Superbonus 110%: l'impatto economico nello studio di Open Economics e Luiss Business School
Analisi d’impatto economico relativamente al Superbonus 110%, con spese per interventi antisismici e di efficientamento energetico
Arriva un’analisi effettuata da Open Economics e Luiss Business School utilizzando un modello computazionale di equilibrio economico generale basato sulla Matrice di Contabilità Sociale italiana aggiornata al 2020. Il lavoro mira a stimare il valore aggiunto complessivo prodotto dall’incremento di spesa per i lavori di ristrutturazione, l’incremento del valore patrimoniale degli immobili, la quantificazione dell’efficientamento energetico generato, la riduzione del costo delle bollette e le conseguenze di regime sull’intero sistema economico.
Analisi di impatto economico
Si tratta dell’analisi d’impatto economico relativamente al cosiddetto Superbonus 110%, che comprende spese per interventi antisismici e di efficientamento energetico sugli edifici disciplinato dagli articoli 119 e 121 del Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 34 (cosiddetto decreto Rilancio) convertito dalla legge 16 luglio 2020, n. 77.
Scenario considerato da OpenEconomics
OpenEconomics ha stimato in via preliminare che, nello scenario considerato di un incremento delle spese edilizie di 8,75 miliardi di euro, si registrerebbe un incremento del valore aggiunto complessivo del Paese di 16,64 miliardi nel periodo di attuazione del provvedimento (ai quali si potrebbero aggiungere 1,91 miliardi nell’economia sommersa). Questo incremento sarebbe il risultato della mobilitazione di risorse a seguito dell’incremento di domanda aggregata causato dal provvedimento. A tale incremento si sommerebbe un ulteriore incremento di 13,71 miliardi negli 8 anni successivi (oltre a 1,35 miliardi nell’economia sommersa) come risultato dei benefici prodotti dai progetti realizzati, che presenterebbero un rendimento significativo. Anche se i risultati delle simulazioni sinora effettuate sono incoraggianti, è opportuno rilevare che, per un dato incremento di spesa, le stime di breve termine sono più attendibili a differenza di quelle di lungo termine, che sono più difficili da valutare, anche perché dipendono dall’efficienza dei progetti che verranno realizzati. Questa considerazione prudenziale va ad aggiungersi a quella, già citata, che riguarda la dimensione dell’incremento della spesa per edilizia abitativa.
Impatto negativo per 811 milioni di euro
Tra i risultati principali dell’analisi emerge che nel decennio, l’impatto netto attualizzato del provvedimento sul disavanzo pubblico sarebbe negativo per 811 milioni di euro, come risultato di un’espansione del gettito di 3,94 miliardi nel periodo di vigenza delle detrazioni, grazie alle maggiori entrate generate dalla crescita del valore aggiunto, seguita da una contrazione netta di 4,75 miliardi negli 8 anni successivi, dovuta a un maggiore gettito di 3,58, da un lato, e una riduzione di entrate per effetto delle detrazioni fiscali di 8,33, dall’altro. Tale stima deve tuttavia essere letta con cautela non solo per l’incertezza che riguarda l’incremento della spesa per edilizia abitativa, ma anche perché a fronte di un determinato importo delle detrazioni, che ha un riscontro quantitativo ben preciso sul disavanzo pubblico, la variazione delle entrate dovuta all’espansione del valore aggiunto è incerta, in quanto legata ai risultati della simulazione. E’ opportuno anche sottolineare che l’analisi ha messo in rilievo un effetto significativo sull’economia sommersa e che tale effetto potrebbe tradursi in significativi benefici conseguenti all’emersione di base fiscale.
Tra i risultati principali dell’analisi emerge che, a fronte di un aumento della spesa per edilizia abitativa pari a 8,75 miliardi nel triennio 2020-2022, si registrerebbe un incremento del valore aggiunto complessivo per il Paese di 16,64 miliardi nel periodo di attuazione del provvedimento e un ulteriore incremento di 13,71 miliardi negli 8 anni successivi a fronte di un impatto netto attualizzato sul disavanzo pubblico pari a -811 milioni di euro.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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