Canone di locazione e credito d'imposta: nuovi chiarimenti dall'Agenzia delle Entrate
L'Agenzia delle Entrate fornisce un chiarimento sulla detrazione d'imposta del canone di locazione per le partite IVA aperte nel 2020
Credito di imposta, decreto Cura Italia, canone di locazione, destinazione d'uso e inizio di attività. Nel "calderone" del quesito posto all'Agenzia delle Entrate ci sono un bel po' di argomenti interessanti che vengono affrontati. E dall'Agenzia emettono una risposta, la numero 509, che chiarisce tutti i dubbi. Chi ha aperto una partita Iva nel 2020 e stipulato un contratto di locazione, sempre nel 2020, ma non ha mai iniziato l'attività, a causa dell'emergenza sanitaria, può beneficiare del credito di imposta nella misura del 60 per cento dell'ammontare del canone di locazione?
Cosa prevede il Decreto Cura Italia
Per fronteggiare l'emergenza sanitaria causata dal coronavirus, il governo ha emanato il Decreto legge numero 18 del 2020, il cosiddetto "Decreto Cura Italia" che prevede, tra le altre cose, anche un credito d'imposta, a favore dei soggetti esercenti attività di impresa, pari al 60% delle spese sostenute a marzo 2020 per canoni di locazione purché relativi ad immobili rientranti nella categoria catastale C/1. La finalità della norma è quella di riconoscere, agli esercenti di vendita al dettaglio che hanno dovuto sospendere l'attività, un parziale ristoro dei costi sostenuti per la locazione dell'immobile adibito all'attività al dettaglio e attualmente inutilizzato".
Il Decreto Rilancio (oggi legge numero 77 del 2020)
Il Decreto Rilancio, oggi convertito con la legge numero 77 del 2020, prevede che "al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19, ai soggetti esercenti attività d'impresa, arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel periodo d'imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, spetta un credito d'imposta nella misura del 60 per cento dell'ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili ad uso non abitativo destinati allo svolgimento dell'attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all'esercizio abituale e professionale dell'attività di lavoro autonomo". Il Credito di imposta "è commisurato all'importo versato nel periodo d'imposta 2020 con riferimento a ciascuno dei mesi di marzo, aprile, maggio e giugno (...). Ai soggetti locatari esercenti attività economica, il credito d'imposta spetta a condizione che abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel mese di riferimento di almeno il cinquanta per cento rispetto allo stesso mese del periodo d'imposta precedente. Il credito d'imposta spetta anche a chi ha iniziato l'attività a partire dall'1 gennaio 2019 (...)".
Come si può utilizzare il credito di imposta
Il credito d'imposta è utilizzabile in compensazione; nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta di sostenimento della spesa; può essere ceduto al locatore o al concedente oppure ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successiva cessione del credito. L'Agenzia delle Entrate, qualche tempo fa, ha definito le modalità di comunicazione della cessione del credito d'imposta per i canoni di locazione degli immobili a uso non abitativo e affitto d'azienda. L'obiettivo è quello di sostenere le aziende in questo periodo di crisi economica causata dall'emergenza sanitaria Covid-19 che ha determinato una riduzione dei ricavi o dei compensi delle attività economiche a fronte dell'incidenza dei costi fissi quali, ad esempio, il canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili delle piccole attività economiche. Ed è stato specificato che "gli immobili oggetto di locazione (o almeno uno degli immobili in ipotesi di affitto d'azienda o contratto misto), indipendentemente dalla categoria catastale, devono essere destinati allo svolgimento effettivo delle seguenti attività: industriale; commerciale; artigianale; agricola; di interesse turistico".
La soluzione proposta
Nel caso specifico, il titolare della partita Iva, aperta nel 2020, è anche iscritto al registro delle imprese, e ha stipulato un contratto di locazione ad uso commerciale. Ma, in realtà, non ha mai iniziato l'attività a causa della pandemia e, di conseguenza non ha emesso alcuna fattura nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020. "Si ritiene che l'istante rientri tra coloro che hanno iniziato l'attività a partire dall'1 gennaio 2019 - scrive l'Agenzia - e che, di conseguenza può fruire del credito d'imposta e quindi anche in assenza del requisito della riduzione del fatturato". Ma, specifica l'Agenzia va chiarito "l'uso commerciale" dell'immobile locato". Ecco perché, si legge nella risposta, "la fruizione del credito è rinviata al momento successivo a quello in cui si realizzerà lo svolgimento effettivo dell'attività dichiarata, momento in cui sarà dimostrabile la specifica destinazione dell'immobile, anche se posteriore a giugno 2020".
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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