ACCESA LA DISCUSSIONE SUL PIANO - CASA
"Il nuovo piano casa è prima di tutto incostituzionale, ma soprattutto è una sorta di condono rovesciato, preventivo, dove si permette per un anno un saccheg...
"Il nuovo piano casa è prima di tutto incostituzionale, ma
soprattutto è una sorta di condono rovesciato, preventivo, dove si
permette per un anno un saccheggio generalizzato del territorio,
per poi scaricare sui Comuni la contabilità sociale e ambientale di
quanto autorizzato.» Così l'assessore regionale
all'urbanistica Riccardo Conti è intervenuto
questa mattina sul nuovo decreto del Governo al centro della
discussione Stato – Regioni. «Il provvedimento -
prosegue Conti - mette in moto una serie di
attività solo edilizie, ed è necessaria la massima prudenza nel
metterlo in atto. La proposta di Berlusconi non crea ricadute
importanti sul sistema economico complessivo e sfrutta al massimo
una delle più importanti risorse del Paese (la città costruita),
senza la dovuta attenzione all’assetto urbano in termini di
funzioni, servizi, spazi collettivi. Questi interventi sembrano
rivolti prevalentemente a una zona grigia di economia informale che
ha avuto la sua fortuna in epoca di boom edilizio, a specifiche
categorie di investitori, come gli improvvisati operatori
economici, gli scambi spuri di diritti edificatori."
In Toscana, già oggi, con il Pit e le semplificazioni introdotte nel piano non è più necessaria l’autorizzazione paesaggistica, ma basta la Dia nelle zone vincolate per legge (oltre il 50% del territorio regionale fascia costiera di 300 metri, aree boscate, fasce limitrofe ai corsi d’acqua per 150 metri, aree d’interesse archeologico, ecc.).
Il PIT e la legge 1 del 2005 permettono per esempio, con una semplice Dia (dichiarazione di inizio attività) operativa in 20 giorni, di realizzare sul 50% del territorio toscano interventi di manutenzione ordinaria con mutamento dell’aspetto esteriore degli immobili e manutenzione straordinaria; interventi di restauro e risanamento conservativo, così come di ristrutturazione edilizia, necessari al superamento delle barriere architettoniche ed all’adeguamento degli immobili per le esigenze dei disabili, anche in aggiunta ai volumi esistenti. Sono possibili, inoltre, demolizioni di edifici o di manufatti, opere di reinterro e di scavo, occupazioni di suolo ed installazione di manufatti, anche prefabbricati, nonché di strutture atte a soddisfare esigenze meramente temporanee, ma anche opere di urbanizzazione primaria.
A seguito dell'approvazione di ieri, in Giunta, di un'integrazione al Pit, ora all'esame del Consiglio, saranno snellite le procedure e ci saranno fino a 70.000 piccoli atti in meno da gestire sul territorio regionale. Il decreto appare incostituzionale, visto che il suo oggetto (norme edilizie ed urbanistiche) rientra nel governo del territorio, materia concorrente affidata alle Regioni (secondo l'art.117) e non tiene conto di quanto in Toscana ad oggi è già realizzabile con il Pit e la legge 1/2005.
"Infine conclude Conti la strada indicata dal decreto per lo snellimento corre il rischio di dar vita ad un anno di dissesto urbanistico con tante complicazioni successive, con effetto domino, che potranno comportare un rischio di ritorno negativo in termini di blocco delle attività edilizie qualificate e di prospettive di investimento pubblico e privato sulle città, che notoriamente sono il cuore e il motore dell’economia, da sempre. Se poi vogliamo aprire una discussione seria per migliorare ulteriormente le procedure, noi siamo disponibili a sederci intorno a un tavolo e ad aprire il confronto. Ma non a costo di stravolgere il nostro territorio».
In Toscana, già oggi, con il Pit e le semplificazioni introdotte nel piano non è più necessaria l’autorizzazione paesaggistica, ma basta la Dia nelle zone vincolate per legge (oltre il 50% del territorio regionale fascia costiera di 300 metri, aree boscate, fasce limitrofe ai corsi d’acqua per 150 metri, aree d’interesse archeologico, ecc.).
Il PIT e la legge 1 del 2005 permettono per esempio, con una semplice Dia (dichiarazione di inizio attività) operativa in 20 giorni, di realizzare sul 50% del territorio toscano interventi di manutenzione ordinaria con mutamento dell’aspetto esteriore degli immobili e manutenzione straordinaria; interventi di restauro e risanamento conservativo, così come di ristrutturazione edilizia, necessari al superamento delle barriere architettoniche ed all’adeguamento degli immobili per le esigenze dei disabili, anche in aggiunta ai volumi esistenti. Sono possibili, inoltre, demolizioni di edifici o di manufatti, opere di reinterro e di scavo, occupazioni di suolo ed installazione di manufatti, anche prefabbricati, nonché di strutture atte a soddisfare esigenze meramente temporanee, ma anche opere di urbanizzazione primaria.
A seguito dell'approvazione di ieri, in Giunta, di un'integrazione al Pit, ora all'esame del Consiglio, saranno snellite le procedure e ci saranno fino a 70.000 piccoli atti in meno da gestire sul territorio regionale. Il decreto appare incostituzionale, visto che il suo oggetto (norme edilizie ed urbanistiche) rientra nel governo del territorio, materia concorrente affidata alle Regioni (secondo l'art.117) e non tiene conto di quanto in Toscana ad oggi è già realizzabile con il Pit e la legge 1/2005.
"Infine conclude Conti la strada indicata dal decreto per lo snellimento corre il rischio di dar vita ad un anno di dissesto urbanistico con tante complicazioni successive, con effetto domino, che potranno comportare un rischio di ritorno negativo in termini di blocco delle attività edilizie qualificate e di prospettive di investimento pubblico e privato sulle città, che notoriamente sono il cuore e il motore dell’economia, da sempre. Se poi vogliamo aprire una discussione seria per migliorare ulteriormente le procedure, noi siamo disponibili a sederci intorno a un tavolo e ad aprire il confronto. Ma non a costo di stravolgere il nostro territorio».
Fonte: Regione Toscana
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