Codice Appalti e Direttive Europee: comincia l'esame al Senato
È iniziato martedì scorso al Senato in seconda lettura l'esame del testo approvato dalla Camera in prima lettura del disegno di legge delega relativo al rece...
È iniziato martedì scorso al Senato in seconda lettura l'esame del
testo approvato dalla Camera in prima lettura del disegno di legge
delega relativo al recepimento delle tre Direttive Europee sugli
appalti e alla riscrittura del Codice dei contratti.
Nella seduta di martedì l'VIII Commissione presieduta da Altero Matteoli con Relatori Stefano Esposito (Partito Democratico - PD) e Lionello Marco Pagnoncelli (CoR - Gruppo Conservatori e Riformisti) è stato deciso di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno al provvedimento per martedì 1 dicembre, alle ore 15.
Nella seduta di ieri, il relatore Esposito, anche a nome del correlatore Pagnoncelli, ha illustrato il provvedimento ed ha sottolineato che nel corso della seconda lettura l'impianto del provvedimento, pur confermato nelle sue linee generali, è stato profondamente modificato sia con la modifica delle modalità e dei termini di esercizio della delega (attraverso due decreti legislativi in luogo di uno, con scadenze diverse), sia con la modifica del contenuto dei principi e criteri direttivi, che sono stati rivisti e, spesso, ampliati e integrati.
Il Senatore Esposito ha, poi, precisato che, dal punto di vista formale, il disegno di legge si compone sempre di un unico articolo, ora suddiviso in 13 commi, a loro volta articolati in lettere e numeri e si è soffermato sui vari commi e sulle varie lettere in riferimento alle principali modifiche apportate dalla Camera dei deputati.
All'intervento del relatore hanno fatto seguito le critiche dei senatori Andrea Cioffi (M5S), Salvatore Margiotta (Misto), Jonny Crosio (LN-Aut) e Lionello Marco Pagnoncelli (CoR), Marco Filippi (PD) e l'intervento del senatore Daniele Gaetano Borioli (PD) che, invece, ha giudicato positivamente il provvedimento.
Nel dettaglio il senatore Cioffi ha rilevato che alcune modifiche apportate dalla Camera dei Deputati appaiono poco condivisibili e peggiorative rispetto al testo approvato dal Senato e cita, ad esempio, la lettera dd) relativa ai soggetti aggregatori e la lettera iii) relativa agli affidamenti dei contratti da parte dei soggetti titolari di concessioni pubbliche che rappresenta un passo indietro rispetto alla versione licenziata in prima lettura, in quanto consente l'affidamento in house del 20 per cento del valore dei contratti. Aggiunge, anche, alcune critiche sugli ulteriori poteri affidati all'ANAC con il contestuale ridimensionamento del ruolo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a favore di una autorità amministrativa, che svolgerà contemporaneamente la funzione di regolatore e controllore del settore degli appalti pubblici e delle concessioni.
Il senatore Margiotta ha contestato l'eccessiva dilatazione dei contenuti del provvedimento, anche rispetto al testo già fin troppo ampio approvato dal Senato e la soppressione della previsione di un nuovo regolamento di esecuzione e attuazione che avrebbe dovuto accompagnare il nuovo codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, poiché un atto amministrativo così importante per l'applicazione della legislazione non può essere surrogato dai poteri di soft law affidati all'ANAC, il cui esercizio concreto è ancora tutto da valutare.
Il senatore Crosio ha rilevato nel testo approvato dalla Camera un arretramento rispetto ad una serie di punti, come, ad esempio, lo spazio alle interferenze degli uffici tecnici delle stazioni appaltanti sulla fase di progettazione, l'ampliamento delle possibilità di ricorso all'appalto integrato e l'abrogazione della "legge obiettivo" contenuta nella lettera sss) non risulta essere sufficiente ad assicurare la corretta esecuzione degli appalti pubblici dei lavori.
Il senatore Pagnoncelli ha nel rilevato che corso dell'esame presso la Camera dei deputati vi è stato un cedimento alle istanze di alcuni interessi particolari e settoriali. Richiama ad esempio le modifiche apportate alla lettera gg) sugli appalti dei servizi ad alta intensità di manodopera e alla lettera rr) sui compiti degli uffici tecnici ed ha auspicato che il Governo voglia svolgere un lavoro attento e condiviso, riflettendo su alcune evidenti carenze che andrebbero sanate.
Anche il senatore Filippi ha riconosciuto che esistono aspetti nel testo licenziato dalla Camera che non convincono fino in fondo, tra cui, in particolare, l'assenza già ricordata del regolamento di attuazione ed esecuzione del nuovo codice, sia perché rappresenta una sorta di "cessione di sovranità" dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti all'ANAC.
Ha concluso il vice ministro Riccardo Nencini ringraziando la Commissione e il Presidente per l'attenzione e l'alta qualità del lavoro svolto, sia nel corso della prima lettura sia nella fase attuale ritenendo che il testo esitato dalla Camera dei deputati sia condivisibile e che debba essere approvato rapidamente e senza modifiche, sia per corrispondere alle legittime aspettative di molti operatori economici, sia per consentire il puntuale recepimento delle direttive comunitarie entro la scadenza del 18 aprile 2016.
In verità notiamo dagli interventi in VIII Commissione che la richiesta di Nencini troverà alcuni ostacoli e che non è certo che l'approvazione definitiva sia in Commissione che in Aula eviti che il testo stesso debba ritornare nuovamente alla Camera per una seconda lettura.
Nella seduta di martedì l'VIII Commissione presieduta da Altero Matteoli con Relatori Stefano Esposito (Partito Democratico - PD) e Lionello Marco Pagnoncelli (CoR - Gruppo Conservatori e Riformisti) è stato deciso di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno al provvedimento per martedì 1 dicembre, alle ore 15.
Nella seduta di ieri, il relatore Esposito, anche a nome del correlatore Pagnoncelli, ha illustrato il provvedimento ed ha sottolineato che nel corso della seconda lettura l'impianto del provvedimento, pur confermato nelle sue linee generali, è stato profondamente modificato sia con la modifica delle modalità e dei termini di esercizio della delega (attraverso due decreti legislativi in luogo di uno, con scadenze diverse), sia con la modifica del contenuto dei principi e criteri direttivi, che sono stati rivisti e, spesso, ampliati e integrati.
Il Senatore Esposito ha, poi, precisato che, dal punto di vista formale, il disegno di legge si compone sempre di un unico articolo, ora suddiviso in 13 commi, a loro volta articolati in lettere e numeri e si è soffermato sui vari commi e sulle varie lettere in riferimento alle principali modifiche apportate dalla Camera dei deputati.
All'intervento del relatore hanno fatto seguito le critiche dei senatori Andrea Cioffi (M5S), Salvatore Margiotta (Misto), Jonny Crosio (LN-Aut) e Lionello Marco Pagnoncelli (CoR), Marco Filippi (PD) e l'intervento del senatore Daniele Gaetano Borioli (PD) che, invece, ha giudicato positivamente il provvedimento.
Nel dettaglio il senatore Cioffi ha rilevato che alcune modifiche apportate dalla Camera dei Deputati appaiono poco condivisibili e peggiorative rispetto al testo approvato dal Senato e cita, ad esempio, la lettera dd) relativa ai soggetti aggregatori e la lettera iii) relativa agli affidamenti dei contratti da parte dei soggetti titolari di concessioni pubbliche che rappresenta un passo indietro rispetto alla versione licenziata in prima lettura, in quanto consente l'affidamento in house del 20 per cento del valore dei contratti. Aggiunge, anche, alcune critiche sugli ulteriori poteri affidati all'ANAC con il contestuale ridimensionamento del ruolo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a favore di una autorità amministrativa, che svolgerà contemporaneamente la funzione di regolatore e controllore del settore degli appalti pubblici e delle concessioni.
Il senatore Margiotta ha contestato l'eccessiva dilatazione dei contenuti del provvedimento, anche rispetto al testo già fin troppo ampio approvato dal Senato e la soppressione della previsione di un nuovo regolamento di esecuzione e attuazione che avrebbe dovuto accompagnare il nuovo codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, poiché un atto amministrativo così importante per l'applicazione della legislazione non può essere surrogato dai poteri di soft law affidati all'ANAC, il cui esercizio concreto è ancora tutto da valutare.
Il senatore Crosio ha rilevato nel testo approvato dalla Camera un arretramento rispetto ad una serie di punti, come, ad esempio, lo spazio alle interferenze degli uffici tecnici delle stazioni appaltanti sulla fase di progettazione, l'ampliamento delle possibilità di ricorso all'appalto integrato e l'abrogazione della "legge obiettivo" contenuta nella lettera sss) non risulta essere sufficiente ad assicurare la corretta esecuzione degli appalti pubblici dei lavori.
Il senatore Pagnoncelli ha nel rilevato che corso dell'esame presso la Camera dei deputati vi è stato un cedimento alle istanze di alcuni interessi particolari e settoriali. Richiama ad esempio le modifiche apportate alla lettera gg) sugli appalti dei servizi ad alta intensità di manodopera e alla lettera rr) sui compiti degli uffici tecnici ed ha auspicato che il Governo voglia svolgere un lavoro attento e condiviso, riflettendo su alcune evidenti carenze che andrebbero sanate.
Anche il senatore Filippi ha riconosciuto che esistono aspetti nel testo licenziato dalla Camera che non convincono fino in fondo, tra cui, in particolare, l'assenza già ricordata del regolamento di attuazione ed esecuzione del nuovo codice, sia perché rappresenta una sorta di "cessione di sovranità" dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti all'ANAC.
Ha concluso il vice ministro Riccardo Nencini ringraziando la Commissione e il Presidente per l'attenzione e l'alta qualità del lavoro svolto, sia nel corso della prima lettura sia nella fase attuale ritenendo che il testo esitato dalla Camera dei deputati sia condivisibile e che debba essere approvato rapidamente e senza modifiche, sia per corrispondere alle legittime aspettative di molti operatori economici, sia per consentire il puntuale recepimento delle direttive comunitarie entro la scadenza del 18 aprile 2016.
In verità notiamo dagli interventi in VIII Commissione che la richiesta di Nencini troverà alcuni ostacoli e che non è certo che l'approvazione definitiva sia in Commissione che in Aula eviti che il testo stesso debba ritornare nuovamente alla Camera per una seconda lettura.
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Seduta Senato 25/11/2015IL NOTIZIOMETRO