Correttivo Codice Appalti: Consorzi Stabili a rischio
Dopo l’esame definitivo da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso 23 dicembre, si attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (che dovrebbe arrivare nella giornata odierna) per il primo vero correttivo al Codice dei Contratti Pubblici di cui al D.Lgs. n. 36/2023. Un correttivo che entra nel merito di molte disposizioni “pensate” dal Consiglio di Stato e sulle quali si dovranno comprendere gli effetti.
Preoccupazioni sui Consorzi Stabili
In questo contesto, l’Unione Consorzi Stabili (UCSI) ha espresso con forza la propria preoccupazione per le modifiche approvate dal Governo, che rischiano di compromettere in maniera significativa il futuro dei Consorzi Stabili. Questi ultimi rappresentano una componente essenziale del sistema produttivo italiano, nonché un punto di riferimento fondamentale per la competitività delle piccole e medie imprese (PMI).
“Un colpo mortale per i Consorzi Stabili”: è questa la dura denuncia dell’UCSI, che punta il dito contro le nuove norme previste dal correttivo. Secondo l’associazione, tali disposizioni limitano gravemente la possibilità di partecipazione ai bandi pubblici, vanificando la funzione aggregativa dei Consorzi e penalizzando migliaia di imprese e lavoratori. “Se queste disposizioni venissero confermate - prosegue l’UCSI - si porrebbe una vera e propria pietra tombale su un modello di successo che ha garantito per decenni qualità, competitività e rispetto delle norme”.
I Consorzi Stabili, evidenzia l’UCSI, sono una rete strategica che consente alle PMI di affrontare mercati sempre più complessi, garantendo loro un accesso equo agli appalti pubblici. Tuttavia, il correttivo al Codice dei Contratti Pubblici sembra ignorare il ruolo cruciale di queste strutture, mettendo a rischio non solo la loro sopravvivenza, ma anche quella delle imprese che ne fanno parte.
L'appello di UCSI
In un appello accorato, l’UCSI chiede al Governo e, in particolare, alla Presidente Giorgia Meloni e al Vicepremier Matteo Salvini di intervenire con urgenza, prima della pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale. “È indispensabile rivedere la normativa per evitare di compromettere irreversibilmente il sistema dei Consorzi Stabili - afferma l’UCSI - Solo così sarà possibile garantire la continuità dei lavori pubblici, la crescita economica e la tutela dei posti di lavoro che dipendono da questa realtà”.
L’associazione si dichiara disponibile a un confronto costruttivo con il Governo, sottolineando l’urgenza di individuare soluzioni che salvaguardino la competitività del sistema produttivo italiano. Secondo l’UCSI, le regole dovrebbero rappresentare un motore di sviluppo e non trasformarsi in un ostacolo insormontabile.
Le prossime settimane saranno decisive per capire quale direzione prenderà il correttivo e quali saranno le conseguenze per i Consorzi Stabili e per l’intero comparto delle opere pubbliche. Gli occhi sono puntati sul Governo, chiamato a bilanciare innovazione normativa e tutela di un modello che ha dimostrato la propria validità nel tempo.
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