Annullamento o sospensione dell'ordine di demolizione: quando è possibile?
La Corte di Cassazione chiarisce i presupposti per annullare o sospendere un ordine di demolizione in presenza di una istanza di sanatoria o condono edilizio
L'argomento non è certamente nuovo. Quando si parla di abusi edilizi e in mezzo c'è un ordine di demolizione emesso a seguito di condanna da parte del Tribunale e una successiva istanza di sanatoria edilizia o condono, la situazione si complica. E come sempre a chiarirne i contorni ci pensa la giurisprudenza.
Demolizione delle opere abusive e istanza di sanatoria
È il caso della nuova sentenza n. 6170 del 17 febbraio 2021 emessa dalla Corte di Cassazione in riferimento alla richiesta di sospensione di un ordine di demolizione emesso dal Tribunale a cui era seguita un'istanza di permesso a costruire in sanatoria da cui secondo il ricorrente deriverebbe la condonabilità delle opere abusive.
Dopo la conferma dei primi due gradi di giudizio, in Cassazione il ricorrente ha lamentato la mancata valutazione di un'istanza pendente di permesso in sanatoria, corredata da documentazione che dimostrerebbe la condonabilità delle opere abusive.
Decide il giudice dell'esecuzione
Come più volte confermato dalla Corte di Cassazione, in tema di reati edilizi, la revoca o la sospensione dell'ordine di demolizione (ma anche della rimessa in pristino), può essere disposta dal giudice dell'esecuzione solo se ci sono elementi che lo renderebbero incompatibile, come appunto una presentazione di istanza di condono o un provvedimento stesso. In caso di ordine di demolizione già passato in giudicato, è il giudice che deve accertare il possibile esito dell'istanza presentata e se esistono cause ostative al suo accoglimento e, nel caso fili tutto liscio, valutare le tempistiche di definizione del provvedimento e quindi sospendere l'ordine in attesa della conferma della sanatoria. Il giudice dell'esecuzione, infatti, ha l'obbligo di revocare l'ordinanza di demolizione nel caso in cui ci siano atti amministrativi nuovi che siano incompatibili con l'ordinanza stessa.
Ordinanza e vincoli
Nel caso in esame, il giudice dell'esecuzione ha fatto tutti gli accertamenti necessari. Soprattutto spiegando e motivando il perché la richiesta di sanatoria fatta non sarebbe mai potuta essere accolta: i manufatti abusivi, infatti, erano stati realizzati in zona sottoposta a vincolo paesaggistico e dunque non condonabile. Ordine di demolizione che rimane "in piedi", anche perché, come sottolinea la Cassazione, il proprietario dei manufatti abusivi aveva presentato alla Corte di Appello, tra la documentazione, una istanza di revisione dell'ordinanza di demolizione che è stata dichiarata inammissibile e alla Corte di Cassazione ha presentato un ricorso per cassazione (in attesa di essere fissato) proprio contro la dichiarata inammissibilità della revisione alla corte di Appello. Ma per la Corte di Cassazione, si tratta di un documento irrilevante, "in quanto non correla con le ragioni della decisione impugnata che ha correttamente motivato il rigetto della richiesta di revoca dell'ordine di demolizione che ora il ricorrente mette in discussione sulla base di elementi non sottoposti all'attenzione del giudicante perché sopravvenuti". Il ricorso, dunque, è stato respinto.
Come sospendere un ordine di demolizione?
Esistono ormai decine di sentenze della Corte di Cassazione che hanno confermato lo stesso principio. In presenza di un'istanza di condono o di sanatoria successiva al passaggio in giudicato della sentenza di condanna, il giudice dell'esecuzione investito della questione è tenuto a un'attenta disamina dei possibili esiti e dei tempi di definizione della procedura ed, in particolare:
- ad accertare il possibile risultato dell'istanza e se esistono cause ostative al suo accoglimento;
- nel caso di insussistenza di tali cause, a valutare i tempi di definizione del procedimento amministrativo e sospendere l'esecuzione solo in prospettiva di un rapido esaurimento dello stesso, avendo, il giudice dell'esecuzione, l'obbligo di revocare l'ordine di demolizione del manufatto abusivo impartito con la sentenza di condanna o di patteggiamento, ove sopravvengano atti amministrativi con esso del tutto incompatibili.
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A cura di Redazione LavoriPubblici.it
Documenti Allegati
Sentenza Corte di Cassazione 17 febbraio 2021, n. 6170IL NOTIZIOMETRO