02/01/2025
Codice dei contratti, nuove modifiche nel Milleproroghe 2025?
"Il correttivo era necessario", ma "la procedura della delega non è stata lineare" e "alcune regole rischiano di penalizzare fortemente il mondo delle piccole e medie imprese"; al netto di tutto "c'è già uno spazio di modifica nel Milleproroghe" e "Forza Italia vuole salvaguardare tutte le imprese".
Questo il commento dell’On. Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di FI, all’indomani della pubblicazione del D.Lgs. n. 209/2024 di modifica del Codice dei contratti di cui al D.Lgs. n. 36/2023, in un’intervista al Sole 24 Ore.
Un commenta che non lascia spazio all’immaginazione e da cui si evince chiaramente la volontà (almeno di Forza Italia, ovvero un partito che fa parte della maggioranza) di intervenire nuovamente sul Codice dei contratti mediante la legge di conversione del Decreto Legge 27 dicembre 2024, n. 202, recante “Disposizioni urgenti in materia di termini normativi”, c.d. “Milleproroghe 2025”, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 2024, n. 302.
Il Parlamento avrà tempo fino al 25 febbraio 2024 (60 giorni dalla Gazzetta Ufficiale) per intervenire sul Codice dei contratti pubblici.
"Ad aprile scorso – ricorda la Mazzetti - avevo presentato una risoluzione che andava verso una correzione puntuale di alcune parti del codice, poi seguita da altri gruppi parlamentari trasversali, ma bisognava ascoltare e recepire le richieste degli operatori del settore, tant'è che in Commissione abbiamo svolto ben cento audizioni, oltre a vari convegni".
Mazzetti ha rilevato che "il ministro ha deciso di portare questo testo in Consiglio di Ministri senza valutare le risoluzioni parlamentari e gli indirizzi indicati dalle categorie economiche e professionali", si tratta di "500 pagine che più che correggere stravolgono il Codice anche sui principi fondamentali. E per altro con un iter non propriamente lineare".
Accusa pesante soprattutto perché arriva da un partito che fa parte della maggioranza parlamentare. "La legge delega – ricostruisce la Mazzetti – stabiliva che il Consiglio dei Ministri, valutati i pareri delle della Commissione parlamentare competente, dovesse motivare le ragioni per le quali non reputa di non accogliere i pareri parlamentari, soprattutto perché, se non accolte, ci sono 10 giorni per motivare il rigetto, dopo si deve fare un altro passaggio nelle Commissioni parlamentari per la stesura definitiva. Questo non è avvenuto".
Stante tutto questo, secondo Mazzetti, "organi terzi preposti al controllo delle procedure, potrebbero sollevare obiezioni".
Per quanto concerne i contenuti del correttivo, secondo la Mezzetti “non si fa un idoneo adeguamento dei prezzi", in quanto "le imprese più piccole sono le prime che non recuperano i soldi delle variazioni prezzi e per tutti non sarà automatico; non è giusto accollare tutto sugli imprenditori anziché sulla pubblica amministrazione, lo stato è sostenuto soprattutto dagli imprenditori".
"Sarebbe stato molto meglio lasciare tutto come prevede il codice 36/2023 o perfezionare con automatismo". Per quanto riguarda i servizi "è ancora più grave creare una discrepanza", le imprese "devono guadagnare quando lavorano" e, in questo caso, "con questi adeguamenti i guadagni non ci sono" e "il sistema non regge, come detto da tutti i rappresentanti del settore".
"La ristorazione collettiva, per esempio, pagherà a carissimo prezzo questo meccanismo basato sull'intero periodo del contratto ossia pluriennale e non su adeguamenti annuali. Sembra proprio che il correttivo possa colpire le pmi anche sul fronte dei consorzi stabili", che sono "fortemente limitati - ha ricordato - rispetto al testo originario del nuovo codice appalti"; questo dava "l'opportunità a tutte le piccole imprese italiane, che sono la maggioranza e hanno tanta qualità, così da poter far cumulo le competenze e partecipare, ai bandi pubblici. Limitare questa opportunità – prosegue Mazzetti – è un altro modo per demolire le nostre piccole imprese, riducendo la concorrenza e mettendo tutto in mano a subappaltatori dei grandi gruppi".
"C'è anche – prosegue la Mazzetti – la questione della qualificazione in caso di subappalto, con il punteggio soltanto al subappaltatore e non all'appaltatore principale: è un errore perché la responsabilità è sua e non dell'impresa che subappalta".
"Altra nota dolente – rileva la deputata d Forza Italia – riguarda il partenariato pubblico-privato (PPP), formula azzeccata con il codice appalti, che con questo correttivo viene complicata e non più appetibile da parte degli investitori che sono indispensabili per realizzare le opere. Da parte di Forza Italia - ha precisato - c'è la volontà di salvaguardare la maggioranza, tant'è che per agevolare il lavoro del ministero con il Comitato tecnico-scientifico del Dipartimento Lavori pubblici di forza Italia e l'Intergruppo parlamentare che presiedo, ho presentato una risoluzione seguita da altre di altri partiti, che ha permesso tante audizioni; tuttavia, sembra che gli uffici del Mit non abbiano preso in considerazione questo lavoro".
"Sono temi – ribadisce la Mazzetti – che non si possono liquidare in tempi brevissimi, si tratta dei lavori pubblici ma anche i servizi e le forniture, ossia il 90% dell'economia reale. Bisogna stare attentissimi soprattutto adesso con il PNRR, perché non possiamo permettersi di far saltare neanche un'azienda”. E su come intervenire adesso, ha proposto: "Il Ministro Salvini ha avuto un mese particolare con il suo processo, il cui esito, per altro, ci fa davvero piacere. Ma adesso mettiamo un po' la testa su questo tema e rivediamo alcune norme, ripensiamoci con una condivisione fra politica e categorie del settore, da parte di Forza Italia massima collaborazione per salvaguardare il settore con pragmatismo e realismo".
"Uno spazio c'è subito nel decreto Milleproroghe per alcune questioni", ha concluso Mazzetti.
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