Catasto: rischio aumento tasse, salta la Riforma
Sembrava essere tutto pronto per quella che doveva essere la vera riforma del Catasto. Dopo la pubblicazione del D.Lgs. che ha definito composizione, attribu...
Sembrava essere tutto pronto per quella che doveva essere la vera
riforma del Catasto. Dopo la pubblicazione del D.Lgs. che ha
definito composizione, attribuzioni e funzionamento delle
commissioni censuarie (D.Lgs. n. 198/2014 - G.U. n. 9 del 13
gennaio 2015), il Consiglio dei Ministri del 23 giugno 2015
avrebbe dovuto approvare il secondo decreto attuativo della delega
fiscale in tema di immobili, ma considerato l'alto rischio di
aumento di tasse il Premier Matteo Renzi ha deciso di
togliere il provvedimento dall'ordine del giorno .
Ricordiamo, infatti che la legge delega prevede una riforma a invarianza di gettito che tenga in considerazione le condizioni socio-economiche, l'ampiezza e la composizione del nucleo familiare. Gli analisti avevano, però, già rilevato i nuovi provvedimenti avrebbero necessariamente portato aumenti dal 30 al 180% nella valutazione con un conseguente aumento del gettito.
A pochi giorni dalla scadenza della delega (27 giugno 2015) e grazie alle simulazioni curate dall'Agenzia delle Entrate, si è appurato un aumento spropositato delle nuove rendite catastali non appianato neanche dalla riduzione automatica del 30%. In questo modo, considerata la reale difficoltà di agire direttamente sulle imposte sulla casa, IMU e TASI, si è preferito rimandare l'approvazione del secondo decreto attuativo.
Considerato che l'obiettivo principale della riforma del catasto è correggere le sperequazioni delle attuali rendite immobiliari e che le diverse simulazioni condotte dai diversi analisti del settore, lo stop del Premier è forse arrivato in ritardo. Quel che è certo, è che tra i principi e criteri per la determinazione del valore catastale la delega indica, in particolare, la definizione degli ambiti territoriali del mercato e la determinazione del valore patrimoniale utilizzando il metro quadrato come unità di consistenza in luogo del numero dei vani. Nella valutazione delle unità immobiliari non ci sarà più distinzione tra case di lusso e popolari, ma i valori saranno stimati in base ad alcune variabili, quali: la metratura, l'intorno, la tipologia edilizia, lo stato di conservazione, la presenza dell'ascensore, il piano e l'affaccio. In funzione della valutazione, le u.i. saranno classificate in 8 categorie anziché 26.
Dubitiamo che a questo punto il Governo riuscirà a rispettare i tempi e riteniamo che alla fine è probabile che la montagna partorirà il più classico dei topolini.
Ricordiamo, infatti che la legge delega prevede una riforma a invarianza di gettito che tenga in considerazione le condizioni socio-economiche, l'ampiezza e la composizione del nucleo familiare. Gli analisti avevano, però, già rilevato i nuovi provvedimenti avrebbero necessariamente portato aumenti dal 30 al 180% nella valutazione con un conseguente aumento del gettito.
A pochi giorni dalla scadenza della delega (27 giugno 2015) e grazie alle simulazioni curate dall'Agenzia delle Entrate, si è appurato un aumento spropositato delle nuove rendite catastali non appianato neanche dalla riduzione automatica del 30%. In questo modo, considerata la reale difficoltà di agire direttamente sulle imposte sulla casa, IMU e TASI, si è preferito rimandare l'approvazione del secondo decreto attuativo.
Considerato che l'obiettivo principale della riforma del catasto è correggere le sperequazioni delle attuali rendite immobiliari e che le diverse simulazioni condotte dai diversi analisti del settore, lo stop del Premier è forse arrivato in ritardo. Quel che è certo, è che tra i principi e criteri per la determinazione del valore catastale la delega indica, in particolare, la definizione degli ambiti territoriali del mercato e la determinazione del valore patrimoniale utilizzando il metro quadrato come unità di consistenza in luogo del numero dei vani. Nella valutazione delle unità immobiliari non ci sarà più distinzione tra case di lusso e popolari, ma i valori saranno stimati in base ad alcune variabili, quali: la metratura, l'intorno, la tipologia edilizia, lo stato di conservazione, la presenza dell'ascensore, il piano e l'affaccio. In funzione della valutazione, le u.i. saranno classificate in 8 categorie anziché 26.
Dubitiamo che a questo punto il Governo riuscirà a rispettare i tempi e riteniamo che alla fine è probabile che la montagna partorirà il più classico dei topolini.
A cura di Gabriele
Bivona
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