AUMENTO DEI TASSI
Ieri 8 marzo la Banca centrale Europea ha comunicato il primo aumento dei tassi per il 2007; scorso il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ad...
Ieri 8 marzo la Banca centrale Europea ha comunicato il primo
aumento dei tassi per il 2007; scorso il Consiglio direttivo
della Banca centrale europea ha adottato le seguenti decisioni
di politica monetaria:
Il presidente Jean-Claude Trichet ha assicurato continuerà ”ad agire in modo fermo e puntuale. Giudicherà e poi farà quanto ritiene necessario per assicurare la stabilità dei prezzi” ed ha continuato precisando che la decisione di ritoccare al rialzo il costo del denaro è stata presa dal consiglio direttivo all’unanimità: ”Non c’è stata nessuna discussione su un possibile aumento di 50 punti base'”, ha precisato Trichet, osservando come la Bce ha deciso di intervenire per contrastare i rischi sui prezzi. Proprio sul fronte dell’inflazione, la Bce ha reso note le nuove stime 2007 e 2008. Per quest’anno la previsione è stata rivista al ribasso all’1,8% dal 2% di dicembre scorso. Per il 2008, invece, le previsioni sono state rialzate, dall’1,9% al 2%. Con l’aumento di ieri riporta il costo del denaro viene riportato al livello del settembre 2001, ai tempi degli attacchi terroristici alle Torri Gemelle ed i tassi dal 2001 ad oggi sono quelli riportati nella seguente tabella:
L’immediata conseguenza dell’aumento deciso dalla Banca centrale è la modifica dei mutui a tasso variabile e con sette aumenti da gennaio 2005 non si può stare allegri.
Da allora ad oggi, secondo i calcoli dell’Adusbef - l’associazione a difesa degli utenti bancari, finanziari, postali e assicurativi - per un finanziamento ventennale da 200mila euro a tasso variabile (passato quindi dal 3,86% al 5,61%) si pagano 191 euro in più al mese, pari a 2.300 euro in più all’anno.
Di poco inferiore l’aggravio per chi ha stipulato un mutuo decennale, che oggi si trova a pagare circa duemila euro all’anno in più rispetto alla cifra fissata solo 15 mesi fa: la rata mensile, infatti, è aumentata di quasi 170 euro.
- il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema è innalzato di 25 punti base, al 3,75%, a decorrere dall’operazione con regolamento il 14 marzo 2007;
- il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è innalzato di 25 punti base, al 4,75%, con effetto dal 14 marzo 2007;
- il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale è innalzato di 25 punti base, al 2,75%, con effetto dal 14 marzo 2007.
Il presidente Jean-Claude Trichet ha assicurato continuerà ”ad agire in modo fermo e puntuale. Giudicherà e poi farà quanto ritiene necessario per assicurare la stabilità dei prezzi” ed ha continuato precisando che la decisione di ritoccare al rialzo il costo del denaro è stata presa dal consiglio direttivo all’unanimità: ”Non c’è stata nessuna discussione su un possibile aumento di 50 punti base'”, ha precisato Trichet, osservando come la Bce ha deciso di intervenire per contrastare i rischi sui prezzi. Proprio sul fronte dell’inflazione, la Bce ha reso note le nuove stime 2007 e 2008. Per quest’anno la previsione è stata rivista al ribasso all’1,8% dal 2% di dicembre scorso. Per il 2008, invece, le previsioni sono state rialzate, dall’1,9% al 2%. Con l’aumento di ieri riporta il costo del denaro viene riportato al livello del settembre 2001, ai tempi degli attacchi terroristici alle Torri Gemelle ed i tassi dal 2001 ad oggi sono quelli riportati nella seguente tabella:
11 Maggio 2001 | 4,50% |
31 Agosto 2001 | 4,25% |
18 Settembre 2001 | 3,75% |
9 Novembre 2001 | 3,25% |
6 Dicembre 2002 | 2,75% |
7 Marzo 2003 | 2,50% |
6 Giugno 2003 | 2,00% |
6 Dicembre 2005 | 2,25% |
8 Marzo 2006 | 2,50% |
15 Giugno 2006 | 2,75% |
9 Agosto 2006 | 3,00% |
11 Ottobre 2006 | 3,25% |
13 Dicembre 2006 | 3,50% |
14 Marzo 2007 | 3,75% |
L’immediata conseguenza dell’aumento deciso dalla Banca centrale è la modifica dei mutui a tasso variabile e con sette aumenti da gennaio 2005 non si può stare allegri.
Da allora ad oggi, secondo i calcoli dell’Adusbef - l’associazione a difesa degli utenti bancari, finanziari, postali e assicurativi - per un finanziamento ventennale da 200mila euro a tasso variabile (passato quindi dal 3,86% al 5,61%) si pagano 191 euro in più al mese, pari a 2.300 euro in più all’anno.
Di poco inferiore l’aggravio per chi ha stipulato un mutuo decennale, che oggi si trova a pagare circa duemila euro all’anno in più rispetto alla cifra fissata solo 15 mesi fa: la rata mensile, infatti, è aumentata di quasi 170 euro.
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