Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (CSLP): Massimo Sessa alla Presidenza e confermato Rino La Mendola come consigliere
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato il decreto con il quale è stato rinnovato il CSLP per il prossimo triennio
Con decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2020 è stato conferito al dirigente di prima fascia dei ruoli del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Ingegnere Massimo Sessa, per la durata di tre anni, l'incarico di Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, al posto del Prof. Donato Carlea, che si era dimesso a Dicembre; ricordiamo che l’Ing. Massimo Sessa aveva già, in precedenza, ricoperto tale incarico. E' stato emanato, poi, dopo due mesi di attesa, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il decreto n°85/2020, con il quale è stato rinnovato il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per il prossimo triennio 2020-2023.
Tanti nomi nuovi ed altri confermati, tra questi, il Vicepresidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Rino La Mendola, al quale abbiamo chiesto gli obiettivi che il CNAPPC intende raggiungere partecipando ai lavori del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Quali sono gli obiettivi che tendete a raggiungere nel breve termine?
Già dalle prime sedute, saremo impegnati nel rilascio del parere in merito alle Linee Guida sulla qualità dell’architettura, proposte dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT) e fortemente volute dal Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC), con l’obiettivo di rilanciare concretamente la centralità del progetto nei processi di trasformazione del territorio, puntando sul concorso di progettazione a due gradi, che riteniamo il migliore strumento per valorizzare la professionalità dei concorrenti e per garantire la qualità del progetto, elemento indispensabile per promuovere la qualità architettonica delle nostre città.
Un altro provvedimento, per il quale presto vi sarà chiesto il parere di competenza, è probabilmente il Regolamento di attuazione del codice dei contratti, destinato a sostituire le linee guida dell’ANAC e tanti altri decreti attuativi emanati dai vari Ministeri. Quali sono le vostre valutazioni?
Pur condividendo gran parte dei contenuti delle Linee Guida emanate dall’ANAC, giudichiamo positivamente la decisione del legislatore di superare la soft-law , che aveva di fatto prodotto una serie di sovrapposizioni, che rischiavano di alimentare dubbi ed incertezze tra gli operatori del settore, rallentando talvolta il processo di esecuzione delle opere pubbliche.
Quali sono i principali obiettivi che intendete raggiungere con il regolamento?
A nostro avviso, la redazione del nuovo regolamento potrebbe costituire un’ottima occasione per rilanciare la centralità del progetto nel processo di esecuzione delle opere pubbliche e per restituire agli operatori del settore un quadro normativo unitario, chiaro e di facile consultazione, in grado di promuovere una più ampia apertura del mercato dei lavori pubblici ai professionisti di talento, superando vecchie logiche che continuano a puntare sulla valutazione di requisiti speciali quantitativi, come fatturato e numero di dipendenti, e sulla valutazione delle esperienze lavorative limitate agli ultimi anni. In particolare, auspichiamo una disciplina speciale per i concorsi di progettazione, che regolamenti compiutamente l’affidamento delle fasi successive della progettazione al vincitore del concorso, a cui deve essere riservata, come previsto dall’art. 152 comma 5 del codice, l’opportunità di dimostrare i requisiti economico-finanziari e tecnico-professionali, anche attraverso la composizione di un raggruppamento temporaneo a valle della procedura concorsuale, nella fase di affidamento della progettazione esecutiva, nella consapevolezza che ciò sia fondamentale per restituire potere contrattuale ai professionisti di talento, anche se non siano in possesso di strutture professionali di notevoli dimensioni.
Sempre in merito ai concorsi, riteniamo che il regolamento debba compiutamente disciplinare le modalità di calcolo e di ripartizione del montepremi, i tempi e la composizione delle commissioni giudicatrici, l’introduzione della figura professionale del coordinatore del concorso, quale supporto al RUP, e l’istituzionalizzazione del rilascio, da parte delle stazioni appaltanti, del certificato di buona esecuzione ai concorrenti premiati o ammessi al secondo grado, spendibile quale requisito tecnico-organizzativo per la partecipazione a successive procedure di selezione, come concorsi o gare per affidamento di Servizi di Architettura e Ingegneria.
Come pensate di promuovere l’apertura del mercato dei lavori pubblici alle strutture professionali medio-piccole?
Riteniamo che per raggiungere questo obiettivo, il regolamento debba ridurre in modo ancora più cogente il ricorso a requisiti di partecipazione alle gare, di tipo quantitativo, come il fatturato ed il numero dei dipendenti/collaboratori dei concorrenti ed estendere all’intera carriera professionale la forbice temporale entro cui il concorrente può raccogliere le proprie esperienze lavorative maturate, ai fine di dimostrare i requisiti tecnico-organizzativi per partecipare ad una gara o, quanto meno, superare l’attuale limite dei dieci anni, estendendolo agli ultimi venti anni. Sarebbe opportuno che si cominci a pensare anche di valutare, quali requisiti tecnico-professionali, le attività formative specifiche, nel settore del servizio in gara, svolte dal concorrente, al fine di scongiurare il rischio che chi non ha avuto la fortuna di lavorare negli ultimi anni possa rimanere fuori dal mercato.
Avete delle idee per garantire la riduzione dei ribassi dei corrispettivi?
Certo. Pensiamo che il regolamento debba valorizzare la nostra conquista di cui all’art. 24 comma 8 del codice, che prescrive l’obbligo, per le stazioni appaltanti, di calcolare l’importo a base di gara, applicando il cosiddetto decreto parametri. In particolare, il nuovo regolamento, a nostro avviso, dovrebbe ritenere nulli i bandi che non riportano, tra gli allegati, il calcolo del corrispettivo, in applicazione del decreto parametri. Inoltre, per ridurre i ribassi, auspichiamo che il regolamento possa introdurre una specifica formula esponenziale, che negli affidamenti con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, riduca progressivamente l’incidenza del prezzo con l’aumento del ribasso. Infine, per gli affidamenti diretti (fiduciari) di servizi di importo inferiore a 40.000 euro, riteniamo che non debba essere applicato alcun ribasso, in assenza di ogni aspetto concorrenziale che possa motivare il ricorso ad un criterio di selezione.
Il Testo del Regolamento redatto, prima dell’audizione dello scorso 5 dicembre, dalla commissione incaricata dal MIT, presenta una serie di anomalie, tra cui il rilancio dell’appalto integrato sulla base di un semplice progetto di fattibilità tecnica economica. Qual è la vostra posizione in merito?
Crediamo che si tratti di un refuso e che pertanto il regolamento di attuazione debba riportare l’appalto integrato entro i limiti ben definiti dalla norma di rango primario (art. 59 comma 1, 1 bis, 1 ter del codice) , prescrivendo alle stazioni appaltanti il riconoscimento della corresponsione diretta al progettista della quota del compenso relativo agli oneri di progettazione, indicati espressamente in sede di offerta, al netto del ribasso d'asta.
Crede che nel regolamento possa essere in qualche modo trattato il ruolo del pubblico dipendente rispetto a quello del libero professionista?
Sappiamo bene che il regolamento non può introdurre elementi innovativi che non trovino riferimento nella norma di rango primario. Tuttavia, siamo convinti che il Regolamento possa costituire un’ottima occasione per distinguere, entro i limiti del possibile, il ruolo dei liberi professionisti, a cui affidare prioritariamente la progettazione, direzione e collaudo dei lavori, da quello dei pubblici dipendenti, a cui affidare prioritariamente il controllo dell’intero processo di esecuzione dell’opera pubblica: dalla programmazione alla verifica ed al collaudo, riconoscendo loro il premio incentivante del 2% proprio per lo svolgimento di queste attività, a prescindere del ruolo di dirigente o di funzionario. Il Regolamento, in ogni caso, dovrebbe stabilire l’obbligo di iscrizione all’Ordine di appartenenza del pubblico dipendente che svolge le attività di RUP, progettista, direttore dei lavori o collaudatore di opere pubbliche, nella consapevolezza che chi svolge tali attività, a prescindere dal suo ruolo di pubblico dipendente o di libero professionista, deve rispondere alle regole della deontologia professionale e della formazione continua.
Svolgendo la mia attività di componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, cercherò di offrire il mio contributo per raggiungere, per quanto possibile, gli obiettivi sopra individuati.
A seguito dell’audizione dello scorso 5 dicembre, avete redatto un documento con i vostri emendamenti?
Lo abbiamo fatto, unitamente al tavolo della filiera delle costruzioni, a cui hanno partecipato tutte le associazioni di categoria che svolgono un ruolo nel processo di progettazione ed esecuzione delle opere pubbliche. Attorno al tavolo, abbiamo lavorato proficuamente, come non era mai accaduto prima, riuscendo a condividere integralmente ed all’unanimità un documento che introduce una serie di proposte condivise, relative alle varie parti del regolamento; documento che abbiamo consegnato, a fine gennaio, alla commissione incaricata dal MIT della redazione del regolamento e che rimane al momento riservato.
Concludendo, ricordiamo ai lettori quali sono le attività principali che svolge il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e come sarà recuperato il tempo perso a causa della sosta degli ultimi due mesi?
Le attività che svolgiamo in seno al Consiglio Superiore sono tantissime e non si riferiscono solo al rilascio del parere su provvedimenti legislativi, quali decreti ministeriali o decreti del Presidente della Repubblica, ma riguardano anche le norme tecniche, le linee guida sui materiali per le costruzioni ed i progetti finanziati dallo Stato, per una percentuale pari almeno al 50%, di importo superiore a 50 milioni di euro, tra i quali le grandi infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali ed aeroportuali. Il fermo delle attività ha di fatto prodotto un inevitabile arretrato, ma sono certo che il Presidente Sessa promuoverà una ripresa veloce dei lavori al fine di recuperare la pausa determinata dal rinnovo dello stesso consiglio, calendarizzando, sin dalle prime battute, i progetti più urgenti ed importanti per il rilancio socio-economico del Paese.
Ringrazio il Vicepresidente La Mendola per il prezioso contributo e lascio a voi ogni commento.
A cura di Ing. Gianluca Oreto
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