Architetti e Ingegneri, cala il numero degli abilitati
Professione Architetto e Ingegnere meno gettonate. Lo ha confermato una rilevazione del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha evidenzia...
Professione Architetto e Ingegnere meno gettonate. Lo ha confermato
una rilevazione del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli
Ingegneri che ha evidenziato come nel 2010 vi sia stata una
considerevole diminuzione del numero di abilitati alla professione
rispetto all’anno precedente.
La diminuzione del numero di abilitati è un dato molto significativo dell’andamento e dell’appeal che le professioni (un tempo note come intellettuali) cominciano ad avere nei confronti dei giovani. A parte l’ottimismo incondizionato del Centro Studi del CNI che definisce “strutturale” il “disinteresse” di un terzo dei laureati quinquennali all’acquisizione dell’abilitazione professionale, sono oramai note a tutti le difficoltà operative che i professionisti italiani si trovano giornalmente a combattere. Poca vera progettazione, molte scartoffie da compilare, troppi rospi da ingoiare per poter arrancare nella società Un tempo le professioni di architetto e ingegnere erano viste quasi come delle pensioni auree che consentivano di vivere una vita agiata. Oggi, sarà per l’alto numero di professionisti o molto più probabilmente per la scarsa capacità degli ordini professionali di adeguarsi ai tempi che cambiano e soprattutto per la volontà del Governo di dequalificare la professione a favore dell’utile d’impresa, sempre meno laureati decidono di percorrere la strada della libera professione, favorendo una più “sicura” carriera aziendale (con uno stipendio profondamente appiattito verso ribasso).
Come riportato dal documento del Centro Studi del CNI, nel 2010 hanno conseguito l’abilitazione alla professione di ingegnere complessivamente 12.336 laureati, l’8,6% in meno di quanto registrato nel 2009 (13.497 abilitati). Una diminuzione che accomuna gli abilitati della sezione A dell’albo (ingegneri), scesi dagli 11.966 del 2009 agli 10.978 del 2010, agli abilitati alla professione di ingegnere junior, passati da 1.531 a 1.358. Tale calo di interesse deve essere posto in relazione con la prevalenza, tra i candidati, dei laureati di ciclo lungo provenienti da corsi del “nuovo“ ordinamento (quello del cosiddetto “3+2”) che devono optare per l’abilitazione ad un unico settore dell’albo. L’abilitazione alla professione di ingegnere dell’informazione non garantisce, infatti, l’acquisizione di competenze riservate per legge, che restano essenzialmente proprie dei soli ingegneri civili e ambientali e ingegneri industriali; da qui la minore motivazione dei laureati provenienti dagli indirizzi di ingegneria dell’informazione ad acquisire l’abilitazione professionale.
Per quanto riguarda gli Architetti, sempre nel 2010, sono circa 5.000 i laureati che hanno conseguito uno dei titolo professionali attinenti alla facoltà di architettura (architetto, conservatore dei beni architettonici ed ambientali, paesaggista e pianificatore territoriale), in flessione rispetto al 2009; dopo tre anni di progressivo calo è invece tornato a crescere, seppur lievemente, il numero di candidati: 10.958 contro i 10.521 del 2009. Continua dunque a calare il numero di abilitati che, a parte un piccolo exploit nel 2009, sono in progressiva diminuzione dal 2003.
Che le professioni di Architetto e Ingegnere siano destinate a scomparire con il tempo?solo al tempo è dato saperlo ma con le premesse che ogni giorno il Governo interpone tra la professione e la sua corretta applicazione…
La diminuzione del numero di abilitati è un dato molto significativo dell’andamento e dell’appeal che le professioni (un tempo note come intellettuali) cominciano ad avere nei confronti dei giovani. A parte l’ottimismo incondizionato del Centro Studi del CNI che definisce “strutturale” il “disinteresse” di un terzo dei laureati quinquennali all’acquisizione dell’abilitazione professionale, sono oramai note a tutti le difficoltà operative che i professionisti italiani si trovano giornalmente a combattere. Poca vera progettazione, molte scartoffie da compilare, troppi rospi da ingoiare per poter arrancare nella società Un tempo le professioni di architetto e ingegnere erano viste quasi come delle pensioni auree che consentivano di vivere una vita agiata. Oggi, sarà per l’alto numero di professionisti o molto più probabilmente per la scarsa capacità degli ordini professionali di adeguarsi ai tempi che cambiano e soprattutto per la volontà del Governo di dequalificare la professione a favore dell’utile d’impresa, sempre meno laureati decidono di percorrere la strada della libera professione, favorendo una più “sicura” carriera aziendale (con uno stipendio profondamente appiattito verso ribasso).
Come riportato dal documento del Centro Studi del CNI, nel 2010 hanno conseguito l’abilitazione alla professione di ingegnere complessivamente 12.336 laureati, l’8,6% in meno di quanto registrato nel 2009 (13.497 abilitati). Una diminuzione che accomuna gli abilitati della sezione A dell’albo (ingegneri), scesi dagli 11.966 del 2009 agli 10.978 del 2010, agli abilitati alla professione di ingegnere junior, passati da 1.531 a 1.358. Tale calo di interesse deve essere posto in relazione con la prevalenza, tra i candidati, dei laureati di ciclo lungo provenienti da corsi del “nuovo“ ordinamento (quello del cosiddetto “3+2”) che devono optare per l’abilitazione ad un unico settore dell’albo. L’abilitazione alla professione di ingegnere dell’informazione non garantisce, infatti, l’acquisizione di competenze riservate per legge, che restano essenzialmente proprie dei soli ingegneri civili e ambientali e ingegneri industriali; da qui la minore motivazione dei laureati provenienti dagli indirizzi di ingegneria dell’informazione ad acquisire l’abilitazione professionale.
Per quanto riguarda gli Architetti, sempre nel 2010, sono circa 5.000 i laureati che hanno conseguito uno dei titolo professionali attinenti alla facoltà di architettura (architetto, conservatore dei beni architettonici ed ambientali, paesaggista e pianificatore territoriale), in flessione rispetto al 2009; dopo tre anni di progressivo calo è invece tornato a crescere, seppur lievemente, il numero di candidati: 10.958 contro i 10.521 del 2009. Continua dunque a calare il numero di abilitati che, a parte un piccolo exploit nel 2009, sono in progressiva diminuzione dal 2003.
Che le professioni di Architetto e Ingegnere siano destinate a scomparire con il tempo?solo al tempo è dato saperlo ma con le premesse che ogni giorno il Governo interpone tra la professione e la sua corretta applicazione…
A cura di Gabriele
Bivona
© Riproduzione riservata
Tag:
Documenti Allegati
Rilevazione Centro Studi CNIIL NOTIZIOMETRO