Soppalchi e rigenerazione edilizia: dalla Lombardia un segnale positivo (ma non basta)
La complessità normativa del settore edilizio, in perenne bilico tra emergenze e visioni strategiche, torna al centro del dibattito con una proposta che punta a semplificare la realizzazione dei soppalchi. È notizia di queste ore l’apprezzamento dell’On. Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e responsabile nazionale del dipartimento lavori pubblici del partito, per la proposta approvata in Regione Lombardia su iniziativa dell’Assessore Gianluca Comazzi. L’obiettivo è chiaro: rendere più agevole la realizzazione di soppalchi negli immobili, uffici compresi, laddove le condizioni (in primis l’altezza) lo consentano.
«C’è sempre più urgenza di riqualificare il patrimonio immobiliare esistente, adeguandolo ai mutati bisogni del cittadino – ha dichiarato la Mazzetti – e per far questo servono adesso nuovi e semplici strumenti normativi che siano sempre più flessibili. In quest’ottica è positiva la proposta dell’Assessore regionale al territorio Gianluca Comazzi – giustamente approvata dalla maggioranza regionale – di rendere più semplice, ove naturalmente possibile per le altezze, la realizzazione di soppalchi in uffici e in immobili».
Una proposta che, secondo l’On. Mazzetti, meriterebbe un’estensione nazionale: «Una proposta che andrebbe replicata altrove, e lo proporremo attraverso i nostri rappresentanti regionali del dipartimento Lavori pubblici di FI, per migliorare il valore degli immobili e dare un nuovo impulso all’edilizia in chiave di rigenerazione dell’esistente e ovviare in parte all’emergenza abitativa».
La proposta lombarda
Interventi “minori” come i soppalchi possono diventare strumenti di rigenerazione, a patto che la normativa li renda effettivamente realizzabili senza ricorrere a iter burocratici eccessivamente gravosi. La ratio è semplice: aumentare la superficie utile senza incrementare il carico urbanistico, sfruttando il volume già esistente. Un principio in linea con la rigenerazione edilizia, che dovrebbe rappresentare la vera direttrice delle politiche urbane post-pandemia.
Oltre i soppalchi: serve un quadro normativo stabile
L’appello dell’On. Mazzetti non si ferma qui: «Ovviamente non basta questa giusta e proficua proposta, quanto prima approvare il “Salva-Milano” per evitare un blocco immobiliare che sarebbe deleterio per tutti, passando poi, con il nuovo testo unico delle costruzioni che raccoglie edilizia e urbanistica, basato su principi univoci con al centro la progettazione, il progettista e la territorialità, da una gestione emergenziale a una visione di lungo periodo per il settore delle costruzioni, che ha necessità di chiarezza normativa».
Nel solco delle ultime proposte nazionali – tra cui il tanto atteso riordino del Testo Unico Edilizia (d.P.R. n. 380/2001) – si riafferma la necessità di norme chiare, basate su principi univoci, che restituiscano centralità al progetto, al progettista e alle specificità territoriali.
Conclusioni
L’iniziativa lombarda rappresenta senza dubbio un segnale positivo e dimostra come le Regioni possano giocare un ruolo attivo nella promozione della rigenerazione urbana. Ma non basta. La vera svolta si avrà solo quando le semplificazioni locali saranno coordinate all’interno di una strategia nazionale unitaria, in grado di coniugare snellimento procedurale, sostenibilità e certezza del diritto.
© Riproduzione riservata