Le Partite IVA a Ballarò esprimono il loro disagio economico e sociale
Avvocati, architetti, ingegneri, ma in genere tutti coloro i quali hanno scelto (o sono stati costretti) alla partita IVA (c.d. invisibili), sono i nuovi pov...
Avvocati, architetti, ingegneri, ma in genere tutti coloro i quali hanno scelto (o sono stati costretti) alla partita IVA (c.d. invisibili), sono i nuovi poveri.
Il dato era già evidente a tutti i liberi professionisti, adesso lo è anche a tutti quelli che hanno seguito ieri sera la trasmissione Ballarò su Rai 3 che ha ospitato la #Coalizione27febbraio (leggi articolo) formata da libere associazioni di diverse natura ma con eguali problematiche.
Ospiti della trasmissione e parti attivi del dibattito, incentrato su quello che è stato definito il "Jobs Act dei lavoratori autonomi", sono stati Enrico Zanetti, neo Vice Ministro all'Economia, e Maurizio Landini, Segretario della Fiom.
Il dato evidente (subito espresso) è stato che il disegno di legge partorito è suddiviso in due parti: una parte rivolta a tutti i lavoratori autonomi e una parte valida solo per le partite IVA iscritte alla gestione separata INPS. Come spiegato subito dal Vice Ministro Zanetti, il Governo non avrebbe potuto agire sulla sistemi previdenziali di tutte le professioni perché molte di queste (come quelle di Architetti e Ingegneri) sono private e hanno uno regolamento autonomo.
Il dibattito è cominciato con il consueto servizio in cui si sono raccontate le esperienze e le difficoltà di un avvocato e un architetto, definiti ex benestanti e attuali poveri con un reddito crollato in media del 30% negli ultimi 10 anni, come certificato dagli ultimi rapporti sulla previdenza privata italiana a cura dell'Associazione degli Enti di Previdenza Privati (leggi articolo). Poi si è parlato del profondo disagio sociale ed economico raccontato direttamente dagli invisibili presenti in trasmissione che hanno subito precisato di non essere invisibili perché se il Governo ha pensato ad un provvedimento tale è proprio perché le loro problematiche sono ormai evidenti agli occhi di tutti.
Francesca Pesce (ACTA - l'associazione dei freelance) ha evidenziato come pur contenendo importanti previsioni, frutto di un colloquio costante con le associazioni, il provvedimento ha perso per strada la possibilità di rivolgersi al giudice del lavoro per ciò che riguarda ad esempio la tutela da clausole vessatorie e ritardi nei pagamenti, vanificando di fatto il tentativo di equiparare le libere professioni a "lavoratori" piuttosto che alle imprese. Zanetti ha risposto che il testo subirà modifiche ed integrazioni frutto del colloquio con le associazioni.
Salvo Barrano (archeologo) ha
evidenziato il problema previdenziale, ovvero la
quantità di contributo previdenziale che è necessario versare e che
negli ultimi anni è più che raddoppiata passando dal 12 al 27%,
chiedendo perché ci siano così tante differenze nelle aliquote tra
professionisti e imprese. Zanetti ha risposto
subito che il Governo ha stoppato in modo deciso l'aumento
dell'aliquota previdenziale e che è in programma un processo di
riassorbimento. La posizione del Sindacato è stata espressa da
Landini che ha evidenziato la necessità di
coalizzarsi per una nuova carta universale dei diritti di tutti i
lavoratori e la necessità di ripensare il sistema contributivo
pensando ad un nuovo sistema di solidarietà interna.
Non si è, purtroppo, parlato dei sistemi previdenziali privati e
delle contribuzioni minimi che molte categorie sono costrette a
versare a prescindere dal loro reddito.
Valentina Restaino (Mobilitazione Generale Avvocati) ha voluto precisare come tutte le associazioni presenti in studio facciano parte della #Coalizione27febbraio e che il "Jobs Act delle partite IVA" si rivolge solo ad una piccola parte degli autonomi (appena 220.000 partite IVA) della larga fetta (almeno 1 milione e mezza di lavoratori afferenti alle Casse private sono totalmente fuori). Zanetti ha risposto che lo Stato non può intervenire sulle Casse previdenziali private e ha chiesto provocatoriamente se gli autonomi vogliano una chiusura delle Casse private andando tutti in Gestione Separata INPS. La risposta unanime "si" ha colto di sorpresa Zanetti che ha, però, risposto nel modo peggiore possibile affermando che un'istanza così forte deve provenire da rappresentanze oggettivamente qualificate delle categorie professionali e ammettendo di non aver sentito mai Ordini e Consigli Nazionali, unici interlocutori qualificati per il Governo, fare queste richieste. Questa affermazione non ha ricevuto la replica di nessuna delle Associazioni presenti, alcune delle quali da anni si batte per l'autonomia delle professioni e la necessità di essere tutelati da Associazioni libere piuttosto che da Enti pubblici non "rappresentativi" ma ad iscrizione obbligatoria, non riucendo ad esprimere forse il concetto più importante dibattuto nei giorni antecedenti alla trasmissione sui canali social e forum del web: la vera rappresentatività delle professioni ordinistiche.
Per ultimo è stato affrontato il problema dei ritardi dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazione e quello dell'equo compenso e il dibattito si è chiuso con una vero e proprio spot di Landini, occupando una parte del tempo per problematiche e temi certamente importanti ma che probabilmente sarebbe stato più utile impiegare per puntualizzare alcune tematiche su cui si è sorvolato un po' troppo. In definitiva la trasmissione è certamente servita a rendere visibili a tutti i disagi di un'intera categoria professionale ma personalmente ritengo sia stata un'occasione mancata che avrebbe potuto essere sfruttata meglio.
A cura di Ing. Gianluca Oreto
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