AUMENTO DEI TASSI
Nella riunione del 7 dicembre scorso il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha adottato le seguenti decisioni di politica monetaria: il tass...
Nella riunione del 7 dicembre scorso il Consiglio direttivo
della Banca centrale europea ha adottato le seguenti decisioni
di politica monetaria:
Si tratta del sesto ritocco da quando è partita la stretta (dicembre 2005) mentre precedentemente il costo del denaro era stato stabile al 2,00% dal 6 giugno del 2003 al 6 dicembre del 2005 per oltre due anni.
Ovviamente con l’aumento del tasso al 3,50% comporterà un aumento del costo dei mutui e dei prestiti.
Le borse europee hanno reagito bene all’aumento del costo del denaro ed hanno vissuto sedute all’insegna degli acquisti, senza risentire dell’aumento di un quarto di punto del costo del denaro da parte della Banca centrale europea.
Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha preferito non prendere impegni temporali su future strette monetarie, lasciando quasi intendere che il livello dei tassi d’interesse potrebbe essere ormai vicino a un obiettivo di medio periodo.
D’altro parte, il consiglio direttivo non ha potuto fare a meno di notare rischi al ribasso sul fronte della crescita.
Le nuove proiezioni, poi, mostrano che l’inflazione dovrebbe calare nel 2008, addirittura un gradino sotto al 2,0% in media annua.
Il Presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, ha, poi, preso posizione sul futuro andamento dei salari nella zona euro precisando che i rischi di aumenti contrattuali generosi “sono al rialzo” e che “Crediamo vi siano tentazioni in alcuni Paesi che non sarebbero appropriate. Ricordo che quando questi rischi si materializzano è ormai troppo tardi per agire”.
- il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema è innalzato di 25 punti base, al 3,50%, a decorrere dall’operazione con regolamento il 13 dicembre 2006;
- il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è innalzato di 25 punti base, al 4,50%, con effetto dal 13 dicembre 2006;
- il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale è innalzato di 25 punti base, al 2,50%, con effetto dal 13 dicembre 2006.
Si tratta del sesto ritocco da quando è partita la stretta (dicembre 2005) mentre precedentemente il costo del denaro era stato stabile al 2,00% dal 6 giugno del 2003 al 6 dicembre del 2005 per oltre due anni.
Ovviamente con l’aumento del tasso al 3,50% comporterà un aumento del costo dei mutui e dei prestiti.
Le borse europee hanno reagito bene all’aumento del costo del denaro ed hanno vissuto sedute all’insegna degli acquisti, senza risentire dell’aumento di un quarto di punto del costo del denaro da parte della Banca centrale europea.
Il consiglio direttivo della Banca centrale europea ha preferito non prendere impegni temporali su future strette monetarie, lasciando quasi intendere che il livello dei tassi d’interesse potrebbe essere ormai vicino a un obiettivo di medio periodo.
D’altro parte, il consiglio direttivo non ha potuto fare a meno di notare rischi al ribasso sul fronte della crescita.
Le nuove proiezioni, poi, mostrano che l’inflazione dovrebbe calare nel 2008, addirittura un gradino sotto al 2,0% in media annua.
Il Presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, ha, poi, preso posizione sul futuro andamento dei salari nella zona euro precisando che i rischi di aumenti contrattuali generosi “sono al rialzo” e che “Crediamo vi siano tentazioni in alcuni Paesi che non sarebbero appropriate. Ricordo che quando questi rischi si materializzano è ormai troppo tardi per agire”.
A cura di Paolo
Oreto
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