COMUNICATO STAMPA CONSIGLIO NAZIONALE INGEGNERI
Basta inasprire le pene per garantire la vita dei lavoratori? L’ emanazione del decreto sulla sicurezza, in un momento come questo di emergenza, a seguito d...
Basta inasprire le pene per garantire la vita dei
lavoratori?
L’ emanazione del decreto sulla sicurezza, in un momento come questo di emergenza, a seguito della interminabile tragica, odiosa sequenza di morti sul lavoro che sta scuotendo l’opinione pubblica italiana, se da un lato rappresenta un segnale di presenza delle istituzioni dall’altro rischia di essere inadeguata rispetto alle reali aspettative dei lavoratori e della Collettività tutta.
L’inasprimento delle sanzioni, senza che nulla sia stato fatto per l’accelerazione dei processi giudiziari e per rendere certa la pena comminata, di per sé non giustifica alcun ottimismo per il futuro.
A nome della nostra categoria, che è quella che più di ogni altra si occupa di sicurezza e di sicurezza sul lavoro, rivolgiamo un accorato appello perché nelle idonee sedi istituzionali venga sfruttata la competenza specifica che l’Ingegnere italiano può offrire per l’individuazione degli obiettivi che risultano prioritari per una convinta e decisa azione per la sicurezza del lavoro e che devono essere perseguiti a mezzo di norme chiare e di certa applicazione.
Questo Consiglio Nazionale ritiene si debba tendere ad una partecipata gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro, attraverso l’intensificazione dei percorsi formativi e la predisposizione di campagne di educazione alla sicurezza che riguardino lavoratori, datori di lavoro ed addetti e che siano idonei a far nascere una cultura della sicurezza ampiamente condivisa a livello sociale, fino a permeare le coscienze di tutti i soggetti coinvolti. Ciò non deve restare un fatto teorico o, peggio ancora demagogico, ma deve essere puntellato da misure economico-finanziarie che incentivino le imprese a far crescere in primis le competenze dei propri lavoratori sui rischi e sulle misure a tutela della loro incolumità.
La gestione della sicurezza è oggi in Italia resa problematica dalla confusione e sovrapposizione di Ruoli di tante figure individuate come responsabili, ma prive di idonei strumenti di governo e sorveglianza delle azioni nei luoghi di lavoro.
Siamo consapevoli di dover investire molto per ottenere un comportamento più responsabile di tutti i soggetti coinvolti, persone fisiche e giuridiche, seppur con ruoli diversi, negli ambienti lavorativi, imprese, lavoratori ed ingegneri compresi.
Questo Consiglio Nazionale degli Ingegneri, attraverso i propri organi di studio, sta elaborando una proposta organica che a breve inoltrerà nelle sedi governative competenti, ma soprattutto interverrà in sinergia con gli Ordini Provinciali per promuovere quella cultura condivisa della sicurezza senza la quale nessuna paventata dura pena o sanzione potrà garantire quella incolumità che la Costituzione prevede come diritto inalienabile, ma che la realtà, purtroppo, ci rappresenta come una lontana chimera.
Ing. Paolo Stefanelli Presidente CNI
L’ emanazione del decreto sulla sicurezza, in un momento come questo di emergenza, a seguito della interminabile tragica, odiosa sequenza di morti sul lavoro che sta scuotendo l’opinione pubblica italiana, se da un lato rappresenta un segnale di presenza delle istituzioni dall’altro rischia di essere inadeguata rispetto alle reali aspettative dei lavoratori e della Collettività tutta.
L’inasprimento delle sanzioni, senza che nulla sia stato fatto per l’accelerazione dei processi giudiziari e per rendere certa la pena comminata, di per sé non giustifica alcun ottimismo per il futuro.
A nome della nostra categoria, che è quella che più di ogni altra si occupa di sicurezza e di sicurezza sul lavoro, rivolgiamo un accorato appello perché nelle idonee sedi istituzionali venga sfruttata la competenza specifica che l’Ingegnere italiano può offrire per l’individuazione degli obiettivi che risultano prioritari per una convinta e decisa azione per la sicurezza del lavoro e che devono essere perseguiti a mezzo di norme chiare e di certa applicazione.
Questo Consiglio Nazionale ritiene si debba tendere ad una partecipata gestione della sicurezza sui luoghi di lavoro, attraverso l’intensificazione dei percorsi formativi e la predisposizione di campagne di educazione alla sicurezza che riguardino lavoratori, datori di lavoro ed addetti e che siano idonei a far nascere una cultura della sicurezza ampiamente condivisa a livello sociale, fino a permeare le coscienze di tutti i soggetti coinvolti. Ciò non deve restare un fatto teorico o, peggio ancora demagogico, ma deve essere puntellato da misure economico-finanziarie che incentivino le imprese a far crescere in primis le competenze dei propri lavoratori sui rischi e sulle misure a tutela della loro incolumità.
La gestione della sicurezza è oggi in Italia resa problematica dalla confusione e sovrapposizione di Ruoli di tante figure individuate come responsabili, ma prive di idonei strumenti di governo e sorveglianza delle azioni nei luoghi di lavoro.
Siamo consapevoli di dover investire molto per ottenere un comportamento più responsabile di tutti i soggetti coinvolti, persone fisiche e giuridiche, seppur con ruoli diversi, negli ambienti lavorativi, imprese, lavoratori ed ingegneri compresi.
Questo Consiglio Nazionale degli Ingegneri, attraverso i propri organi di studio, sta elaborando una proposta organica che a breve inoltrerà nelle sedi governative competenti, ma soprattutto interverrà in sinergia con gli Ordini Provinciali per promuovere quella cultura condivisa della sicurezza senza la quale nessuna paventata dura pena o sanzione potrà garantire quella incolumità che la Costituzione prevede come diritto inalienabile, ma che la realtà, purtroppo, ci rappresenta come una lontana chimera.
Ing. Paolo Stefanelli Presidente CNI
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