ABUSIVISMO IN CALO NEL 2005
Secondo i dati raccolti dal Cresme e resi noti dal rapporto "Ecomafie 2006" elaborato da Legambiente, l'abusivismo edilizio, nel corso del 2005, si è mostrat...
Secondo i dati raccolti dal Cresme e resi noti dal rapporto
"Ecomafie 2006" elaborato da Legambiente,
l'abusivismo edilizio, nel corso del 2005, si è mostrato in calo
mentre hanno avuto una forte crescita i reati legati allo
smaltimento dei rifiuti. Per quanto riguarda l'abusivismo edilizio,
infatti, le nuove costruzioni abusive realizzate nel 2005 sono
state 31mila rispetto alle 41mila del 2004, in calo del 13%; è
cresciuto, invece, il numero dei sequestri degli immobili, ovvero
2127, in crescita del 27% rispetto al 2004 e le persone denunciate
sono state 7912.
Per quanto riguarda la mappa degli abusivismi restano ai primi posti le regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania in primis (con il 15,6% dei reati italiani), seguita da Calabria Sicilia e Puglia. Secondo Legambiente questa flessione è dovuta allo sgonfiamento dell’effetto condono e al fatto che nell’ultimo periodo ci si è orientati verso le opere, cosi dette, di completamento quali, ad esempio, piccoli ampliamenti di alloggi unifamiliari, ristrutturazioni con piccoli incrementi volumetrici, abitabilità per sottotetti, ampliamenti e destinazioni d’uso variate per annessi agricoli, apertura di finestra e creazione di verande e divisori: su 30 milioni di abitazioni esistenti questi abusi riguardano circa 700mila casi e non hanno collocazione geografica.
Alto è risultato, anche, l'abusivismo nelle aree protette e i sequestri degli immobili: nel triennio 2003-2005 le forze dell'ordine hanno accertato 2973 casi di abusivismo nei parchi e in diverse zone protette e hanno effettuato sequestri, per lo più nel Lazio (345 casi), Toscana (176) e Liguria (158), per circa 155 milioni di euro.
Per quanto riguarda, invece, lo smaltimento dei rifiuti l’ecomafia comincia ad impadronirsi anche del Nord: nel 2005 il traffico di rifiuti è cresciuto del 16,5% rispetto al 2004, superando i confini delle regioni a tradizionale presenza mafiosa e spingendosi sino al Veneto, al Trentino e al Friuli Venezia Giulia. Nel 2005 sono da segnalare 4797 infrazioni in più rispetto al 2004, 1906 sequestri (200 in più del 2004) e 5221 denunce. La regione con maggiori infrazioni risulta essere la Puglia con 597 reati, il 12,4 di quelli italiani, seguita dalla Campania con 514 reati e una percentuali del 10,8% di quelli italiani e poi dal Veneto con 389 reati e una percentuale del 8,1% di quelli italiani; resta stabile al quarto posto la Sicilia con 340 reati e una percentuale del 7,1% di quelli italiani.
Questo trend che coinvolge le regioni a lungo distanti da questo business è confermato anche dalle procure impegnate nelle indagini: 23 al Centro-Nord contro le 12 al Sud.
Da segnalare anche come siano spariti nel nulla 18,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali di cui non si conosce ne’ la reale produzione, ne’ se vengano recuperati, trattati o smaltiti e che il procuratore antimafia Piero Grasso propone, per evitare ulteriori problemi all’ambiente, di far pagare una tassa ridotti dei rifiuti a chi collabora al corretto smaltimento.
Per quanto riguarda la mappa degli abusivismi restano ai primi posti le regioni a tradizionale presenza mafiosa: Campania in primis (con il 15,6% dei reati italiani), seguita da Calabria Sicilia e Puglia. Secondo Legambiente questa flessione è dovuta allo sgonfiamento dell’effetto condono e al fatto che nell’ultimo periodo ci si è orientati verso le opere, cosi dette, di completamento quali, ad esempio, piccoli ampliamenti di alloggi unifamiliari, ristrutturazioni con piccoli incrementi volumetrici, abitabilità per sottotetti, ampliamenti e destinazioni d’uso variate per annessi agricoli, apertura di finestra e creazione di verande e divisori: su 30 milioni di abitazioni esistenti questi abusi riguardano circa 700mila casi e non hanno collocazione geografica.
Alto è risultato, anche, l'abusivismo nelle aree protette e i sequestri degli immobili: nel triennio 2003-2005 le forze dell'ordine hanno accertato 2973 casi di abusivismo nei parchi e in diverse zone protette e hanno effettuato sequestri, per lo più nel Lazio (345 casi), Toscana (176) e Liguria (158), per circa 155 milioni di euro.
Per quanto riguarda, invece, lo smaltimento dei rifiuti l’ecomafia comincia ad impadronirsi anche del Nord: nel 2005 il traffico di rifiuti è cresciuto del 16,5% rispetto al 2004, superando i confini delle regioni a tradizionale presenza mafiosa e spingendosi sino al Veneto, al Trentino e al Friuli Venezia Giulia. Nel 2005 sono da segnalare 4797 infrazioni in più rispetto al 2004, 1906 sequestri (200 in più del 2004) e 5221 denunce. La regione con maggiori infrazioni risulta essere la Puglia con 597 reati, il 12,4 di quelli italiani, seguita dalla Campania con 514 reati e una percentuali del 10,8% di quelli italiani e poi dal Veneto con 389 reati e una percentuale del 8,1% di quelli italiani; resta stabile al quarto posto la Sicilia con 340 reati e una percentuale del 7,1% di quelli italiani.
Questo trend che coinvolge le regioni a lungo distanti da questo business è confermato anche dalle procure impegnate nelle indagini: 23 al Centro-Nord contro le 12 al Sud.
Da segnalare anche come siano spariti nel nulla 18,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali di cui non si conosce ne’ la reale produzione, ne’ se vengano recuperati, trattati o smaltiti e che il procuratore antimafia Piero Grasso propone, per evitare ulteriori problemi all’ambiente, di far pagare una tassa ridotti dei rifiuti a chi collabora al corretto smaltimento.
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