Stop cessione a Poste Italiane: l’appello degli Esodati del Superbonus

05/06/2024

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge 23 maggio 2024, n. 67 di conversione del Decreto-Legge 29 marzo 2024, n. 39 (Decreto Superbonus 2024), un nuovo terremoto si è abbattuto sul mondo degli interventi agevolati dai bonus edilizi con particolare riferimento a quelli economicamente più importanti (superbonus, bonus 75% barriere architettoniche e sismabonus).

Con lo stop definitivo alla cessione del credito, le norme retroattive che hanno coinvolto i cantieri avviati nel primo trimestre ma senza “pezze d’appoggio” (fatture e bonifici) e i cambi che riguardano i principali cessionari, inevitabilmente è arrivata la notizia di Poste Italiane che dal 30 maggio 2024 ha definitivamente messo la parola “fine” all’acquisto dei crediti d’imposta ai sensi dell’art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio).

Uno stop che coinvolge (e sconvolge) tutti i principali bonus edilizi e che mette nuovamente in crisi un comparto che da almeno due anni chiede maggiore attenzione al Governo e al Parlamento per risolvere una problematica (il blocco della cessione e dei cantieri) che ha assunto ormai dimensioni catastrofiche (oltre che ridicole).

Allo stop alla cessione dei crediti edilizi a Poste Italiane ha risposto l’Associazione Esodati del Superbonus con un nuovo appello che riportiamo di seguito integralmente.

L’appello degli Esodati del Superbonus

L’Associazione Esodati del Superbonus, a tutela dei propri iscritti nonché correntisti di Poste Italiane, con la presente lancia un accorato appello riguardo alla delicatissima vicenda dei crediti d’imposta di cui al Decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34 articolo 121, comma 2.

Coloro che contavano sulla possibilità di cedere a Poste i crediti da bonus edilizi sono rimasti per l'ennesima volta spiazzati dalla Vostra improvvisa chiusura oltre che impossibilitati a cedere tali crediti ad altri eventuali acquirenti poiché avevano in corso una pratica di cessione con codesto Istituto.

La Legge 67/2024 di conversione del Decreto-legge 39/2024 c.d. “Decreto taglia crediti” è intervenuta ponendo ulteriori paletti all’esercizio delle opzioni per cessione del credito/sconto in fattura; desta particolare preoccupazione l’art.4-bis, co.7, del D.L. 39/2024, come convertito in legge, poiché prevede il blocco della cessione dei crediti da Superbonus e bonus ordinari in caso di rate residue non ancora fruite in detrazione e l’eliminazione della remissione in bonis. Inoltre, è previsto che dal 1° gennaio 2025 le banche, le società appartenenti ad un gruppo bancario, gli intermediari finanziari e le imprese di assicurazioni non potranno più compensare i crediti d’imposta da bonus fiscali con:

  • contributi previdenziali dovuti da titolari di posizione assicurativa in una delle gestioni amministrate da enti previdenziali, comprese le quote associative;
  • contributi previdenziali ed assistenziali relativi ai dipendenti;
  • premi per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Nei giorni scorsi Poste ha comunicato che “A partire dal 30 maggio 2024, non è più possibile effettuare nuove richieste di cessione di crediti d’imposta, ai sensi del DL 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 n.77 e s.m.i.. Le richieste di cessione pervenute prima di tale data saranno valutate secondo i processi ordinari e la normativa vigente; al riguardo, si ricorda che Poste Italiane non assume alcun obbligo a contrarre - riservandosi, quindi, di valutare, a proprio insindacabile giudizio - l’eventuale accettazione delle singole richieste di cessione pervenute.”

Pur comprendendo che i cambiamenti normativi operati non dipendono da Poste, non possiamo esimerci dal far notare che la frequente lentezza nella valutazione delle pratiche è concausa della tragedia che si sta per abbattere sulle molte famiglie italiane che hanno sostenuto spese per interventi edilizi.

Il destino di tanti committenti dipende da Poste Italiane che, tuttavia, sta inviando in modo indiscriminato rifiuti delle pratiche già in avanzato stato di lavorazione, spesso con motivazioni vaghe o palesemente errate.

Chiediamo pertanto:

  • di prestare la massima attenzione prima di opporre dei rifiuti e, nel caso in cui non ci siano i presupposti necessari per l’accettazione, motivare in maniera precisa le cause del diniego, ad esempio specificando qual è la documentazione mancante o errata, ed evitando di fornire una motivazione generica (come invece attualmente accade);
  • di non bloccare le pratiche relative a spese 2024 in quanto Poste essendo una società di servizi, e non un intermediario finanziario, non è toccata dal divieto di compensazione;
  • di dare sostegno alle famiglie (che già avevano visto ridursi notevolmente il plafond da Voi stanziato) per cercare di rimediare al danno gravissimo che esse hanno subito per aver fatto affidamento su una legge dello Stato;
  • di fare pressione sul Governo affinché riveda le regole circa la cessione delle rate residue e la remissione in bonis.

In ragione di quanto esposto, Vi invitiamo ad un confronto immediato allo scopo di evitare ulteriori danni ai Vostri correntisti con il conseguente insorgere di cause da risolvere tramite le vie giudiziarie nei confronti di codesto Istituto.

Confidando in un rapido e risolutivo Vostro intervento, torniamo a sollecitare un necessario incontro tra i vertici di Poste e la nostra Associazione.

© Riproduzione riservata