
il 18 di ottobre dell’anno scorso (
leggi articolo). E’ il nostro contributo alla
riforma. Sono fornite proposte concrete di modifica ed osservazioni
al Codice per semplificare le procedure ed eliminare le criticità
rilevate che ostacolano il corretto operato delle stazioni
appaltanti, nonostante vari interventi normativi ed il costante e
positivo impegno dell’ANAC.
Bisogna semplificare l’attività e
ridurre gli oneri informativi, anche per le procedure di
affidamento della progettazione a professionalità esterne,
riducendo così tempi di selezione e preparazione delle offerte,
proponendo anche l’estensione della progettazione semplificata alle
manutenzioni straordinarie.
Vanno anche semplificate le
attività delle stazioni appaltanti in ordine agli adempimenti
informativi e di trasparenza. Sarebbe opportuno modificare anche
per le piccole amministrazioni la semplificazione dei requisiti per
l’incarico di Rup (Responsabile Unico di procedimento).
L’appalto integrato potrebbe
contribuire a ridurrebbe i tempi di realizzazione delle opere
pubbliche, ma è necessario temperare l’utilizzo dello strumento per
salvaguardare la qualità del lavoro ed evitare fenomeni distorsivi
e aumento della spesa pubblica. Si dovrebbe vietare all’operatore
economico la presentazione di riserve sul progetto esecutivo
redatto dallo stesso e il divieto alle riserve dovrà essere
contenuto nel bando e nel contratto quale condizione risolutiva
espressa.
Inoltre c’è un uso distorto del
subappalto – afferma Bonavitacola - soprattutto nel settore dei
lavori pubblici, aggirando l’istituto mediante l’utilizzo di altre
pratiche elusive quali quelle del distacco della manodopera. Ci
vuole una maggiore trasparenza e controllo della fase esecutiva
dell’appalto, che sia utile a riformulare e rideterminare la
nozione di subappalto e distinguerla nettamente da quella del
subcontratto che deve essere limitata.
Abbiamo proposto - conclude Bonavitacola - una inversione del
procedimento di gara, per gli appalti aggiudicati con criteri del
solo prezzo, consentendo la verifica della documentazione
amministrativa solo dopo l’apertura delle offerte economiche,
restringendo l’elenco dei soggetti da sottoporre a verifica, nel
rispetto delle direttive comunitarie”.
© Riproduzione riservata