Calcolo Tariffe Professionali: gli Architetti si inchinano all'Antitrust
"Prima pagina venti notizie ventuno ingiustizie e lo Stato che fa si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna con gran dignità". Questa strofa dell...
"Prima pagina venti notizie ventuno ingiustizie e lo Stato che
fa si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna con gran
dignità". Questa strofa della celebre don Raffaè di
Fabrizio D'Andrè potrebbe essere il leitmotiv che
accomuna molte delle dichiarazioni dei nostri rappresentanti
nazionali, pronti sempre a dar battaglia a suon di comunicati ma
che alla tirata delle somme raggiungono pochi se non nulli
risultati a favore della nostra categoria professionale.
L'ultima occasione l'hanno offerta l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C.. Ricordiamo, infatti, che lo scorso 9 giugno l'Antitrust aveva pubblicato un provvedimento con il quale veniva segnalato l'operato degli Ordini degli Architetti di Roma, Firenze e Torino, "colpevoli" di aver pubblicizzato sul proprio portale istituzionale un metodo di calcolo dei compensi professionali, nonostante la liberalizzazione cominciata con Bersani e ribadita da Monti.
Al provvedimento dell'Antitrust aveva prontamente risposto il nostro CNAPPC con un comunicato in cui precisava che "La decisione dell'Autorità di aprire una istruttoria sugli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Firenze, Roma e Torino (...) è l'ennesima dimostrazione che la bizantina applicazione delle norme in Italia nasconde la consueta politica (e pratica) di essere deboli con i forti, forti con i deboli" aggiungendo, anche, che "Nei tempi previsti e secondo le regole risponderemo puntualmente alle osservazioni dell'Antitrust, ma esprimiamo pubblicamente la nostra indignazione, in quanto rappresentanti dello Stato responsabili (e non associazione d'imprese), nel verificare che l'Autorità continua ad esercitare i propri poteri alla luce del pregiudizio".
Ci saremmo aspettati, dunque, una reazione da parte del CNAPPC ma, a parte lo sterile comunicato, nulla si è mosso a parte la pubblicazione di un nuovo provvedimento dell'Antitrust (n. 25100 del 24 settembre 2014) con il quale sono stati pubblicati gli impegni assunti da parte degli Ordini degli architetti di Roma, Firenze e Torino.
Già all'atto del primo provvedimento, i 3 Ordini avevano precisato che successivamente all'abrogazione delle tariffe professionali il metodo proposto avrebbe rappresentato solo uno dei molteplici parametri per calcolare il compenso ma per l'AGCM tale precisazione non è stata sufficiente.
Ma l'AGCM aveva precisato che "pur non emergendo, allo stato degli atti, alcun vincolo di natura deontologica a carico dei professionisti che non ritenessero di ricorrere a tali strumenti di calcolo tariffario, si rileva che l'individuazione da parte di un organismo rappresentativo di imprese di prezzi di riferimento, anche se non obbligatori, può determinare effetti negativi per la concorrenza alla stessa stregua dei prezzi obbligatori. Ciò in quanto la mera esistenza di prezzi cui far riferimento si presta, da un lato, a facilitare il coordinamento dei prezzi fra i prestatori dei servizi e, dall'altro, ad ingannare i consumatori in merito alla misura dei livelli ragionevoli dei prezzi".
Nell'ultimo provvedimento dell'Antritrust i 3 Ordini, in via cautelativa, si sono impegnati:
Dunque, dopo questi provvedimenti al Consiglio Nazionale degli Architetti resta un comunicato stampa che prometteva risposte immediate all'Antitrust ma che non ha avuto nessun riscontro se non gli impegni assunti dai 3 Ordini per evitare ulteriori problemi.
Il problema nasce, purtroppo, dalla scarsa conoscenza della normativa da parte di molti consiglieri provinciali che dimenticano l'importanza dell'aggiornamento normativo. Mi viene in mente quanto accaduto a Palermo alla fine del mese di luglio quanto l'Ordine degli Architetti, in contrasto alle più recenti indicazioni dell'Antitrust, ha deciso, a tutela dei propri iscritti, di andare contro la legge, pubblicizzando delle linee guida per il calcolo di un minimo tariffario e intimando i propri iscritti a rispettarlo pena denuncia all'Autorità competente.
Soltanto successivamente all'intervento informale di un altro consigliere, l'Ordine degli Architetti di Palermo si è reso conto dell'illegittimità delle linee guida perché in contrasto con le indicazioni dell'AGCM e con uno scarno comunicato ha informato i propri iscritti che, in considerazione della rilevanza del rilievo sollevato, ha, immediatamente e in regime di autotutela preventiva, ritirato tali Linee Guida, sottoponendo la questione all'attenzione del CNAPPC con la trasmissione di uno specifico interpello urgente.
L'ultima occasione l'hanno offerta l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C.. Ricordiamo, infatti, che lo scorso 9 giugno l'Antitrust aveva pubblicato un provvedimento con il quale veniva segnalato l'operato degli Ordini degli Architetti di Roma, Firenze e Torino, "colpevoli" di aver pubblicizzato sul proprio portale istituzionale un metodo di calcolo dei compensi professionali, nonostante la liberalizzazione cominciata con Bersani e ribadita da Monti.
Al provvedimento dell'Antitrust aveva prontamente risposto il nostro CNAPPC con un comunicato in cui precisava che "La decisione dell'Autorità di aprire una istruttoria sugli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Firenze, Roma e Torino (...) è l'ennesima dimostrazione che la bizantina applicazione delle norme in Italia nasconde la consueta politica (e pratica) di essere deboli con i forti, forti con i deboli" aggiungendo, anche, che "Nei tempi previsti e secondo le regole risponderemo puntualmente alle osservazioni dell'Antitrust, ma esprimiamo pubblicamente la nostra indignazione, in quanto rappresentanti dello Stato responsabili (e non associazione d'imprese), nel verificare che l'Autorità continua ad esercitare i propri poteri alla luce del pregiudizio".
Ci saremmo aspettati, dunque, una reazione da parte del CNAPPC ma, a parte lo sterile comunicato, nulla si è mosso a parte la pubblicazione di un nuovo provvedimento dell'Antitrust (n. 25100 del 24 settembre 2014) con il quale sono stati pubblicati gli impegni assunti da parte degli Ordini degli architetti di Roma, Firenze e Torino.
Già all'atto del primo provvedimento, i 3 Ordini avevano precisato che successivamente all'abrogazione delle tariffe professionali il metodo proposto avrebbe rappresentato solo uno dei molteplici parametri per calcolare il compenso ma per l'AGCM tale precisazione non è stata sufficiente.
Ma l'AGCM aveva precisato che "pur non emergendo, allo stato degli atti, alcun vincolo di natura deontologica a carico dei professionisti che non ritenessero di ricorrere a tali strumenti di calcolo tariffario, si rileva che l'individuazione da parte di un organismo rappresentativo di imprese di prezzi di riferimento, anche se non obbligatori, può determinare effetti negativi per la concorrenza alla stessa stregua dei prezzi obbligatori. Ciò in quanto la mera esistenza di prezzi cui far riferimento si presta, da un lato, a facilitare il coordinamento dei prezzi fra i prestatori dei servizi e, dall'altro, ad ingannare i consumatori in merito alla misura dei livelli ragionevoli dei prezzi".
Nell'ultimo provvedimento dell'Antritrust i 3 Ordini, in via cautelativa, si sono impegnati:
- a mantenere definitivamente la rimozione del servizio oggetto della contestazione dal sito internet dell'Ordine con pubblicazione di nota esplicativa al riguardi;
- a dare ampia diffusione dell'obbligo per gli iscritti di sottoporre al cliente, non appena richiesti di una prestazione professionale, un dettagliato preventivo volto a pervenire alla stipula di accordo scritto da perfezionarsi prima dell'avvio della prestazione richiesta.
Dunque, dopo questi provvedimenti al Consiglio Nazionale degli Architetti resta un comunicato stampa che prometteva risposte immediate all'Antitrust ma che non ha avuto nessun riscontro se non gli impegni assunti dai 3 Ordini per evitare ulteriori problemi.
Il problema nasce, purtroppo, dalla scarsa conoscenza della normativa da parte di molti consiglieri provinciali che dimenticano l'importanza dell'aggiornamento normativo. Mi viene in mente quanto accaduto a Palermo alla fine del mese di luglio quanto l'Ordine degli Architetti, in contrasto alle più recenti indicazioni dell'Antitrust, ha deciso, a tutela dei propri iscritti, di andare contro la legge, pubblicizzando delle linee guida per il calcolo di un minimo tariffario e intimando i propri iscritti a rispettarlo pena denuncia all'Autorità competente.
Soltanto successivamente all'intervento informale di un altro consigliere, l'Ordine degli Architetti di Palermo si è reso conto dell'illegittimità delle linee guida perché in contrasto con le indicazioni dell'AGCM e con uno scarno comunicato ha informato i propri iscritti che, in considerazione della rilevanza del rilievo sollevato, ha, immediatamente e in regime di autotutela preventiva, ritirato tali Linee Guida, sottoponendo la questione all'attenzione del CNAPPC con la trasmissione di uno specifico interpello urgente.
A cura di arch. Paolo
Oreto
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