Certificato di Stabilità, fascicolo del fabbricato e l'arte dell'arrangiarsi
Come spesso accade nel nostro Paese, all'indomani del tragico disastro di Torre Annunziata è partito un tam tam mediatico con numeri, statistiche, proposte e...
Come spesso accade nel nostro Paese, all'indomani del tragico disastro di Torre Annunziata è partito un tam tam mediatico con numeri, statistiche, proposte e considerazioni da far rabbrividire.
Lo stesso Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio si è avventurato in alcune dichiarazioni. "Com'è obbligatoria la certificazione energetica degli immobili - ha affermato Delrio ai media nazionali - nei futuri contratti d'affitto e di compravendita lo sarà anche la certificazione statica. In Italia manca una classificazione ufficiale degli edifici. Abbiamo tuttavia introdotto l'obbligo della certificazione energetica, e ora pensiamo di proseguire su questa strada anche per la sicurezza statica. Non avendo potuto imporre per legge il libretto del fabbricato - spiega - abbiamo cercato di rendere appetibile con gli incentivi l'esame e l'adeguamento statico degli immobili. Ma è chiaro che a questo punto si rende necessario un salto di qualità culturale dei proprietari".
Benché mosso certamente da nobili intenzioni e probabilmente sull'onda dell'emotività, il ministro Delrio probabilmente non è a conoscenza che mentre una certificazione energetica può riguardare la singola unità immobiliare, e quindi si può obbligare il singolo proprietario a dotarsi del certificato in caso di compravendita e locazione, diverso è il caso della certificazione statica che non può riguardare il singolo appartamento ma deve coinvolgere necessariamente l'intero fabbricato. Fatto sta che in Italia si parla di prevenzione solo dopo terremoti, alluvioni, crolli o altri eventi che ci ricordano quanto fragili siano i territori che abitiamo.
Sull'argomento e alle dichiarazioni del Ministro Delrio hanno replicato il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, l'ex Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano, il Presidente Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, il presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati, Giampiero Giovannetti, e il Presidente di Confedertecnica, Calogero Lo Castro, con argomentazioni molto interessanti.
Da una parte, Zambrano e Graziano hanno invocato nuovamente l'obbligatorietà del fascicolo del fabbricato come strumento per conoscere lo stato del patrimonio edilizio italiano, dall'altra Spaziani Testa che ha definito il fascicolo solo un'illusione che aprirà nuovi mercati a professionisti in cerca di lavoro facile e garantito, senza i benché minimi effetti concreti sugli edifici.
Armando Zambrano: "Il Fascicolo del Fabbricato è uno strumento determinante per conoscere le criticità di un edificio".
“L’annuncio dell’introduzione del certificato di stabilità - ha affermato Armando Zambrano - è una cosa opportuna da parte del Governo. Il Sismabonus, in questo senso, è un bel passo in avanti, anche se sono necessarie delle modifiche normative per renderlo meglio attuabile. Va detto, però, che non possiamo aspettare che siano i condomini e i proprietari di immobili ad avviare determinate procedure. Bisogna far sì che si abbia una conoscenza più ampia dello stato degli immobili, in modo da poter stabilire se e come è necessario intervenire per garantirne la sicurezza”.
“Da anni - prosegue Zambrano - come Consiglio Nazionale degli Ingegneri e come Rete Professioni Tecniche chiediamo l’istituzione del fascicolo del fabbricato. Riteniamo, infatti, che sia uno strumento determinante per conoscere le criticità di un edificio. Cominciano a rendersene conto anche gli organi di informazione che da un po’ di tempo lo indicano come una determinante fonte di conoscenza dello stato delle nostre case. Purtroppo, però, in questi anni determinate lobby, soprattutto quelle dei proprietari immobiliari, avanzando motivazioni a volte piuttosto fantasiose hanno lavorato per evitarne l’introduzione, facilitati dall’indifferenza colpevole della politica”.
"In Italia - conclude Zambrano - abbiamo circa 20 milioni di edifici costruiti prima che venisse introdotta la normativa sul rischio sismico che ha imposto regole più stringenti nel settore delle costruzioni. In questo senso, dopo l’iniziativa di Delrio, ci aspettiamo un ulteriore sforzo dal mondo della politica, anche nella direzione dell’introduzione del fascicolo del fabbricato".
Gian Vito Graziano: "Il Fascicolo del Fabbricato come dossier che traccia la storia dell'immobile".
"La parola fascicolo del fabbricato - ha affermato Gian Vito Graziano durante un'intervista a Radio Anch'io - rimanda ad una sorta di dossier che possa tracciare la storia dell'immobile, da quella geologica a quella impiantistica. Le NTC hanno dato un input perché si avviasse un percorso del genere ma tutto è rimasto poi inascoltato. Il certificato non deve servire per solo le compravendite per garantire la sicurezza degli immobili ma deve essere utilizzato da chi deve effettuare un intervento nella singola unità immobiliare".
Sull'argomento Graziano in tempi diversi aveva affermato "L'obiettivo della sicurezza strutturale è sempre stato invocato da tutti, ma perlopiù come risultato da raggiungere, senza avere cognizione del modo per farlo. L'esigenza di una prioritaria e particolareggiata conoscenza non è mai sfuggita invece a chi per anni ha proposto instancabilmente l'istituzione del cosiddetto "fascicolo del fabbricato" quale base di partenza per la conoscenza propedeutica al raggiungimento di standard di sicurezza".
Graziano aveva anche affermato "non posso pensare che non si debba fare prevenzione medica, perché questa favorisce i medici, né che non si debba fare lotta all'illegalità perché questa comporta i concorsi per magistrati. Ben vengano medici e magistrati, se attraverso il loro lavoro avremo una salute migliore e una società meno corrotta. Ben venga il lavoro per quelle professioni che sappiano fornire un quadro di conoscenze appropriato alle necessità di sicurezza degli edifici, perché è questa è una vera esigenza sociale di questo Paese, la cui storia sismica dovrebbe insegnarci molto in termini di comportamenti, di investimenti, di strategie e naturalmente di prevenzione. Con il rischio dovremo ancora convivere, ma per farlo senza soccombere dobbiamo conoscere analiticamente le condizioni di salute delle nostre case, dei nostri uffici e delle nostre scuole".
"L'idea - ha affermato Graziano - è sempre la stessa, quella di creare un vero e proprio dossier per gli edifici esistenti, entro cui inserire tutti i dati di conoscenza dello status in cui si trova l'immobile, dagli aspetti strutturali, a quelli geologici, impiantistici, manutentivi, ecc., rilevandone le criticità e individuandone i rimedi. Nel passato mi è piaciuto chiamarlo "libretto sanitario" perché ritengo che per ogni edificio sia possibile fare una diagnosi e, se riscontrato in non in perfette condizioni di salute, operare adeguatamente per conferirgli i livelli di sicurezza necessari".
Giorgio Spaziani Testa: "Il "Patentino" per le Case?un'altra tassa"
Diametralmente opposto il pensiero di Giorgio Spaziani Testa che, rispondendo ad un recente articolo di Sergio Rizzo che ha definito libretto casa un “Salvavita” che da solo non ce l’avrebbe fatta a salvare quelle vite, ma un allarme lo avrebbe fatto scattare, si è detto particolarmente sconfortato. Secondo Spaziani Testa "Anche un bambino è in grado di comprendere che, in un libretto come quello immaginato, l’operatore disonesto scriverebbe cose diverse da quelle che effettivamente realizza, con ciò svuotandolo di qualsiasi (eventuale) utilità, come lascia intendere con efficacia il professor Edoardo Cosenza, ordinario di Tecnica delle costruzioni e autorità indiscussa della materia. Così come è evidente a chiunque conosca l’Italia che la richiesta di questo obbligo giunge ciclicamente (e persino – tristemente – poche ore dopo una tragedia) da professionisti in cerca di lavoro facile e garantito (attraverso l’ennesimo pezzo di carta)".
Spaziani Testa afferma che "il libretto non servirebbe allo scopo indicato e sarebbe addirittura dannoso, perché creerebbe illusioni. Lo ha ben spiegato qualche tempo fa il professor Camillo Nuti, ordinario di Tecnica delle costruzioni, membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici e consulente della Protezione civile: Sul fascicolo del fabbricato si illudono le persone. La sicurezza di un fabbricato è una cosa estremamente complessa che non può essere demandata a una cartella che contiene documenti".
Giampiero Giovannetti: "Sì all’istituzione di un certificato di stabilità obbligatorio per gli edifici, ma all’interno di un piano complessivo di prevenzione e sicurezza".
Il Presidente dei periti industriali Giovannetti ha ricordato come un certificato di stabilità per gli edifici sia utile solo se inserito all’interno di un piano complessivo di prevenzione e sicurezza. "Perché questo intervento da solo non basta a prevenire tutti gli eventi drammatici che possono derivare da fughe di gas, esplosioni elettriche, impianti non a norma”.
Secondo Givannetti "Si tratta senz’altro di uno strumento importante che però non previene tutti quegli altri episodi che mettono a rischio quotidianamente il livello di sicurezza delle nostre abitazioni. E per capirlo è sufficiente leggere qualche dato". I dati a cui si riferisce sono quelli del Centro studi del Cnpi per i quali:
il 74,1% degli edifici residenziali è stato costruito prima degli anni 80 e circa un quarto (25,9%) prima della seconda guerra mondiale (anzianità che si ripercuote anche sullo stato di conservazione complessivo);
- oltre 2 milioni, vale a dire il 16,9% del totale, degli gli edifici residenziali si trovano in mediocre (15,2%) o pessimo (1,7%) stato di conservazione e dove quindi gli interventi manutentivi risultano più invasivi ed onerosi;
- sono stati realizzati più di 150 mila interventi di soccorso negli edifici, prodotti da problemi di cattive condizioni statiche tra crolli o cedimenti (più di 48 mila interventi), da fughe di gas (23 mila) e da incendi ed esplosioni prodotti da cattive condizioni degli impianti o dei macchinare presenti nelle abitazioni (quasi 84 mila);
- negli ultimi cinque anni, le persone infortunate a causa di crolli o cedimenti strutturali nelle abitazioni, fughe di gas, incendi ed esplosioni da cause elettriche o cattivo funzionamento di impianti avvenuti nelle abitazioni rilevate a seguito di interventi dei vigili del fuoco sono state 3368 mentre i morti 631, al pari di quello prodotto dagli ultimi due terremoti (634).
"Queste cifre - afferma Giovannetti - ci obbligano a guardare al problema sicurezza nella sua globalità, perché mettono in evidenza un dato allarmante: non sono solo i danni strutturali la causa di vittime e infortuni, ma una molteplicità di fattori (fughe di gas, impianti non a norma). Mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare italiano però è possibile, così come si può ottenere una mappatura ragionata dell’intero complesso edilizio. Da oltre dieci anni diciamo che la risposta per noi è nell’introduzione del Fascicolo del fabbricato che permette un’azione a tutto tondo: dalla prevenzione dal rischio sismico e da impianti elettrici non a norma, fino alla dispersione energetica e alla conoscenza complessiva del patrimonio abitativo".
Calogero Lo Castro:"E' ora di dire basta. In Italia siamo davanti ad una tragedia continua, con un numero di vittime che non ha uguali negli altri Paesi occidentali".
"Noi - ha affermato il Presidente di Confedertecnica, Calogero Lo Castro - richiamiamo il Governo e il legislatore sulla criticità dello stato conservativo degli immobili italiani da anni. Lo abbiamo trattato in convegni, appelli, dichiarazioni accorate più volte anche nell'ultimo periodo, senza un riscontro vero da parte delle istituzioni chiamate in causa".
"In un Paese dove si richiede ogni tipo di certificazione, dove la burocrazia è sempre più asfissiante, esiste l'obbligo di certificazione energetica ma non quello della certificazione di stabilità dell'immobile. Esiste la verifica sull'obbligatorietà dei contabilizzatori di calore, ma nessuna verifica sulle fondamenta delle case. Non esistono piani di manutenzione degli edifici pubblici e sono ancora sottoutilizzati gli incentivi per le manutenzioni private. Con il risultato che ogni tanto un palazzo viene giù. Si scava tra le macerie, si celebrano le esequie e pochi giorni dopo tutto torna come prima. La presunta, prospettata priorità per l'argomento viene derubricata. Mentre gli immobili tremano e infine crollano, a rimanere immobile in Italia rimane la politica".
"Basterebbe - conclude Lo Castro - una legge di un articolo: è istituito l'obbligo di ottenere il Certificato di Stabilità per ciascuna proprietà immobiliare. Vediamo se il Parlamento riuscirà nell'impresa".
Un antico proverbio recita "mentre il dottore studia, il paziente muore". La speranza è che in Italia si cominci a parlare seriamente di prevenzione senza episodi straordinari scatenanti, ma la sensazione è che l'arte dell'arrangiarsi sia ancora la preferita in una società che mira a risolvere la straordinarietà mortificando l'ordinario e in cui la mediocrità e la banalità escono sempre con toni forti e rudi, dimenticando che "il buon argomento deve uscire dalla mente senza fumo, fuoco e col minore rumore possibile". Nel frattempo, ricordando il buon Paolo Villaggio, "io speriamo che me la cavo".
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