ANCE: Presunzione di colpevolezza? No, grazie
Ieri nel corso del convegno “Presunzione di (non) colpevolezza” gli imprenditori dell’ANCE hanno chiesto di non essere cittadini di serie “B”. Già nella tito...
Ieri nel corso del convegno “Presunzione di (non) colpevolezza” gli imprenditori dell’ANCE hanno chiesto di non essere cittadini di serie “B”. Già nella titolazione del convegno è sintetizzato tutto il malessere di un mondo economico che, quasi sempre, è considerato non “presunto innoccente” ma "presunto colpevole".
"Bisogna ristabilire un rapporto virtuoso tra cittadino, impresee pubblica amministrazione. Un rapporto che deve basarsi sul reciproco rispetto e fiducia" ha detto il presidente dell'ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) Gabriele Buia aprendo il convegno "Presunzione di (non) colpevolezza".
"Per colpa di pochi - ha aggiunto Gabriele Buia - non possiamo pagare tutti. Bisogna individuare una strada per rivedere norme e procedure e per definire un nuovo patto tra mondo economico e legislatore"."I reati conto la Pa costituiscono fattispecie gravissime - ha aggiunto il vicepresidente ANCE Edoardo Bianchi -Chiediamo pene più severe per questi reati ma a fronte di provvedimenti definitivi e non provvisori com’è adesso".
L’ANCE dice “NO” alla paralisi dell’impresa solo sulla base di meriindizi di colpevolezza ed aggiunge che le modifiche apportate dalla legge 17 ottobre 2017, n. 171 al codice delle leggi antimafia consentono l’applicazione delle misure di prevenzione personali (sequestro o confisca) anche per i reati contro la Pa, ed in presenza di meri indizi di colpevolezza. Pertanto, è forte il rischio che, in attesa di chiarire la fondatezza dei capi d’imputazione e salva la possibilità che si accerti la sua estraneità alle condotte criminose, l’impresa subisca un danno economico irreversibile, che preclude la ripresa delle attività.
L’ANCE, quindi, aggiunge che sembra necessario garantire che lo strumento della gestione straordinaria da parte dell'Anac, il cosiddetto "commissariamento" (art. 32 del Dl 90/2014) venga applicato anche agli indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, quale misura preliminare ed obbligata rispetto all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, che determinerebbero la paralisi dell'azienda, in tutti i settori di attività imprenditoriale.
Al convegno hanno partecipato oltre al Presidente Gabriele Buia ed il vicepresidente Ance Edoardo Bianchi, il delegato Ance al tema legalità, Vincenzo Bonifati, il presidente dell’Unione Camere penali italiane, Gian Domenico Caiazza, il giudice emerito della Corte costituzionale, Sabino Cassese, il'ex procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, l'ex presidente Tar Lombardia, Angelo De Zotti e l'avvocato Patrizio Leozappa.
A testimoniare il drammatico paradosso vissuto dagli operatori il racconto dell’imprenditore Matteo Brusola, costretto a chiudere e a licenziare 118 dipendenti sulla base di meri indizi che poi non sono stati confermati. Ma una via di uscita è possibile se la si percorre tutti insieme. Dall’Ance una serie di proposte per invertire la rotta e coniugare l’obiettivo di combattere l’illegalità tutelando i diritti di cittadini e imprenditori.
In allegato la Guida pratica ANCE sulla Presunzione di (non) colpevolezza e la Scheda stampa Presunzione di (non) colpevolezza.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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