ALLARME RIBASSI: LE DOMANDE AI MAGGIORI ESPONENTI DELLE LIBERE PROFESSIONI
Cinque domande per cinque presidenti La crisi economica a livello globale, che, in verità, dà qualche segno di timida ripresa, raggiunge con ritardo le prof...
Cinque domande per cinque presidenti
La crisi economica a livello globale, che, in verità, dà qualche segno di timida ripresa, raggiunge con ritardo le professioni tecniche che, in atto, si devono scontrare anche con problemi strutturali legati:
- alle procedure di affidamento;
- alla derogabilità dei minimi di tariffa ed agli attuali ribassi;
- alla dignità della professione;
- alla riforma delle professioni;
- alle misure per superare l’attuale crisi.
Il portale Lavoripubblici.it ha, recentemente, affrontato il tema legato alle libere professioni, alle tariffe ed al massimo ribasso nelle gare di progettazione, riscontrando un acceso coinvolgimento dei lettori che ne hanno manifestamente pronunciato il proprio interesse.
Alla luce della grande partecipazione, che ha portato oltre 1.500 commenti in pochi giorni, si ritiene interessante oltre che necessaria la partecipazione dei maggiori esponenti delle categorie professionali più interessate. Sui cinque problemi precedentemente individuati, hanno annunciato la loro risposta:
Sulle procedure di affidamento
Le procedure di affidamento di incarichi di progettazione, sicurezza, direzione dei lavori e collaudo di importo pari o superiore a 100.000,00 devono in atto, nel rispetto del codice dei contratti, essere rispettose delle regole dettate per i contratti di rilevanza comunitaria mentre la soglia per sottostare a tale obbligo sarebbe di 206.000,00.
Gli incarichi al di sotto della soglia di 100.000,00 Euro devono essere, invece, affidati nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza secondo il criterio del prezzo più basso o il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
In atto, nella quasi totalità dei casi, la scelta delle amministrazioni è quella dell’aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso, senza esclusione automatica delle offerte anormalmente basse e con tale sistema sono stati riscontrati ribassi che hanno raggiunto, nello scorso mese di ottobre, una percentuale pari al 35,4% con una punta massima del 73,00% (Fonte: Oice).
Presidente, perché negli affidamenti degli incarichi il sistema più utilizzato è quello del prezzo più basso e non quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa?
Sulla derogabilità dei minimi di tariffa e sugli attuali ribassi
Il decreto "Bersani" del 2006 e le modifiche introdotte nel Codice dei contratti, per ultimo dal terzo decreto correttivo, hanno generalizzato in Italia sia la derogabilità non soltanto ai minimi di tariffa sia la non obbligatorietà dell’utilizzazione delle tariffe stesse come base di riferimento per la determinazione dell’importo a base d’asta.
Sul problema legato ai ribassi "selvaggi" che, in certi casi raggiungono percentuali maggiori del 50% si pone il problema legato alla qualità del servizio offerto dal professionista ma, anche, al ruolo dei Consigli provinciali quando si parla di concorrenza tra i professionisti.
Certo, se per gli affidamenti continua ad essere utilizzato il sistema del prezzo più basso è difficile pensare ad un ripristino delle inderogabilità delle tariffe professionali, ma certamente occorre un minimo di correttivo al fine di riportare i ribassi sui binari di una leale concorrenza.
Presidente, qual è l’idea del suo Consiglio in merito al problema relativo alla derogabilità dei minimi di tariffa e come pensa che sia possibile evitare i ribassi "selvaggi"?
Sulla dignità della professione
In un sondaggio sul problema legato ai ribassi nelle gare di progettazione, lanciato qualche giorno fa dal nostro portale, abbiamo ricevuto migliaia di commenti tra i quali parecchi sono stati centrati sulla mancanza di dignità nella professione quando vengono applicati ribassi eccessivi e molti commenti auspicano, anche, la sospensione dei professionisti che applicano tali ribassi.
Noi crediamo che, dal punto di vista deontologico, in senso stretto, tale strada sia difficilmente praticabile ma ci chiediamo se sia possibile trovare un meccanismo idoneo a ridare dignità alla professione e ad evitare il disamore degli iscritti nei riguardi degli Ordini; disamore che in un sondaggio ha portato un professionista a scrivere testualmente “Dal momento che non c'è l'obbligo di iscrizione all'ordine dove si è residenti (lo sapevate?) perchè, in massa, per protesta non ci iscriviamo tutti all'ordine che ne sò.. di …….. e lasciamo sguarniti gli altri ordini e soprattutto senza soldi delle quote? Perchè non mandiamo una lettera di sfiducia al presidente nazionale e andiamo sui giornali? Voglio vedere quando riceve almeno 30.000 lettere di sfiducia se corre subito dai politici a cercare di garantirci! Forse è fantasia ...”
Presidente, ritiene che un ribasso "selvaggio" tolga dignità alla professione ed in tal caso quali meccanismi crede che possano utilizzare i Consigli provinciali e nazionali degli Ordini per porre rimedio ad un problema definito da tutti veramente grave?
Sulla riforma delle libere professioni
Si parla ormai da parecchi anni di riforma delle libere professioni ed alla fine del 2007 il CUP ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare a cui hanno fatto seguito altri disegni di legge depositati alla Camera dei Deputati. Il dibattito è in corso in Commissione legislativa e non sappiamo quale sarà l’esito. A nostro avviso qualsiasi riforma dovrebbe essere ispirata all’insegna della “qualità” e della “correttezza deontologica” dell’attività professionale, nell’interesse del cittadino che è, poi, il soggetto più debole da tutelare.
Nella riforma si dovrebbe porre un’attenzione particolare, tra l’altro, alla formazione professionale continua, agli Albi professionali, ai Consigli degli Ordini, al nuovo ruolo ed alle differenti nuove funzioni degli Ordini ed al riconoscimento del ruolo sindacale.
Presidente, sino a qualche tempo fa le libere professioni tecniche erano molto vicine al CUP che era anche riuscito a presentare una legge di iniziativa popolare. L'attuale posizione delle professioni tecniche sembra più debole. Quali strumenti ritiene, oggi, possano essere utilizzati affinché in questa legislatura veda la luce la riforma delle libere professioni?
Sulle procedure per superare l’attuale crisi
L’attuale crisi economica sta mettendo in ginocchio il sistema delle libere professioni ponendo il grave problema legato alla possibile chiusura di parecchi studi professionali.
Liberalizzazione delle parcelle, spietata concorrenza tra professionisti disposti ad accettare condizioni senza profitto, contratti favorevoli sempre più spesso per i committenti, ritardi dei pagamenti, riduzione di occasioni professionali nel settore pubblico e incertezze da parte della committenza privata, ma anche l'investimento (a fondo perduto) nella definizione del progetto e le spese di gestione dello studio, condizionano, oggi, in maniera drammatica le libere professioni.
Presidente, quali possono essere, secondo Lei tre possibili risposte all’attuale crisi delle libere professioni?
Invitiamo tutti i professionisti a leggere le risposte dei Presidenti che saranno pubblicate a partire da Lunedì prossimo e a partecipare al nostro sondaggio, fornendo una loro risposta alle suddette domande, in modo da rendere partecipi i nostri rappresentanti delle idee provenienti dalla base al fine aprire un tavolo di concertazione virtuale che dia una risposta condivisa ad un problema comune a tutte le professioni tecniche.
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La crisi economica a livello globale, che, in verità, dà qualche segno di timida ripresa, raggiunge con ritardo le professioni tecniche che, in atto, si devono scontrare anche con problemi strutturali legati:
- alle procedure di affidamento;
- alla derogabilità dei minimi di tariffa ed agli attuali ribassi;
- alla dignità della professione;
- alla riforma delle professioni;
- alle misure per superare l’attuale crisi.
Il portale Lavoripubblici.it ha, recentemente, affrontato il tema legato alle libere professioni, alle tariffe ed al massimo ribasso nelle gare di progettazione, riscontrando un acceso coinvolgimento dei lettori che ne hanno manifestamente pronunciato il proprio interesse.
Alla luce della grande partecipazione, che ha portato oltre 1.500 commenti in pochi giorni, si ritiene interessante oltre che necessaria la partecipazione dei maggiori esponenti delle categorie professionali più interessate. Sui cinque problemi precedentemente individuati, hanno annunciato la loro risposta:
- l’arch. Massimo Gallione, presidente Consiglio nazionale Architetti PPC;
- l’ing. Giovanni Rolando, presidente Consiglio nazionale ingeneri;
- il dott. Pietro Antonio De Paola, presidente Consiglio nazionale Geologi;
- l’arch. Braccio Oddi Baglioni, presidente Oice;
- l’arch. Paolo Grassi, presidente Federarchitetti.
Sulle procedure di affidamento
Le procedure di affidamento di incarichi di progettazione, sicurezza, direzione dei lavori e collaudo di importo pari o superiore a 100.000,00 devono in atto, nel rispetto del codice dei contratti, essere rispettose delle regole dettate per i contratti di rilevanza comunitaria mentre la soglia per sottostare a tale obbligo sarebbe di 206.000,00.
Gli incarichi al di sotto della soglia di 100.000,00 Euro devono essere, invece, affidati nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza secondo il criterio del prezzo più basso o il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
In atto, nella quasi totalità dei casi, la scelta delle amministrazioni è quella dell’aggiudicazione con il criterio del prezzo più basso, senza esclusione automatica delle offerte anormalmente basse e con tale sistema sono stati riscontrati ribassi che hanno raggiunto, nello scorso mese di ottobre, una percentuale pari al 35,4% con una punta massima del 73,00% (Fonte: Oice).
Presidente, perché negli affidamenti degli incarichi il sistema più utilizzato è quello del prezzo più basso e non quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa?
Sulla derogabilità dei minimi di tariffa e sugli attuali ribassi
Il decreto "Bersani" del 2006 e le modifiche introdotte nel Codice dei contratti, per ultimo dal terzo decreto correttivo, hanno generalizzato in Italia sia la derogabilità non soltanto ai minimi di tariffa sia la non obbligatorietà dell’utilizzazione delle tariffe stesse come base di riferimento per la determinazione dell’importo a base d’asta.
Sul problema legato ai ribassi "selvaggi" che, in certi casi raggiungono percentuali maggiori del 50% si pone il problema legato alla qualità del servizio offerto dal professionista ma, anche, al ruolo dei Consigli provinciali quando si parla di concorrenza tra i professionisti.
Certo, se per gli affidamenti continua ad essere utilizzato il sistema del prezzo più basso è difficile pensare ad un ripristino delle inderogabilità delle tariffe professionali, ma certamente occorre un minimo di correttivo al fine di riportare i ribassi sui binari di una leale concorrenza.
Presidente, qual è l’idea del suo Consiglio in merito al problema relativo alla derogabilità dei minimi di tariffa e come pensa che sia possibile evitare i ribassi "selvaggi"?
Sulla dignità della professione
In un sondaggio sul problema legato ai ribassi nelle gare di progettazione, lanciato qualche giorno fa dal nostro portale, abbiamo ricevuto migliaia di commenti tra i quali parecchi sono stati centrati sulla mancanza di dignità nella professione quando vengono applicati ribassi eccessivi e molti commenti auspicano, anche, la sospensione dei professionisti che applicano tali ribassi.
Noi crediamo che, dal punto di vista deontologico, in senso stretto, tale strada sia difficilmente praticabile ma ci chiediamo se sia possibile trovare un meccanismo idoneo a ridare dignità alla professione e ad evitare il disamore degli iscritti nei riguardi degli Ordini; disamore che in un sondaggio ha portato un professionista a scrivere testualmente “Dal momento che non c'è l'obbligo di iscrizione all'ordine dove si è residenti (lo sapevate?) perchè, in massa, per protesta non ci iscriviamo tutti all'ordine che ne sò.. di …….. e lasciamo sguarniti gli altri ordini e soprattutto senza soldi delle quote? Perchè non mandiamo una lettera di sfiducia al presidente nazionale e andiamo sui giornali? Voglio vedere quando riceve almeno 30.000 lettere di sfiducia se corre subito dai politici a cercare di garantirci! Forse è fantasia ...”
Presidente, ritiene che un ribasso "selvaggio" tolga dignità alla professione ed in tal caso quali meccanismi crede che possano utilizzare i Consigli provinciali e nazionali degli Ordini per porre rimedio ad un problema definito da tutti veramente grave?
Sulla riforma delle libere professioni
Si parla ormai da parecchi anni di riforma delle libere professioni ed alla fine del 2007 il CUP ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare a cui hanno fatto seguito altri disegni di legge depositati alla Camera dei Deputati. Il dibattito è in corso in Commissione legislativa e non sappiamo quale sarà l’esito. A nostro avviso qualsiasi riforma dovrebbe essere ispirata all’insegna della “qualità” e della “correttezza deontologica” dell’attività professionale, nell’interesse del cittadino che è, poi, il soggetto più debole da tutelare.
Nella riforma si dovrebbe porre un’attenzione particolare, tra l’altro, alla formazione professionale continua, agli Albi professionali, ai Consigli degli Ordini, al nuovo ruolo ed alle differenti nuove funzioni degli Ordini ed al riconoscimento del ruolo sindacale.
Presidente, sino a qualche tempo fa le libere professioni tecniche erano molto vicine al CUP che era anche riuscito a presentare una legge di iniziativa popolare. L'attuale posizione delle professioni tecniche sembra più debole. Quali strumenti ritiene, oggi, possano essere utilizzati affinché in questa legislatura veda la luce la riforma delle libere professioni?
Sulle procedure per superare l’attuale crisi
L’attuale crisi economica sta mettendo in ginocchio il sistema delle libere professioni ponendo il grave problema legato alla possibile chiusura di parecchi studi professionali.
Liberalizzazione delle parcelle, spietata concorrenza tra professionisti disposti ad accettare condizioni senza profitto, contratti favorevoli sempre più spesso per i committenti, ritardi dei pagamenti, riduzione di occasioni professionali nel settore pubblico e incertezze da parte della committenza privata, ma anche l'investimento (a fondo perduto) nella definizione del progetto e le spese di gestione dello studio, condizionano, oggi, in maniera drammatica le libere professioni.
Presidente, quali possono essere, secondo Lei tre possibili risposte all’attuale crisi delle libere professioni?
Invitiamo tutti i professionisti a leggere le risposte dei Presidenti che saranno pubblicate a partire da Lunedì prossimo e a partecipare al nostro sondaggio, fornendo una loro risposta alle suddette domande, in modo da rendere partecipi i nostri rappresentanti delle idee provenienti dalla base al fine aprire un tavolo di concertazione virtuale che dia una risposta condivisa ad un problema comune a tutte le professioni tecniche.
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A cura di Paolo
Oreto
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