22/01/2020
Milleproroghe: Nuovi emendamenti deflagranti per autonomia e indipendenza della corte dei conti
L’Associazione magistrati della Corte dei conti manifesta la
propria ferma e convinta contrarietà in ordine ai contenuti delle
proposte emendative presentate nel corso dei lavori parlamentari
per la conversione in legge del c.d. decreto Milleproroghe, tese,
per l’ennesima volta, non solo a modificare in maniera estemporanea
e superficiale le norme che ne regolano le funzioni ma, altresì, a
snaturarne la stessa organizzazione.
Viene, infatti, proposto il reclutamento nei ruoli della
magistratura contabile di ben venticinque unità indicate dalla
Conferenza permanente delle Regioni e delle Provincie autonome, in
assenza non solo di qualsiasi procedura concorsuale ma,
addirittura, senza che siano richiesti particolari titoli di studio
ovvero requisiti professionali. Si tratta di una forma di
reclutamento non solo inedita – nelle modalità proposte- ma che
appare assolutamente inopportuna e sospetta di incostituzionalità e
che assumerebbe, qualora applicata ad una magistratura fortemente
specializzata e con un ridotto organico, com’è per l’appunto la
Corte dei conti, una valenza deflagrante, con conseguente lesione
del diritto dei cittadini a vedere affidata la tutela delle risorse
pubbliche ad un giudice pienamente terzo ed indipendente.
L’Associazione dei magistrati, ancora una volta, manifesta con
forza il proprio sconcerto e la propria ferma opposizione nei
confronti dell’ennesimo tentativo di indebolire la propria
autonomia ed indipendenza e si dichiara pronta a difendere tali
valori di fronte a tutti coloro che, in qualunque sede, interna o
esterna all’Istituto, vorranno aggredirli.
Gli ulteriori contenuti della proposta, in larga parte estranei
all’oggetto del provvedimento in via di conversione, manifestano
poi una superficiale conoscenza delle funzioni e delle competenze
della Corte: viene introdotta una forma di controllo preventivo
facoltativo, lasciando all’amministrazione controllata la scelta di
sottoporsi o meno al vaglio di legittimità della Corte dei conti e
viene prevista una centralizzazione della funzione consultiva,
instaurando illegittimi rapporti gerarchici tra magistrati e
ledendo il principio di continuità territoriale tra gli enti locali
e le sezioni regionali della Corte, caratteristica che ha fino ad
oggi consentito alle amministrazioni locali di porre in essere
scelte sempre più improntate a criteri di efficienza, efficacia ed
economicità, a garanzia esclusiva della legge e dei diritti dei
cittadini.