AFFIDAMENTO IN HOUSE SOTTOPOSTA ALL'AUTORITÀ GARANTE PER LA CONCORRENZA E I MERCATI

Meno affidamenti in house e gara obbligatoria per la concessione d imprese private dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (acqua, gas, energia, t...

11/09/2009
Meno affidamenti in house e gara obbligatoria per la concessione d imprese private dei servizi pubblici locali di rilevanza economica (acqua, gas, energia, trasporto e rifiuti). Questo, in sintesi, il contenuto della seduta del Consiglio dei Ministri n. 61 del 9 settembre 2009, in cui su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, è stato completato l'esame del decreto-legge finalizzato al rapido assolvimento di obblighi nei confronti dell'Unione europea e ad ovviare a procedure di infrazione a seguito di ritardato o non corretto recepimento di direttive comunitarie.

In particolare, per quanto concerne i servizi pubblici locali di rilevanza economica, al fine di incrementare la spinta liberalizzatrice in un quadro regolatorio certo e chiaro, il decreto-legge messo a punto dal governo incentiva l'iniziativa dei soggetti privati, riduce i costi per le pubbliche amministrazioni e garantisce la migliore qualità dei servizi resi agli utenti. L'affidamento a società mista pubblica e privata mediante procedura ad evidenza pubblica per la selezione del socio operativo (gara a doppio oggetto) rientra tra le modalità ordinarie di affidamento della gestione dei servizi pubblici locali, in linea con la Comunicazione interpretativa della Commissione europea del 5 febbraio 2008 sull'applicazione del diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni ai partenariati pubblico-privato istituzionalizzati, prevedendo, contestualmente, che al socio privato sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40%.

Il decreto-legge, al fine di eliminare uno degli aspetti di maggiore criticità emersi in sede di applicazione della vigente normativa, fissa un regime transitorio relativamente breve per gli affidamenti non conformi alla nuova disciplina di adeguamento al diritto comunitario, che dovranno cessare entro e non oltre il 2011.

In via del tutto straordinaria, è stata, inoltre, prevista un'ipotesi di affidamento "in house" della gestione, ma questa dovrà essere sottoposta a stringenti requisiti verificati dall'Autorità garante per la concorrenza e i mercati. Nel caso di mancata espressione del parere dell'Autorità entro sessanta giorni dalla richiesta, sarà valido il silenzio assenso.
Infine, il decreto legge contiene altri interventi che riguardano i divieti rivolti a soggetti titolari di affidamenti diretti relativamente all'acquisizione della gestione di servizi ulteriori o in ambiti diversi e alla partecipazione a procedure ad evidenza pubblica per l'affidamento, nonché l'assoggettabilità al patto interno di stabilità cui devono essere sottoposte le sole società "in house" affidatarie della gestione di servizi pubblici locali.

L'approvazione del decreto legge da parte del Consiglio dei Ministri ha suscitato grande soddisfazione nel Ministro degli Affari Regionali e Autonomie Locali Raffaele Fitto in quale ha affermato che "Emendando l'articolo 23 -bis del decreto legge 112 del 2008, la norma approvata risolve alcuni nodi interpretativi dell'applicazione della precedente norma in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica".

"Come è noto - ha proseguito Fitto - l'articolo 23 bis introduce una disciplina comune per il conferimento della gestione, per la definizione della transizione al nuovo regime con una serie di norme a carico dei soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non conferiti mediante procedure competitive e affida al Governo il compito di emanare un regolamento di delegificazione. Il decreto legge approvato oggi dal Consiglio dei Ministri ha il fine di aumentare la liberalizzazione dei servizi pubblici locali agevolando l'iniziativa dei privati, riducendo i costi per le pubbliche amministrazioni e garantendo una migliore qualità per gli utenti."

Per quanto riguarda gli affidamenti diretti alle imprese quotate in Borsa viene contemperato l'interesse ad una maggiore concorrenza a quello della tutela del risparmio, disponendosi una riduzione della partecipazione pubblica tale da valorizzare il ruolo degli investitori privati e delle fondazioni dai quali potrebbe giungere un prezioso contributo di capitali, come auspicato dalla stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato.

"Al fine di completare, entro la fine dell'anno, il riassetto del settore - ha concluso il Ministro Fitto - avvierò, nei prossimi giorni, il confronto con le parti interessate per la finalizzazione del regolamento attuativo".

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