Abilitazioni Architetti e Ingegneri in calo

Gli effetti della crisi coinvolgono anche i futuri architetti e ingegneri. Dopo la certificazione dell'ISTAT in merito al crollo del comparto edile (leggi ne...

29/01/2014
Gli effetti della crisi coinvolgono anche i futuri architetti e ingegneri. Dopo la certificazione dell'ISTAT in merito al crollo del comparto edile (leggi news), è arrivata la conferma da parte del Centro Sudi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha pubblicato uno studio in merito agli esami di abilitazione svolti nell'anno 2012 da architetti e ingegneri, evidenziando un pesante calo degli abilitati allo svolgimento della professione.

In particolare, lo studio Centro Studi del CNI, dal titolo "L'accesso alle professioni di ingegnere e architetto", ha rilevato come per la prima volta il numero di abilitati alla professione di ingegnere è sceso sotto quota 10.000. Nel 2012 sono stati, infatti, 9.747 il numero di abilitati, circa 700 in meno rispetto al 2011 e quasi la metà rispetto ai 19.118 rilevati nel 2003.

Come correttamente rilevato, i motivi di tale flessione sono molteplici ma è probabile che siano soprattutto gli elevati costi ed il perdurare della congiuntura negativa a disincentivare i giovani laureati ad accedere alla professione. Ricordiamo, infatti, come per accedere alla professione di ingegnere, un neolaureato deve sostenere i seguenti costi:
  • media di 400 euro per sostenere gli esami di stato;
  • media di 116 euro per l'iscrizione all'albo;
  • circa un centinaio di euro per le tasse governative;
  • oltre 1.000 euro per l'iscrizione ad Inarcassa.

In sostanza un giovane laureato deve investire una cifra minima di 1.713 euro, senza considerare: formazione e assicurazione obbligatoria, affitti, licenze software, computer e le altre normali spese che chiunque voglia intraprendere la professione deve certamente sostenere.

Se a ciò aggiungiamo il crollo del mercato dei servizi di ingegneria (leggi news), ossia la fonte principale di reddito per gli ingegneri liberi professionisti, appare chiaro come un neolaureato non sia oggi particolarmente attratto dalla libera professione.

Nonostante la diminuzione degli abilitati, il numero degli iscritti all'albo degli ingegneri continua a crescere. "E' un paradosso che si spiega con il fatto che, in passato, solo una piccola quota di abilitati si iscriveva effettivamente all'albo", spiega Massimiliano Pittau, Direttore del Centro Studi CNI. "Oggi - prosegue - a sostenere l'esame di abilitazione è solo chi è effettivamente interessato all'esercizio della professione. Senza contare una sempre più consistente quota di "iscritti di ritorno", ingegneri abilitati espulsi dal mercato di lavoro dipendente che utilizzano la libera professione come cuscinetto occupazionale in attesa di nuove e migliori prospettive.

Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori
Contenuta ma sempre in discesa la situazione degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori: il numero di candidati scende per la prima volta sotto quota 10mila e il numero degli abilitati si mantiene intorno alla soglia dei 5mila individui.

In questo caso bisogna, però, considerare che, rispetto agli ingegneri, il tasso di successo agli esami di abilitazione è storicamente molto più basso e anche nel 2012 si conferma tale tendenza: solo un candidato su 2 (50,4%) ha infatti conseguito l'abilitazione alla professione di architetto.

Leggermente più bassa è la quota di abilitati tra gli architetti iunior: 49,9%, ma comunque in aumento da un paio di anni visto che nel 2010 non arrivava al 42%. Decisamente migliori appaiono i risultati delle prove per l'abilitazione riguardanti le altre professioni "architettoniche": la quota di laureati che hanno superato l'esame sale infatti al 61,2% tra i pianificatori, al 61,8% tra quelli iunior, all'85% tra i conservatori dei beni architettonici ed ambientali e al 54,9% tra i paesaggisti. Si tratta comunque di quantità decisamente minime, considerato che si va dai 17 conservatori abilitati ai 194 pianificatori.

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