05/03/2024
Falsi crediti d’imposta finanziati con fondi PNRR
Non solo bonus edilizi e meccanismo delle opzioni alternative. Tra le indagini condotte dalla Guardia di Finanza ci sono anche altri bonus erogati con i fondi del PNRR sui quali è stato registrato un complesso meccanismo di frode.
Formazione 4.0
Questa volta è il turno dell’incentivo “Formazione 4.0” erogato con i Fondi PNRR che ha portato, nei giorni scorsi, all’applicazione della misura interdittiva di esercitare attività imprenditoriali e professionali nei confronti del titolare di un’impresa edile e proceduto al sequestro di disponibilità finanziarie riconducili alla società, per un ammontare pari a € 610.000,00.
L’indagine ha preso le mosse da una mirata analisi di rischio svolta sulle imprese beneficiarie dell’incentivo “Formazione 4.0” erogato con i Fondi PNRR e ha consentito di ipotizzare la commissione di un complesso meccanismo di frode basato sulla creazione ad hoc di crediti d’imposta inesistenti e la successiva compensazione illecita di tali bonus in sede di versamento delle imposte dovute, con un ingente danno alle casse erariali.
Secondo la Guardia di Finanza, l’impresa destinataria del provvedimento ha azzerato quasi del tutto il proprio debito tributario e contributivo, ricorrendo per gli anni 2019, 2020, 2021 e 2022 all’istituto della compensazione, previsto dall’art. 17 del D.Lgs. n. 241/1997, di crediti d’imposta ritenuti inesistenti, sia relativi ai bonus per le attività di ricerca e sviluppo, che per la formazione del personale dipendente prevista dal “Piano Nazionale Industria 4.0”.
Le indagini della Guardia di Finanza
Dalle indagini sarebbe emerso che i diversi dipendenti della società non hanno mai effettuato alcuna attività formativa, non risultando realmente effettuati i corsi posti alla base della richiesta di compensazione di crediti d’imposta. Le indagini hanno altresì rivelato la mancata esecuzione delle attività di ricerca e sviluppo, presupposto per beneficiare dei crediti d’imposta di cui alla legge n. 190 del 2014.
L’ammontare dei crediti d’imposta del tutto inesistenti, compensati in sede versamento tramite il modello F24, è risultato essere pari a € 550.687,00, condotta per la quale è stato ipotizzato il reato di cui all’art. 10-quater, comma 2, D.Lgs. n. 74/2000 “Indebita compensazione”.
Le indagini svolte, consistite in acquisizioni testimoniali, mirate perquisizioni personali, locali e telematiche e riscontri dinamici sul territorio, hanno consentito di raccogliere elementi utili ad ipotizzare la fittizietà della documentazione contabile e fiscale appositamente predisposta dall’impresa, con lo scopo di creare un set informativo utile ad ostacolare eventuali attività di accertamento da parte del Fisco.
Per tale obiettivo illecito, la società si è avvalsa anche di numerose figure professionali quali revisori legali, ingegneri e società di consulenza, che, all’occorrenza hanno elaborato e predisposto attestati e certificazioni risultati inattendibili, riuscendo ad implementare un impianto documentale attestante l’esecuzione delle attività agevolate che hanno originato i crediti d’imposta inesistenti.
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