Codice Appalti e Direttive Europee: nessuna disciplina speciale per i servizi di architettura e ingegneria
Giorni decisivi per l'approvazione del nuovo articolato che avrà il compito di riscrivere le regole per la gestione degli appalti pubblici di lavori, servizi...
Giorni decisivi per l'approvazione del nuovo articolato che avrà il compito di riscrivere le regole per la gestione degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture. Dovrebbe essere trattato nel Consiglio dei Ministri di oggi o di domani (ma è probabile un nuovo rinvio alla prossima settimana) il testo del nuovo decreto legislativo che negli ultimi giorni ha subito continue modifiche soprattutto per ciò che riguarda il sistema di qualificazione delle imprese.
Il processo di approvazione del nuovo decreto legislativo ha certamente lasciato pesanti strascichi nel rapporto tra la politica e il mondo delle professioni che, sebbene abbiano giocato un ruolo determinante per la redazione della legge delega con audizioni continue e temporalmente accettabili, sono state completamente trascurate nella redazione del nuovo Codice. Tutte le osservazioni sul nuovo articolato sono state, infatti, elaborate a partire da una bozza del 27 gennaio 2016 "acquisita dal web" certamente diversa dalle quelle circolate nelle ultime settimane.
Sull’argomento abbiamo intervistato Rino La Mendola, attuale Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti e coordinatore del Tavolo Lavori Pubblici della Rete delle Professioni Tecniche, che ci ha fornito una disamina a partire dall'approvazione della legge delega che, a suo giudizio, è stato un'iter positivo che ha visto le professioni tecniche coinvolte in prima persona, fino ad arrivare agli ultimi giorni con consultazioni che hanno mortificato il lavoro fatto in precedenza.
Nel suo ruolo, ha avuto modo di seguire l’intero
percorso per la revisione del quadro normativo, che si
concretizzerà nei prossimi giorni. Qual è il suo giudizio
complessivo, a partire dalla legge delega?
Il nostro giudizio sull’iter di redazione ed approvazione della
legge delega è estremamente positivo. Riconosciamo soprattutto il
grande lavoro svolto dalle Commissioni competenti, che hanno
sottoposto alle Camere un disegno di legge condiviso, che ha
recepito gran parte dei contributi offerti dalla Rete delle
Professioni Tecniche. In particolare, avevamo condiviso i princìpi
della legge delega votati allo snellimento delle procedure di
affidamento, alla drastica riduzione dell’appalto integrato e degli
affidamenti in house, alla riduzione dei requisiti
tecnico-organizzativi ed economici dei professionisti per l’accesso
alle gare ed all’apertura dei concorsi di progettazione ai giovani
e comunque alle strutture professionali-medio piccole che, seppure
siano in grado di garantire prestazioni di qualità, non dispongano
di grossi fatturati e di un numero notevole di dipendenti o
collaboratori. Avevamo apprezzato anche l’abbandono del criterio
del prezzo più basso, che negli ultimi anni non ha certamente
prodotto prestazioni professionali di qualità, alimentando una
serie di varianti correttive in corso d’opera ed un allarmante
crescita del numero di opere pubbliche incompiute nel
Paese.
La scorsa settimana, unitamente ad altri rappresentanti
della Rete delle Professioni Tecniche, ha partecipato ad
un’audizione promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Condivide il metodo adottato per raccogliere i contributi degli
addetti ai lavori?
Siamo estremamente perplessi per il fatto che, in occasione
dell’audizione, il Governo non ha fornito agli addetti ai lavori
una bozza di testo o una traccia ufficiale su cui introdurre
organicamente le modifiche da proporre. Ciò, di fatto, in pochi
giorni ha prodotto una serie di proposte articolate e
differenziate, provenienti dai vari rappresentanti degli operatori
del settore, che, facendo riferimento a bozze di testo diverse,
ricavate dal web, difficilmente potranno confluire in un testo
condiviso, entro i tempi strettissimi dettati dalla stessa
Presidenza del Consiglio dei Ministri, che intenderebbe varare il
decreto in occasione della prossima seduta. Insomma, abbiamo la
preoccupazione che i tempi stretti a disposizione possano produrre
una norma di scarsa qualità, con il rischio di inficiare l’ottimo
lavoro svolto dal parlamento con la legge delega.
Qual è il suo giudizio sui contenuti delle bozze che
circolano sul web?
Siamo notevolmente preoccupati per la mancanza di una
disciplina speciale per i servizi di architettura e ingegneria e
degli altri servizi dell’area tecnica: gli articoli che riguardano
l’argomento sono disseminati nell’articolato in modo poco organico
e difficilmente leggibile.
Sarebbe paradossale trattare tali servizi con le stesse regole
adottate per i servizi generici, come ad esempio quelli di
ristorazione o di latro, in quanto i Servizi di Architettura e
Ingegneria hanno una loro peculiarità e fanno riferimento a
direttive comunitarie specifiche. Inoltre, abbiamo rilevato che
buona parte dei principi enunciati dalla legge delega non trovano
concreto riscontro nell’articolato. Ad esempio, non si comprende
come si concretizzi la “drastica riduzione dell’appalto integrato”
promossa dalla legge delega. Ed ancora, per quanto riguarda i
concorsi di progettazione, avevamo chiesto l’introduzione di un
articolo che garantisse la priorità dell’affidamento (e non
l’opzione) delle fasi successive della progettazione al
professionista vincitore, al fine di scongiurare il rischio che le
amministrazioni continuino a bandire concorsi, magari a fini
propagandistici, che non si concretizzano mai con la realizzazione
delle opere in linea con le previsioni del progetto vincitore. Pare
proprio che, nell’ultimo testo elaborato dal Governo, non ci sia
traccia di questo articolo né di tanti altri che avrebbero dovuto
concretizzare principi importanti enunciati dalla legge delega.
Nella speranza che ci siano ancora margini per migliorare il testo
da sottoporre all’esame del Consiglio dei Ministri, la Rete delle
Professioni Tecniche ha trasmesso al Governo un documento con il
quale si propone un pacchetto di articoli che introducono una
disciplina speciale sui servizi di architettura e di ingegneria,
superando le anomalie rilevate. Aspettiamo pertanto con fiducia
l’esito dell’apposita seduta del Consiglio dei Ministri.
In particolare, la disciplina speciale proposta dalla Rete delle Professioni Tecniche è finalizzata al raggiungimento di una serie di obiettivi, dei quali si elencano i più rilevanti:
- L’accorpamento delle fasce per l’affidamento SAI: Fino a 40.000 euro affidamento diretto; sino alla soglia comunitaria ( 209.000 euro): procedura negoziata con invito ad almeno dieci OO.EE.; per importi stimati superiori: procedura aperta.
- L’obbligo per le Stazioni appaltanti di calcolare i nostri corrispettivi da porre a base di gara con il DM 143 ed eventuali successive modifiche, anche per l’appalto integrato.
- Il rilancio del concorso, con l’incarico delle fasi successive al vincitore (che può acquisire i requisiti per la redazione della fasi successive della progettazione, anche dopo la procedura concorsuale, costituendo un raggruppamento di professionisti). Ciò al fine di scongiurare il rischio che le amministrazioni continuino a bandire concorsi, magari ai fini propagandistici, che raramente si concretizzano con la realizzazione delle opere, in linea con il progetto vincitore.
- Lo stralcio dell’argomento dei requisiti, che non possono essere analoghi a quelli adottati per erogatori di altri servizi, rinviando l’argomento in sede di redazione delle Linee Guida ANAC (che sostituiranno il vecchio regolamento) . Ciò nella consapevolezza che, per il professionista, va rilanciata una qualificazione da relazionare alla regolare iscrizione all’Ordine (in regola con la formazione costante) ed al curriculum vitae (senza limitazioni temporali) e vanno superati o ridotti al minimo quei requisiti tecnico-organizzativi che hanno progressivamente chiuso il mercato dei LLPP ai giovani ed a tutti i professionisti che non siano titolari di strutture con un notevole numero di dipendenti e con grossi fatturati;
- La ridefinizione dei ruoli dei pubblici dipendenti e dei liberi professionisti, nell’ambito dell’esecuzione dei lavori pubblici, assegnando prioritariamente ai primi i compiti istituzionali di verifica e controllo dell’intero processo di esecuzione delle opere (riconoscendo per tali attività gli incentivi del 2%) ed ai secondi la progettazione, la direzione dei lavori ed il collaudo delle opere;
- Viene chiaramente indicato l’obbligo per i concessionari di esternalizzare i Servizi di Architettura e Ingegneria e degli altri Servizi Tecnici per una percentuale non inferiore all’ottanta per cento dell’importo complessivo, con la conseguente riduzione dei servizi da affidare in house ad un’aliquota non superiore al venti per cento; in linea con le previsioni della legge delega;
- Viene rinviato di 18 mesi l’adozione del BIM, subordinando tale termine all’effettiva informatizzazione dei processi di informatizzazione della P.A., al fine di consentire un avvio più graduale e meno traumatico del sistema.
Ringrazio il vicepresidente La Mendola per il prezioso contributo e lascio come sempre a voi ogni commento.
A cura di Ing. Gianluca Oreto
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