Superbonus e bonus edilizi: ABI contro la retroattività delle nuove disposizioni
È atteso oggi pomeriggio in Aula al Senato il testo del disegno di legge di conversione del Decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39 nella versione approvata dalla Commissione Finanze che, nonostante le modifiche apportate dal Governo nella formulazione dei suoi emendamenti (soprattutto l’emendamento 1.0.1000), non è esente da criticità.
Le criticità evidenziate da ABI
Ad evidenziarle è l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) in una nota in cui fa presente come l’emendamento presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e approvato in Commissione, ha solo parzialmente chiarito alcune delle disposizioni discusse negli ultimi giorni (soprattutto la ripartizione in 10 anni per i crediti diretti).
ABI rileva che nella nuova versione dell’emendamento, è stata confermata la possibilità di spalmare il credito fiscale in quattro anni relativamente ai crediti indiretti (provenienti cioè da sconto in fattura e cessione del credito).
Gli elementi di retroattività
Restano, però, alcune importanti criticità cui ABI auspica un ripensamento da parte del Governo e del Parlamento. In particolare, sottolinea ABI, nel nuovo art. 4-bis introdotto dal Governo restano elementi di retroattività:
- per i beneficiari diretti delle detrazioni relative alle operazioni attivate tra l’inizio del 2024 e l’entrata in vigore della legge di conversione;
- per le banche e altri intermediari finanziari che si vedrebbero ridotte dal 2025 le voci compensabili, incidendo, quindi, anche sui crediti maturati negli anni passati. In particolare, verrebbero escluse le componenti relative ai contributi previdenziali, assistenziali e ai premi per l’assicurazione contro gli infortuni del lavoro e le malattie professionali.
“In questo modo - conferma ABI - per le banche sarebbe impossibile compensare i crediti d’imposta acquistati, incidendo negativamente sulla loro capacità di acquistare ulteriori crediti. Dovrebbero essere rivisti i piani di acquisto con riflessi negativi per le imprese che non riuscissero a cedere tali crediti. Tale aspetto è particolarmente rilevante per le banche, tenuto conto delle indicazioni della Banca d’Italia di gennaio 2021 e di luglio 2023 sugli acquisti dei crediti di imposta rivenienti dai bonus edilizi. In particolare, la Banca d’Italia ha indicato la necessità che “Le banche definiscono adeguate politiche e processi di governo e gestione del rischio in modo da assicurare che i plafond di acquisto dei crediti d’imposta siano definiti in funzione della capienza attuale e prospettica della posizione debitoria della banca nei confronti dell’erario, evitando così l’acquisto di un ammontare di crediti non congruo rispetto ai debiti utilizzabili per la compensazione”.
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