Conto Termico: novità in arrivo
Il Conto Termico, noto anche come DM 28 dicembre 2012, è uno degli ultimi provvedimenti legislativi in materia di contenimento dei consumi energetici. Con la...
Il Conto Termico, noto anche come DM 28 dicembre 2012, è uno degli ultimi
provvedimenti legislativi in materia di contenimento dei consumi
energetici. Con la sua pubblicazione, si dà attuazione al
regime di sostegno, introdotto dal D.lgs 3 marzo 2011, n. 28, inerente
l'incentivazione di interventi di piccole dimensioni per
l'incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di
energia termica da fonti rinnovabili, attraverso lo stanziamento di
un apposito fondo annuale pari a 900 milioni di euro.
Gli interventi incentivabili con il Conto Termico si riferiscono al miglioramento dell'efficienza energetica dell'involucro di edifici esistenti (coibentazione pareti e coperture, sostituzione serramenti e installazione schermature solari), alla sostituzione di impianti per la climatizzazione invernale esistenti con impianti ad alta efficienza (caldaie a condensazione), alla sostituzione e, in alcuni casi, alla nuova installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili per la produzione di energia termica (pompe di calore, caldaie, stufe e camini a biomassa, impianti solari termici anche abbinati a tecnologia solar cooling per la produzione di freddo).
L'incentivo è un contributo alle spese sostenute, calcolato sulla base dell'incremento di efficienza energetica dell'immobile e/o dell'energia termica prodotta con gli impianti alimentati a fonti rinnovabili ed erogato, mediante bonifico bancario, in rate annuali variabili da 2 a 5 in funzione della tipologia di intervento.
Nonostante i vantaggi, legati principalmente all'erogazione diretta degli incentivi nel breve periodo, il Conto termico stenta a decollare. Secondo gli ultimi dati diffusi dal GSE, al 31 gennaio 2015 si contano poco più di 8.300 contratti, corrispondenti a un sussidio lordo totale di quasi 26 milioni di euro, nonostante un budget complessivo di 900 milioni. Molto probabilmente ci sono l'eccessiva burocrazia e le modifiche in chiave penalizzante introdotte dal D.lgs 102/2014 all'origine di questo insuccesso. Si ricorda che il D.lgs 102/2014, di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, ha apportato delle modifiche al Conto Termico introducendo un tetto massimo all'importo erogabile degli incentivi, non superiore al 65% delle spese sostenute per la realizzazione dell'intervento.
Per tale motivo, il Governo sta cercando di correre ai ripari. E' di recente pubblicazione, infatti, un documento contenente le misure che il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, intende adottare per semplificare e potenziare al massimo l'accesso agli incentivi da parte di tutti i soggetti interessati (imprese, famiglie e pubblica amministrazione).
L'obiettivo prioritario è snellire le procedure per la richiesta degli incentivi, così come anticipato nel decreto Sblocca Italia. A tal fine dovrebbe sparire l'iscrizione ai registri per gli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore, elettriche o a gas e per gli impianti con caldaie a biomassa di potenza superiore a 500 kW. In questi casi, gli operatori potranno accedere agli incentivi in modo diretto o tramite prenotazione (per gli interventi nelle pubbliche amministrazioni).
Il documento contempla la possibilità di inserire nuove tecnologie tra gli interventi incentivabili: innanzitutto, progetti per l'incremento dell'efficienza energetica degli edifici pubblici con sistemi di building automation per il monitoraggio e la gestione dei consumi energetici degli impianti, ma anche illuminazione interna ed esterna (ad esempio la sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a Led) e sistemi ibridi efficienti, come le pompe di calore abbinate alle caldaie a condensazione.
Tra le numerose novità, si intende anche innalzare la soglia di ammissibilità degli impianti agli incentivi: fino a 2.000 kW per i sistemi di climatizzazione con pompe di calore o caldaie a biomassa, fino a 2.500 metri quadrati per gli impianti solari termici. In questo caso l'obiettivo è favorire la realizzazione di progetti di maggiori dimensioni, ad esempio in ospedali, scuole, uffici, centri commerciali, etc. L'ultima proposta riguarda l'innalzamento delle tariffe, fino a un incentivo massimo del 65% del costo sostenuto, riservato alle misure per rendere gli edifici "a energia quasi zero".
Si rimanda al sito del MISE (clicca qui) per maggiori approfondimenti sull'argomento.
Gli interventi incentivabili con il Conto Termico si riferiscono al miglioramento dell'efficienza energetica dell'involucro di edifici esistenti (coibentazione pareti e coperture, sostituzione serramenti e installazione schermature solari), alla sostituzione di impianti per la climatizzazione invernale esistenti con impianti ad alta efficienza (caldaie a condensazione), alla sostituzione e, in alcuni casi, alla nuova installazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili per la produzione di energia termica (pompe di calore, caldaie, stufe e camini a biomassa, impianti solari termici anche abbinati a tecnologia solar cooling per la produzione di freddo).
L'incentivo è un contributo alle spese sostenute, calcolato sulla base dell'incremento di efficienza energetica dell'immobile e/o dell'energia termica prodotta con gli impianti alimentati a fonti rinnovabili ed erogato, mediante bonifico bancario, in rate annuali variabili da 2 a 5 in funzione della tipologia di intervento.
Nonostante i vantaggi, legati principalmente all'erogazione diretta degli incentivi nel breve periodo, il Conto termico stenta a decollare. Secondo gli ultimi dati diffusi dal GSE, al 31 gennaio 2015 si contano poco più di 8.300 contratti, corrispondenti a un sussidio lordo totale di quasi 26 milioni di euro, nonostante un budget complessivo di 900 milioni. Molto probabilmente ci sono l'eccessiva burocrazia e le modifiche in chiave penalizzante introdotte dal D.lgs 102/2014 all'origine di questo insuccesso. Si ricorda che il D.lgs 102/2014, di recepimento della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, ha apportato delle modifiche al Conto Termico introducendo un tetto massimo all'importo erogabile degli incentivi, non superiore al 65% delle spese sostenute per la realizzazione dell'intervento.
Per tale motivo, il Governo sta cercando di correre ai ripari. E' di recente pubblicazione, infatti, un documento contenente le misure che il Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, intende adottare per semplificare e potenziare al massimo l'accesso agli incentivi da parte di tutti i soggetti interessati (imprese, famiglie e pubblica amministrazione).
L'obiettivo prioritario è snellire le procedure per la richiesta degli incentivi, così come anticipato nel decreto Sblocca Italia. A tal fine dovrebbe sparire l'iscrizione ai registri per gli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore, elettriche o a gas e per gli impianti con caldaie a biomassa di potenza superiore a 500 kW. In questi casi, gli operatori potranno accedere agli incentivi in modo diretto o tramite prenotazione (per gli interventi nelle pubbliche amministrazioni).
Il documento contempla la possibilità di inserire nuove tecnologie tra gli interventi incentivabili: innanzitutto, progetti per l'incremento dell'efficienza energetica degli edifici pubblici con sistemi di building automation per il monitoraggio e la gestione dei consumi energetici degli impianti, ma anche illuminazione interna ed esterna (ad esempio la sostituzione delle lampade tradizionali con quelle a Led) e sistemi ibridi efficienti, come le pompe di calore abbinate alle caldaie a condensazione.
Tra le numerose novità, si intende anche innalzare la soglia di ammissibilità degli impianti agli incentivi: fino a 2.000 kW per i sistemi di climatizzazione con pompe di calore o caldaie a biomassa, fino a 2.500 metri quadrati per gli impianti solari termici. In questo caso l'obiettivo è favorire la realizzazione di progetti di maggiori dimensioni, ad esempio in ospedali, scuole, uffici, centri commerciali, etc. L'ultima proposta riguarda l'innalzamento delle tariffe, fino a un incentivo massimo del 65% del costo sostenuto, riservato alle misure per rendere gli edifici "a energia quasi zero".
Si rimanda al sito del MISE (clicca qui) per maggiori approfondimenti sull'argomento.
A cura di Ing. Giuseppe Vitale - Official
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