Banca d’Italia: Il rialzo dei tassi rischia di vanificare l’impulso espansivo atteso dal bilancio
La Banca d’Italia ha, recentemente, pubblicato il Rapporto sulla stabilità finanziaria relativa al secondo semestre 2018. Nella principale pubblicazione di a...
La Banca d’Italia ha, recentemente, pubblicato il Rapporto sulla stabilità finanziaria relativa al secondo semestre 2018. Nella principale pubblicazione di analisi del settore finanziario italiano della Banca d’Italia viene lanciato l’allarme per l’aumento dello Spread ed, infatti, nel rapporto è precisato che "Il rialzo dei tassi di interesse sul debito pubblico registrato da maggio rischia di vanificare l’impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio".
In Italia i maggiori rischi per la stabilità finanziaria derivano dalla bassa crescita e dall’alto debito pubblico. L’incertezza sull’orientamento delle politiche economiche e di bilancio ha determinato forti rialzi dei rendimenti dei titoli pubblici; vi hanno contribuito timori degli investitori riguardo a un’ipotetica ridenominazione del debito in una valuta diversa dall’euro. Le condizioni di liquidità del mercato secondario dei titoli di Stato sono più tese rispetto ai primi mesi dell’anno ed è aumentata la volatilità infragiornaliera delle quotazioni.
Nel Rapporto Banca d’Italia va oltre e parlando della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018 afferma che “La legge di bilancio determinerebbe, nelle valutazioni ufficiali, una maggiore crescita rispetto al tendenziale di circa 0,6 punti percentuali nel 2019: ciò presuppone moltiplicatori di bilancio piuttosto elevati. L’effettivo impatto sulla crescita e quindi sul peso del debito dipenderàdalle misure specifiche e dal mantenimento della fiducia degli investitori”.
Banca d’Italia ha calcolato che l’incremento dei tassi all’emissione dei titoli di Stato ha determinato negli negli ultimi sei mesi un’espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile; costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati. Tra l’altro è precisato, anche, che “Un rialzo pronunciato e persistente dei rendimenti, a parità di tassi di crescita nominale dell’economia, aumenta il rischio che la dinamica del debito si collochi su una traiettoria crescente”.
Incrementi elevati e persistenti dei premi per il rischio sui titoli di Stato ostacolano il calo del debito pubblico in rapporto al prodotto, incidono sul valore della ricchezza delle famiglie, frenano e rendono più oneroso il credito al settore privato, peggiorano le condizioni di liquidità e la patrimonializzazione di banche e assicurazioni.
La situazione finanziaria delle famiglie rimane solida, benché il calo delle quotazioni dei titoli abbia già determinato una contrazione del valore della loro ricchezza. Le condizioni patrimoniali delle imprese sono migliorate negli ultimi anni, anche se il rallentamento ciclico frena la crescita degli utili.
Relativamente alla condizione macrofinanziaria dell’Italia, nel rapporto è precisato che “In Italia i principali rischi per la stabilità finanziaria derivano dalla scarsa crescita e dall’elevata incidenza del debito pubblico sul prodotto. La capacità del nostro paese di fronteggiare shock finanziari avversi è comunque sostenuta da diversi elementi positivi: l’indebitamento del settore privato è tra i più bassi nell’area dell’euro; la posizione debitoria netta verso l’estero continua a ridursi beneficiando dell’ampio avanzo commerciale; l’elevata vita media residua del debito pubblico attenua la trasmissione dell’aumento dei rendimenti dei titoli al costo del debito”.
In allegato il testo integrale del Rapporto del secondo semestre 2018 ed i dati per i grafici.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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