Aree a rischio idrogeologico: Piano Clini con divieto di costruire

Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha inviato ieri al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) il piano strategico sulla dife...

06/12/2012
Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha inviato ieri al Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) il piano strategico sulla difesa del territorio dai rischi idrogeologici che sarà discusso dal Cipe in una delle prossime sedute, d'intesa con i ministri delle Politiche agricole, delle Infrastrutture e dell'Economia e finanze.
Le principali priorità del piano possono essere riassunte nel divieto di abitare nelle zone ad altissimo rischio di alluvione, nei lavori di manutenzione dei corsi d'acqua e di difesa dei centri abitati, nel recupero dei terreni abbandonati, nella difesa dei boschi, nella protezione delle coste e delle lagune esposte all'innalzamento del mare, nell'assicurazione obbligatoria per le costruzioni nelle zone a rischio di inondazione e nella riattivazione dei Bacini idrografici.

Il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a proposito delle linee strategiche inviate ieri al Cipe per la difesa del territorio dai rischi dovuti al dissesto idrogeologico e al cambiamento del clima ha precisato che il Piano di adattamento dell'Italia ai cambiamenti climatici e alla difesa del territorio, con le ingenti risorse che richiede, "ripropone il tema, centrale nella programmazione degli investimenti per la difesa del territorio, dello svincolo dai vincoli del patto di stabilità per i fondi per tali interventi" ed ha aggiunto che "E' necessario che le misure per la prevenzione dei rischi e dei danni connessi agli eventi climatici estremi siano considerate un'infrastruttura per la crescita e lo sviluppo sostenibile del nostro Paese. E in tale chiave questi interventi dovrebbero essere esclusi dai vincoli del patto di stabilità, nell'ambito del "pacchetto" di misure indicate dal Consiglio Europeo del 29 giugno 2012".

Le priorità di intervento sono per esempio limiti alle costruzioni nelle zone a rischio, il contenimento nell'uso del suolo, la manutenzione dei corsi d'acqua (con regimazione, pulizia degli alvei e altri lavori), il recupero dei terreni abbandonati o degradati puntando sulle colture tradizionali e di qualità, la pulizia dei boschifermare i rimboschimenti fatti con pini e abeti d'importazione e di piantare invece alberi tradizionali della zona.
Un altro punto fondamentale sarà preparare le misure più idonee per difendere le coste dall'effetto dell'innalzamento del mare. "Le previsioni dei climatologi sono molto preoccupanti e risultano molto esposte al rischio di alluvione tutte le zone costiere dell'alto Adriatico, da Ravenna a Monfalcone, dove molti territori si trovano a quote inferiori al livello del mare", commenta il ministro. "Oggi quei terreni sono difesi e tenuti asciutti da un sistema di canali di scolo e di idrovore concepito fra l'800 e il '900, quando le piogge erano diverse e il mare non minacciava di diventare più alto".

L'assicurazione obbligatoria, infine, si rende necessaria "per consentire a chiunque viva o lavori nelle aree a rischio idrogeologico di avere la certezza del risarcimento in caso di danni, per ridurre i costi dei premi assicurativi e per non gravare sulle tasche di tutti gli italiani - conclude il ministro - attraverso i risarcimenti con fondi pubblici".

© Riproduzione riservata
Tag:

Documenti Allegati

Link Correlati

Ministero