Tassa soggiorno, Franceschini: nessun mistero, la norma l’ho voluta io
“Nessun mistero. La norma sulla depenalizzazione del mancato
versamento della tassa di soggiorno l’ho voluta io, dopo una
audizione in Parlamento, e ho chiesto io ai miei uffici di
scriverla. O meglio l’hanno chiesta molti gruppi parlamentari di
opposizione e maggioranza, le Regioni, le associazioni di categoria
e io l’ho fatta preparare e l’ho presentata perché
giusta”.
Così il ministro per i beni e le attività culturali e per il
turismo, Dario Franceschini torna sulla
norma del dl rilancio che ha modificato la disciplina della tassa
di soggiorno.
“Nessuna norma ‘salva suoceri’ o fantomatiche manine di Palazzo
Chigi - aggiunge Franceschini - la norma nasce negli
uffici del Mibact perché è una norma giusta e il presidente del
Consiglio non ne era a conoscenza prima che la portassi in
Consiglio dei ministri, così come io non sapevo della vicenda del
Plaza. Il mistero semmai è come si possa continuare ad alimentare
retroscena quando abbiamo spiegato più e più volte come sono andate
le cose, l’ultima quattro giorni fa con una nota stampa diramata
dal Mibact.
La modifica della disciplina sulla tassa di soggiorno introdotta
dall’articolo 180 del decreto rilancio - ricorda Franceschini
- è stata frutto di un approfondito dibattito
parlamentare che ha visto coinvolte maggioranza e opposizione. La
norma risponde a specifiche richieste delle associazioni di
categoria e delle Regioni, presentate a più riprese al Governo e al
Parlamento - non solo in questa legislatura - di estendere al
settore alberghiero la disposizione già in vigore per le locazioni
turistiche dal 2017, che non considera agente contabile il gestore
della struttura ricettiva. Nel corso dell’esame parlamentare dei
decreti Cura Italia e Liquidità diversi gruppi parlamentari di
maggioranza e opposizione (tra questi Pd, M5S, Fdi, Fi, Gruppo
misto) hanno presentato emendamenti per modificare in tal senso la
disciplina segnalandolo anche nel corso delle audizioni e con
interpellanze e interventi in aula. La proposta normativa era
inoltre presente nel documento con le osservazioni di Federalberghi
al decreto-legge n. 18 del 2020 così come, negli stessi termini,
nel documento con le osservazioni della Commissione Turismo e
Industria Alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province
Autonome al decreto legge 17 marzo 2020 n. 18. La misura è stata
inserita, come sottolineato e chiesto da tutti gli operatori
e dalle diverse forze politiche, guardando al presente e al futuro,
non al passato: su questo, siamo certi che la magistratura troverà
la giusta soluzione.
A valle di questo dibattito, il ministero ha raccolto queste
richieste e ha proposto la disposizione poi approvata, individuando
così un ruolo più appropriato per i gestori. Tutto questo,
peraltro, era stato già comunicato con apposita nota stampa del
MIBACT quattro giorni fa. Fine del mistero”.