Pasticcio Superbonus: CANDE porta la Presidenza del Consiglio in tribunale

07/08/2024

Dopo 38 correttivi diretti o indiretti alla normativa, un’infinità di incontri, proposte e suggestioni. Dopo il continuo pingpong sulla sua classificazione e sulla cessione del credito, si potrebbe pensare che adesso si fa sul serio: l’affare “Superbonus” prosegue con la Class Action Nazionale Edilizia (CANDE) che porta la Presidenza del Consiglio dei Ministri in tribunale.

Il 5 novembre 2024 il tribunale di Vicenza ha convocato come terzo la Presidenza del Consiglio che, pensandoci bene, più che terzo potrebbe essere considerato attore principale di questa terribile storia che ha coinvolto finora 495.893 edifici per un totale di 122,8 miliardi di detrazioni maturate per lavori conclusi.

Ma quante di queste detrazioni andranno perdute a causa dell’assenza di capienza fiscale e soggetti interessati al loro acquisto? Una domanda che va di pari passo con le continue modifiche apportate a suon di Decreti Legge da parte del Governo.

Da qui la chiamata in tribunale. "Si tratta di una novità assoluta in materia giurisprudenziale relativamente alla intricata materia del Superbonus - afferma Roberto Cervellini, DG di CANDE, Class Action Nazionale dell'Edilizia, che ha intentato causa a sostegno del diritto di una ditta associata - perché è la prima volta che la Presidenza del Consiglio viene citata in causa e viene chiamata a rispondere del danno all’impresa appaltatrice che si è vista bloccare la cessione dei crediti, e che è finita in causa con il committente, col fine di tenere indenne il nostro assistito, per il caso di soccombenza ed eventualmente a pagare il risarcimento”.

Un traguardo importante al quale l'Avv. Daniele Marra, del Foro di Roma, legale di CANDE ideatore della manovra, ha così commentato: "La scelta del magistrato è stata quella di condividere pienamente due tesi difensive. La prima è rappresentata dal fatto che la ditta appaltatrice può essere garantita anche dal Legislatore italiano che, con i provvedimenti legislativi di urgenza come quelli che hanno via via compromesso la cessione del credito e lo sconto in fattura, ha inciso direttamente su rapporti privati e tra privati, rendendo più oneroso un appalto edile: lo Stato può essere parte in causa.

La seconda è quella di aver avallato una vera e propria lesione del credito di una ditta edile, visto che la lite è stata ampliata ai danni della Presidenza del Consiglio, citando uno specifico articolo del codice di procedura civile, ovvero quello che ammette la chiamata in causa di un terzo non solo perché la lite gli è comune, ma anche affinché il terzo garantisca chi lo ha chiamato, ovvero paghi al suo posto in caso di condanna. Lo Stato può essere chiamato a risarcire una ditta edile. A novembre vedrò la costituzione avversaria e potrò dare risposte concrete al comparto edile che l’associazione CANDE rappresenta con instancabile impegno".

Oramai le denunce sono all’ordine del giorno in CANDE, e ad ognuna viene disegnato un ricorso – conclude il DG Cervellini – questa è già la seconda dopo Poste, e il prosieguo di una lunga serie anche con il coinvolgimento del Giudice Tributario”.

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