Architetti: Basta con le grandi opere, si investa su manutenzione e prevenzione
"Mentre esprimiamo la nostra solidarietà alle popolazioni calabresi colpite dal sisma, ancora una volta, tuttavia, dobbiamo sottolineare che ci troviamo di f...
"Mentre esprimiamo la nostra solidarietà alle popolazioni
calabresi colpite dal sisma, ancora una volta, tuttavia, dobbiamo
sottolineare che ci troviamo di fronte ad un evento che causa,
oltre a lutti e sofferenze, danni al patrimonio edilizio pubblico e
privato, a causa della totale assenza di ogni iniziativa di
manutenzione e di prevenzione".
Con queste parole, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha voluto dare il suo contributo su un argomento tornato alla ribalta negli ultimi giorni a causa della sentenza che ha condannato a 6 anni di reclusione i membri della Commissione Grandi Rischi che parteciparono alla riunione del 31 Marzo 2009 avvenuta una settimana prima del disastroso terremoto che colpì l'Abruzzo.
Come il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (leggi news) e quello dei Geologi (leggi news), anche gli Architetti italiani non hanno commentato la sentenza, volendo puntare il dito contro la scelta di investire sulle grandi opere piuttosto che su interventi di riqualificazione dell'esistente che avrebbe scongiurato o almeno limitato le recenti catastrofi.
"Se nel nostro Paese - ha affermato il CNAPPC - si decidesse finalmente di mettere da parte i faraonici investimenti nelle grandi opere e nelle infrastrutture e si destinassero, al contrario, le poche risorse disponibili per la cura ed il mantenimento degli edifici pubblici e privati, non saremmo anche oggi a fare il computo dei danni".
Gli Architetti italiani hanno, inoltre, condannato come paradossalmente in Italia gli edifici più a rischio sono le scuole e gli ospedali. "Grave - continua la nota degli Architetti - appare il fatto che, paradossalmente, proprio i luoghi come le scuole e gli ospedali che dovrebbero essere "luoghi sicuri e protetti" sono invece quelli a più alto rischio e che più di altri risentono della mancanza di ogni intervento. Paradossale è anche che nel nostro Paese si inneschi un'assurda caccia alle streghe nei confronti della comunità scientifica che non ha saputo prevedere i terremoti e non si faccia invece, molto più semplicemente, un serio e quotidiano sforzo di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio immobiliare nazionale".
"Ecco perché - conclude la nota - ancora una volta ribadiamo con forza quanto sia indispensabile un impegno collettivo volto a costruire una coscienza della prevenzione e della sicurezza".
Con queste parole, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha voluto dare il suo contributo su un argomento tornato alla ribalta negli ultimi giorni a causa della sentenza che ha condannato a 6 anni di reclusione i membri della Commissione Grandi Rischi che parteciparono alla riunione del 31 Marzo 2009 avvenuta una settimana prima del disastroso terremoto che colpì l'Abruzzo.
Come il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (leggi news) e quello dei Geologi (leggi news), anche gli Architetti italiani non hanno commentato la sentenza, volendo puntare il dito contro la scelta di investire sulle grandi opere piuttosto che su interventi di riqualificazione dell'esistente che avrebbe scongiurato o almeno limitato le recenti catastrofi.
"Se nel nostro Paese - ha affermato il CNAPPC - si decidesse finalmente di mettere da parte i faraonici investimenti nelle grandi opere e nelle infrastrutture e si destinassero, al contrario, le poche risorse disponibili per la cura ed il mantenimento degli edifici pubblici e privati, non saremmo anche oggi a fare il computo dei danni".
Gli Architetti italiani hanno, inoltre, condannato come paradossalmente in Italia gli edifici più a rischio sono le scuole e gli ospedali. "Grave - continua la nota degli Architetti - appare il fatto che, paradossalmente, proprio i luoghi come le scuole e gli ospedali che dovrebbero essere "luoghi sicuri e protetti" sono invece quelli a più alto rischio e che più di altri risentono della mancanza di ogni intervento. Paradossale è anche che nel nostro Paese si inneschi un'assurda caccia alle streghe nei confronti della comunità scientifica che non ha saputo prevedere i terremoti e non si faccia invece, molto più semplicemente, un serio e quotidiano sforzo di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio immobiliare nazionale".
"Ecco perché - conclude la nota - ancora una volta ribadiamo con forza quanto sia indispensabile un impegno collettivo volto a costruire una coscienza della prevenzione e della sicurezza".
A cura di Ilenia
Cicirello
© Riproduzione riservata
Tag:
IL NOTIZIOMETRO