Architetti: la mancanza di bellezza apre la strada a speculazione e malaffare
Inserire il concetto di "bellezza" all'interno della Costituzione. Lo ha proposto l'on. Serena Pellegrino (SEL) come prima firmataria della proposta di legge...
Inserire il concetto di "bellezza" all'interno della Costituzione.
Lo ha proposto l'on. Serena Pellegrino (SEL) come prima
firmataria della proposta di legge costituzionale, presentata il 22
maggio scorso e volta a modificare l'art. 1 della Costituzione, in
materia di riconoscimento della bellezza quale elemento costitutivo
dell'identità nazionale.
Grande soddisfazione da parte degli Architetti italiani che, già subito prima delle elezioni di febbraio 2013 avevano inviato la loro proposta per la corretta gestione del Paese, augurandosi che il Governo eletto avrebbe investito sulla bellezza "peculiarità del nostro Paese, troppo spesso purtroppo dimenticata" (leggi news).
Dopo la proposta dell'on. Pellegrino, ha parlato Matteo Capuani, membro del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha rilevato come questa modifica sia necessaria anche perché "gli estensori della Costituzione non avevano idea dell'aggressione dei territori che sarebbe avvenuta anni dopo, della realizzazione di brutte periferie e di ecomostri. Ma anche perché il Paese non può fondare i propri progetti per il futuro solo sul PIL e gli equilibri di bilancio".
"La mancanza di bellezza - ha continuato Capuani - apre la strada alla speculazione ed al malaffare permettendo di dare valore a cose pessime e di cattiva qualità. Ed infatti se etica ed estetica rapportate alla bellezza, attraverso i concorsi, avessero affiancato i parametri di controllo delle grandi opere forse ci sarebbe stata più trasparenza, più legalità e maggiore qualità negli interventi".
Per Capuani, "la strada da perseguire è quella di attivare politiche di Riuso, Rigenerazione urbana sostenibile, che orientate alla riconquista della bellezza possono ridare dignità, creare lavoro, intervenire su paesaggi e territori "malati", insicuri per riconsegnarli ai cittadini; impedire che le città, il cui futuro è nei servizi digitali, si trasformino, però, in monumenti alla tecnologia ed al funzionalismo".
"Nella bellezza del nostro Paese - conclude Capuani - c'è la storia e la memoria passata del nostro popolo, la coscienza di tutti noi, e la visione di un futuro possibile per il nostro Paese. Ecco perché le tutele previste dalla Costituzione dovrebbero avere come fine proprio la bellezza: se così non sarà, finiremo solo per adempiere a percorsi tecnico amministrativi del tutto privi da qualità".
Per l'inserimento della bellezza in Costituzione è stato creato un apposito portale (www.bellezzaincostituzione.it) dove Matteo Capuani riporta un decalogo dei motivi per i quali si debba ricominciare dalla bellezza:
Grande soddisfazione da parte degli Architetti italiani che, già subito prima delle elezioni di febbraio 2013 avevano inviato la loro proposta per la corretta gestione del Paese, augurandosi che il Governo eletto avrebbe investito sulla bellezza "peculiarità del nostro Paese, troppo spesso purtroppo dimenticata" (leggi news).
Dopo la proposta dell'on. Pellegrino, ha parlato Matteo Capuani, membro del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha rilevato come questa modifica sia necessaria anche perché "gli estensori della Costituzione non avevano idea dell'aggressione dei territori che sarebbe avvenuta anni dopo, della realizzazione di brutte periferie e di ecomostri. Ma anche perché il Paese non può fondare i propri progetti per il futuro solo sul PIL e gli equilibri di bilancio".
"La mancanza di bellezza - ha continuato Capuani - apre la strada alla speculazione ed al malaffare permettendo di dare valore a cose pessime e di cattiva qualità. Ed infatti se etica ed estetica rapportate alla bellezza, attraverso i concorsi, avessero affiancato i parametri di controllo delle grandi opere forse ci sarebbe stata più trasparenza, più legalità e maggiore qualità negli interventi".
Per Capuani, "la strada da perseguire è quella di attivare politiche di Riuso, Rigenerazione urbana sostenibile, che orientate alla riconquista della bellezza possono ridare dignità, creare lavoro, intervenire su paesaggi e territori "malati", insicuri per riconsegnarli ai cittadini; impedire che le città, il cui futuro è nei servizi digitali, si trasformino, però, in monumenti alla tecnologia ed al funzionalismo".
"Nella bellezza del nostro Paese - conclude Capuani - c'è la storia e la memoria passata del nostro popolo, la coscienza di tutti noi, e la visione di un futuro possibile per il nostro Paese. Ecco perché le tutele previste dalla Costituzione dovrebbero avere come fine proprio la bellezza: se così non sarà, finiremo solo per adempiere a percorsi tecnico amministrativi del tutto privi da qualità".
Per l'inserimento della bellezza in Costituzione è stato creato un apposito portale (www.bellezzaincostituzione.it) dove Matteo Capuani riporta un decalogo dei motivi per i quali si debba ricominciare dalla bellezza:
- perché LE TUTELE previste dalla costituzione abbiano come fine la bellezza o finiremo solo per adempiere a percorsi tecnico amministrativi scevri da qualità;
- perché 50 anni di ARCHITETTURA INTERROTTA hanno allontanato le trasformazioni dalla cultura della società e dei territori creando periferie in luogo dei paesaggi;
- perché gli estensori della COSTITUZIONE non avevano idea dell'aggressione dei territori che sarebbe avvenuta e della realizzazione di brutte periferie e di ecomostri;
- perché il paese non può fondare i propri progetti per il futuro solo sul PIL e gli EQUILIBRI DI BILANCIO (Bob Kennedy: Il Pil misura tutto, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta)
- perché UN PAESAGGIO ED UN TERRITORIO MALATO, insicuro, costoso e inaccessibile creano patologie fisiche e psichiche ai suoi abitanti;
- perché attivare politiche di RIUSO orientate alla riconquista della bellezza può ridare ai territorio dignità e creare LAVORO;
- perché le città ed i servizi digitali, che sono il futuro già in corso, siano luoghi piene di qualità e di bellezza non solo monumenti alla tecnologia ed al funzionalismo;
- perché se ETICA ED ESTETICA, rapportate alla bellezza attraverso i concorsi, avessero affiancato i parametri di controllo dei grandi interventi (expo..mose..tav..grandi infrastrutture ecc. ecc. ) forse ci sarebbe stata più trasparenza, più legalità e maggiore qualità negli interventi;
- perché la mancanza di bellezza apre la strada alla speculazione ed al malaffare permettendo di dare valore a cose pessime e di cattiva qualità;
- perché nella BELLEZZA del nostro paese c'è la storia e la memoria passata del nostro popolo, la coscienza di tutti noi, e la visione di un futuro possibile per il nostro paese.
A cura di Ilenia
Cicirello
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