Botta e risposta tra restauratori e Ministro Bondi

Non cessa la protesta dei restauratori contro i criteri stabiliti dal Ministero dei Beni culturali, Sandro Bondi, con il D. M. del 29 settembre scorso per l'...

16/12/2009
Non cessa la protesta dei restauratori contro i criteri stabiliti dal Ministero dei Beni culturali, Sandro Bondi, con il D. M. del 29 settembre scorso per l'accesso all'attestazione diretta dei titoli di restauratore e di collaboratore dei beni culturali e alla prova di idoneità.

Nonostante le rassicurazioni del Ministro, dopo la manifestazione svoltasi a Roma lo scorso 12 dicembre, i restauratori fanno presente che non bastano i due mesi di proroga promessi, ma ne servono almeno sei, affinché si possa avere il tempo necessario per rivedere e riscrivere le norme di accesso alla professione, in modo da stabilire un dei criteri di qualificazione che, di fatto, tengano in considerazione tutte le imprese ed i migliaia di operatori che operano nel settore.

Ricordiamo che dopo anni di vuoto normativo, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha emanato il Regolamento per disciplinare le modalità per lo svolgimento della prova di idoneità utile all'acquisizione della qualifica di Restauratore dei Beni Culturali nonché della qualifica di Collaboratore dei Beni Culturali in attuazione dell'art. 182 del D. Lgs n. 63/2008. Come affermano, congiuntamente, CNA, Confartigianato e Casartigiani, le regole contenute all'interno del Codice, se non modificate andrebbero a determinare un attacco alla competenza ed al saper fare di migliaia di restauratori artigiani, eredi naturali di una secolare tradizione che non ha eguali al mondo.

Il problema principale è rappresentato dall'iscrizione alla prova d'idoneità che è stata vincolata alla presentazione di requisiti impossibili da recuperare per i lavoratori, con l'unico risultato che decine di migliaia di lavoratori verranno esclusi dalla possibilità di accedere alla prova finalizzata all'acquisizione in via definitiva del titolo di restauratore pur avendo, di fatto, svolto questo ruolo per anni, con gravissime ripercussioni per il loro futuro lavorativo del settore.

Dopo la manifestazione di Roma, il Ministro Bondi, tornando sui suoi passi, ha reso nota la propria disponibilità a prestare la massima attenzione ai problemi relativi al conseguimento della qualifica professionale, fermo restando la priorità al mantenimento del livello di eccellenza della scuola italiana di restauro. Ma come affermato da Feneal-Uil, la proroga serve solo al Ministero, i cui uffici si trovano in grande difficoltà a gestire una procedura complicata e confusa. Ciò che è indispensabile, è ripensare i criteri e coinvolgere gli istituti cui è affidata la formazione, cioè le Regioni, e le parti sociali.

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