Architetti e Ingegneri: ogni progetto di rilancio non può prescindere dalle loro mani
Expo Milano 2015, ma anche Citylife, Porta Nuova, le periferie in restyling, la darsena, l'acqua, il nuovo verde. Una città metropolitana ingessata dalla sob...
Expo Milano 2015, ma anche Citylife, Porta Nuova, le periferie
in restyling, la darsena, l'acqua, il nuovo verde. Una città
metropolitana ingessata dalla sobrietà del tratto di design
milanese Otto-Novecentesco in perenne movimento. Un movimento
organico, sensuale nelle architetture palaziali di Zaha
Hadid e nei cantieri di Daniel Libeskind, puntuale,
convincente e capace di sostantivare con vitalità di stupore il
concetto di biosostenibilità nel grattacielo di Boeri e poi
i tanti e diversi padiglioni di Expo che vincono non perché possano
o meno piacerti ma perché se hai un minimo di onestà intellettuale
(qualità assai poco diffusa) non puoi non ammettere e rimanere
ammirato di ciò che architetti, Ingegneri ed designer sono capaci
di creare quando il mecenate è il padre supremo, lo Stato.
Lo Stato che come la Storia, siamo noi! La storia
dell'architettura, quella del design, quella della moda e del
lusso, quella del bello, quella bellezza che si contrappone al
puzzo della miserabile e disgraziata deriva che tenta da anni di
deprimere i talenti più giovani che qui ad EXPO, non illudiamoci
sono ben pochi, hanno la possibilità di veder di che lingua
universale parla il mondo.
Allora, se una cosa potranno lasciarci questi mesi contratti in cui
mostriamo il talento ed il gusto al mondo, essa sarà il messaggio
che solo la qualità produce il bello e che ogni progetto
di rilancio di un territorio difficile è imprescindibilmente legata
ancora e per fortuna alle mani di architetti ed ingegneri.
Davanti tanta matura dinamicità di un fare concreto che si salda in
maniera ben radicata al concetto di nuovo spirito di Comunità, la
notizia della "riapertura fantasma" della Fiera
del Mediterraneo a Palermo, appare in tutta la sua comica
tragicità, priva di onore e di serietà, appannaggio di un fare
volgare politico piccolo piccolo piccolo.
Solo il merito, solo le capacità individuali e collettivizzabili,
solo i migliori e le migliori energie al comando e al tavolo da
disegno saranno in grado di generare ancora quella bellezza
condivisa, quella estetica dinamica ed etica, che produce lavoro,
produce se stessa, ma soprattutto felicità.
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