Agenda Monti: Cambiare l'Italia, Riformare l'Europa
Dopo le dimissioni del Premier Mario Monti e le consultazioni dei gruppi parlamentari, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha firmato il decreto di sciogl...
Dopo le dimissioni del Premier Mario Monti e le
consultazioni dei gruppi parlamentari, il Capo dello Stato
Giorgio Napolitano ha firmato il decreto di scioglimento
delle Camere e ha pronunciato un breve discorso nel quale ha
chiesto che la campagna elettorale "sia condotta con misura e
spirito competitivo, ma costruttivo, come la situazione esige".
Successivamente il Consiglio dei ministri ha indetto i comizi
elettorali per la Camera e il Senato e si voterà domenica 24 e
lunedì 25 febbraio 2013.
Ieri mattina il presidente del Consiglio Mario Monti ha tenuto la conferenza stampa di fine anno, nel corso della quale ha tracciato sia un bilancio dell'attività di Governo ed ha definito le prime indicazioni sul suo futuro politico di premier uscente parlando di "un'agenda Monti" che ha pubblicato su www.agenda-monti.it
"Cambiare l'Italia, riformare l'Europa, agenda per un impegno comune" è il frutto delle prime indicazioni ed è presentato come primo contributo per una riflessione aperta.
"L'agenda - afferma Mario Monti - vuole dare un'indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. Non è un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo." e continua precisando come sia pronto a dare il suo apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto, una guida a quelle forze politiche che manifestassero un'adesione convinta e credibile.
In allegato l'Agenda Monti suddivisa nei seguenti paragrafi:
Qui di seguito alcuni dei contenuti dell'agenda, illustrati dal presidente del Consiglio ha nella conferenza stampa e nella successiva intervista telesiva al programma "In mezz'ora" condotto da Lucia Annunziata.
Premessa - L'Italia è un Paese che può sorridere, perchè "ha risorse straordinarie e deve ritrovare quel tanto di fiducia che serve per fare più bambini: si sta autodistruggendo. L'agenda, una "riflessione aperta", consiste nell'evitare pericolosissimi e illusionistici passi indietro e deve andare avanti. Non è indirizzata al centro, non a destra e non a sinistra: è un'agenda erga omnes che punta a "fare chiarezza" a "unire sforzi", perché la classica suddivisione sinistra-destra non è più "il più proficuo asse di riferimento". L'asse portante dell'azione del prossimo governo dovrà essere "la volontà di cambiamento e l'Europa".
Costi della politica. Nell'ammissione che quel che il governo ha portato a casa sia "molto di meno di quel che avrebbe voluto", la proposta vede in primo piano la riduzione delle Province ("vi sono stati fortissimi arroccamenti"). Per Monti "il più grande costo della politica è quello delle decisioni non prese".
Crescita. Liberalizzazione nel settore dei commerci e dei servizi in primo piano. Per la crescita e l'occupazione l'agenda Monti propone un gioco sinergico, un'unione dei riformatori accumunati da "una comune volontà di cambiamento e non dal rifiuto del cambiamento. Per la crescita e l'equità, in primo piano il tema di una "nuova visione" della donna. Nell'agenda "c'è molto pink e molto green".
Europa. E' uno degli assi portanti dell'agenda Monti. Lo slogan è evitare "pericolosissimi ed illusionistici" passi indietro. Occorre proseguire nell'azione condotta finora, sia sul piano della crescita (il riferimento è al varo del piano da 120 miliardi disposto dal Consiglio europeo di fine giugno) sia su quello dell'ulteriore rafforzamento degli strumenti per stabilizzare il mercato dei titoli sovrani. Occorre lavorare con pazienza in Europa facendo valere la capacità di negoziato e non la durezza dei pugni, ha osservato Monti.
Evasione fiscale. "Non amo le tasse ma le ritengo parte legittima e doverosa di una vita di cittadinanza". Monti qualifica come deleteria quella "diffusa continua diseducazione nel linguaggio usato quando si dice che lo Stato mette le mani nelle tasche degli italiani. Il punto è che alcuni italiani privati mettono mani nelle tasche di altri italiani privati".
Fisco. L'Imu si può rivedere ma non certo abolire. "Se si facesse un provvedimento come questo, chi verrà solo un anno dopo dovrà mettere l'Imu doppia". La via maestra è la riduzione della spesa pubblica e su questa strada occorre spingere il pedale in modo più risoluto rispetto a quanto fatto finora. L'equazione è ridurre la spesa per tagliare la pressione fiscale in primo luogo a beneficio delle imprese e del lavoro.
b>Giustizia. Non varare leggi ad personam ma leggi ad nationem, e dunque nell'agenda compare l'intento a rafforzare la disciplina del falso di bilancio, ampliare la disciplina del voto di scambio, intervenire sulle intercettazioni e varare norme di prevenzione del conflitto di interessi.
Lavoro. Modernizzazione del mercato del lavoro, drastica semplificazione della normativa senza recedere dalla tutela dei diritti, superamento del dualismo tra lavoratori dipendenti sostanzialmente protetti e i non protetti. E ancora, riduzione a un anno del lasso di tempo per il passaggio da un lavoro a un altro, baricentro della contrattazione riposizionato nei luoghi di lavoro, defiscalizzazione in direzione della contrattazione aziendale. Il gioco sinergico dovrà investire imprese, lavoratori, sindacati, pubblici poteri ciascuno nel suo ruolo. Tutti dovrebbero "operare in armonia", uscendo da una logica di arroccamento e di tutela degli interessi dei lavoratori che finisce per avere l'effetto opposto e penalizzare i lavoratori.
Ieri mattina il presidente del Consiglio Mario Monti ha tenuto la conferenza stampa di fine anno, nel corso della quale ha tracciato sia un bilancio dell'attività di Governo ed ha definito le prime indicazioni sul suo futuro politico di premier uscente parlando di "un'agenda Monti" che ha pubblicato su www.agenda-monti.it
"Cambiare l'Italia, riformare l'Europa, agenda per un impegno comune" è il frutto delle prime indicazioni ed è presentato come primo contributo per una riflessione aperta.
"L'agenda - afferma Mario Monti - vuole dare un'indicazione di metodo di governo e di alcuni dei principali temi da affrontare. Non è un programma di lavoro dettagliato e non vuole avere carattere esaustivo." e continua precisando come sia pronto a dare il suo apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto, una guida a quelle forze politiche che manifestassero un'adesione convinta e credibile.
In allegato l'Agenda Monti suddivisa nei seguenti paragrafi:
- 1. Italia, Europa - Costruire un'Europa più integrata e solidale, contro ogni populismo
- 2. La strada per la crescita - La crescita non nasce dal debito pubblico. Finanze pubbliche sane, a tutti i livelli
- 3. Costruire una economia sociale di mercato dinamica e moderna - La riforma delle pensioni e il nuovo mercato del lavoro
- 4. Cambiare mentalità, cambiare comportamenti - Riformare le istituzioni
Qui di seguito alcuni dei contenuti dell'agenda, illustrati dal presidente del Consiglio ha nella conferenza stampa e nella successiva intervista telesiva al programma "In mezz'ora" condotto da Lucia Annunziata.
Premessa - L'Italia è un Paese che può sorridere, perchè "ha risorse straordinarie e deve ritrovare quel tanto di fiducia che serve per fare più bambini: si sta autodistruggendo. L'agenda, una "riflessione aperta", consiste nell'evitare pericolosissimi e illusionistici passi indietro e deve andare avanti. Non è indirizzata al centro, non a destra e non a sinistra: è un'agenda erga omnes che punta a "fare chiarezza" a "unire sforzi", perché la classica suddivisione sinistra-destra non è più "il più proficuo asse di riferimento". L'asse portante dell'azione del prossimo governo dovrà essere "la volontà di cambiamento e l'Europa".
Costi della politica. Nell'ammissione che quel che il governo ha portato a casa sia "molto di meno di quel che avrebbe voluto", la proposta vede in primo piano la riduzione delle Province ("vi sono stati fortissimi arroccamenti"). Per Monti "il più grande costo della politica è quello delle decisioni non prese".
Crescita. Liberalizzazione nel settore dei commerci e dei servizi in primo piano. Per la crescita e l'occupazione l'agenda Monti propone un gioco sinergico, un'unione dei riformatori accumunati da "una comune volontà di cambiamento e non dal rifiuto del cambiamento. Per la crescita e l'equità, in primo piano il tema di una "nuova visione" della donna. Nell'agenda "c'è molto pink e molto green".
Europa. E' uno degli assi portanti dell'agenda Monti. Lo slogan è evitare "pericolosissimi ed illusionistici" passi indietro. Occorre proseguire nell'azione condotta finora, sia sul piano della crescita (il riferimento è al varo del piano da 120 miliardi disposto dal Consiglio europeo di fine giugno) sia su quello dell'ulteriore rafforzamento degli strumenti per stabilizzare il mercato dei titoli sovrani. Occorre lavorare con pazienza in Europa facendo valere la capacità di negoziato e non la durezza dei pugni, ha osservato Monti.
Evasione fiscale. "Non amo le tasse ma le ritengo parte legittima e doverosa di una vita di cittadinanza". Monti qualifica come deleteria quella "diffusa continua diseducazione nel linguaggio usato quando si dice che lo Stato mette le mani nelle tasche degli italiani. Il punto è che alcuni italiani privati mettono mani nelle tasche di altri italiani privati".
Fisco. L'Imu si può rivedere ma non certo abolire. "Se si facesse un provvedimento come questo, chi verrà solo un anno dopo dovrà mettere l'Imu doppia". La via maestra è la riduzione della spesa pubblica e su questa strada occorre spingere il pedale in modo più risoluto rispetto a quanto fatto finora. L'equazione è ridurre la spesa per tagliare la pressione fiscale in primo luogo a beneficio delle imprese e del lavoro.
b>Giustizia. Non varare leggi ad personam ma leggi ad nationem, e dunque nell'agenda compare l'intento a rafforzare la disciplina del falso di bilancio, ampliare la disciplina del voto di scambio, intervenire sulle intercettazioni e varare norme di prevenzione del conflitto di interessi.
Lavoro. Modernizzazione del mercato del lavoro, drastica semplificazione della normativa senza recedere dalla tutela dei diritti, superamento del dualismo tra lavoratori dipendenti sostanzialmente protetti e i non protetti. E ancora, riduzione a un anno del lasso di tempo per il passaggio da un lavoro a un altro, baricentro della contrattazione riposizionato nei luoghi di lavoro, defiscalizzazione in direzione della contrattazione aziendale. Il gioco sinergico dovrà investire imprese, lavoratori, sindacati, pubblici poteri ciascuno nel suo ruolo. Tutti dovrebbero "operare in armonia", uscendo da una logica di arroccamento e di tutela degli interessi dei lavoratori che finisce per avere l'effetto opposto e penalizzare i lavoratori.
A cura di Gabriele
Bivona
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