Consiglio nazionale geologi e Decreto crescita: Il Ministero aggira le sentenze del Tar Lazio
Mentre il decreto-legge cosiddetto "della crescita" approvato dal consiglio dei Ministri di venerdì 15 giugno è stato firmato il 22 giugno scorso dal Capo de...
Mentre il decreto-legge cosiddetto "della crescita" approvato dal
consiglio dei Ministri di venerdì 15 giugno è stato firmato il
22 giugno scorso dal Capo dello Stato, rileviamo che
nell'articolo 7 comma 2 dello stesso viene contenuta una
modifica all'articolo 59 del Testo Unico di cui al D.P.R. n.
380/2001 con cui viene così sostituito interamente il comma
2:
"Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti può autorizzare, con proprio decreto, ai sensi del presente capo, altri laboratori ad effettuare:
a) prove sui materiali da costruzione;
b) indagini geotecniche in sito, compresi il prelievo dei campioni e le prove in sito;
c) prove di laboratorio su terre e rocce. ".
Con tale modifica, di fatto, il Governo, in riferimento alle recenti sentenze del Tar Lazio sulla questione della certificazione delle indagini geognostiche e geotecniche e sull'annullamento delle due Circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nn. 3757/2012 e 3761/2012 per le quali potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato, scavalca il problema inserendo in un decreto-legge la citata modifica al comma 2 dell'articolo 59.
Nella relazione illustrativa del decreto stesso viene precisato che: "La presente proposta normativa è, quindi, finalizzata a ricondurre nell'ambito di attività dei laboratori autorizzati le indagini geognostiche, il prelievo dei campioni e le prove in sito, quando questi riguardino "indagini geotecniche", in quanto, per tali tipologie di indagini, l'autorizzazione soddisfa esigenze di pubblica utilità, avendo dette prove implicazione sulla sicurezza delle costruzioni.
L'autorizzazione è tesa infatti a costituire indispensabile supporto sia alla corretta progettazione delle opere - atteso che accerta l'affidabilità dei risultati delle prove eseguite sulla base dei quali viene caratterizzato il comportamento meccanico dei terreni sui cui dovrà sorgere l'opera e quindi l'affidabilità della progettazione stessa - che al controllo della buona esecuzione dei lavori da parte dell‘impresa. "
Immediato lo sfogo del Presidente del Consiglio nazionale dei geologi Gian Vito Graziano che dopo aver affermato di essere "sdegnato" per il comportamento del Ministero delle Infrastrutture aggiunge che non comprende i motivi per i quali il Ministero, per una modifica di tale portata che di fatto scavalca le sentenze della Magistratura, utilizzi un decreto-legge che contiene il principio dell’urgenza e non attenda i tempi di un normale iter parlamentare e nel frattempo si adegui alle sentenze.
Ancora più dura la conclusione di Gian Vito Graziano che precisa come non esista nessuna urgenza "ma ricordandosi di come faceva Berlusconi, anche il Ministero ha capito che si può andare con i panzer a casa nostra, che non abbiamo neanche la recinzione.
Anzi a dire il vero l'ugenza c'è ed è quella dei poteri economici, che vedono in questa attività una fetta di mercato interessante, che non si può certo lasciare ai professionisti.
E siccome non abbiamo altre armi, l'unica cosa che possiamo fare è quella di gridare allo scandalo. "
Riportamo, qui di seguito, per completezza, il Comunicato stampa del Consiglio nazionale dei Geologi
"Il Consiglio Nazionale Geologi rileva con sorpresa che nello schema di decreto legge "misure urgenti per la crescita del paese", si sia voluto intervenire su una materia, quella delle indagini geognostiche e delle prove geotecniche in situ, oggetto anche recentemente di importanti sentenze del Tar Lazio e del Consiglio di Stato.
Premesso che, anche con la migliore disposizione, non si riesce a comprendere quale carattere di urgenza possa rivestire la modifica del comma 2, dell’articolo 59 del DPR 380/2001 (T.U. Edilizia) né tanto meno a quale sviluppo tale modifica possa riferirsi o possa determinare, il CNG non può non rilevare come, ancora una volta, i cervelli pensanti del Ministero delle Infrastrutture, che in questi giorni avrebbero ben altre e più importanti questioni cui dedicarsi, anche in termini di forte autocritica, compiono un tentativo maldestro di ribaltare le recentissime sentenze del TAR Lazio e si prodigano per complicare e per rendere nebulosa una materia che viceversa le Leggi vigenti e le recenti ricordate sentenze non solo stabiliscono chiaramente ma attribuiscono alla competenza esclusiva dei geologi come, appunto, le indagini geognostiche.
E' l'ultimo tentativo in ordine di tempo di ridurre ai minimi termini, se non di escludere, il contributo dei geologi e della geologia da tutto il comparto delle costruzioni che il Consiglio Nazionale Geologi non può passare sotto silenzio.
Quanto avvenuto recentemente in Emilia Romagna, sia come effetti su strutture relativamente moderne sia come fenomeni indotti dal terremoto se da una parte dimostra la scarsa dimestichezza dei legislatori e dei loro tecnici suggeritori alla problematiche d'ordine naturale dall'altra evidenzia senza se e senza ma, l'importanza delle conoscenze della geologia locale ai fini della corretta progettazione di qualsiasi manufatto.
E' bene che il popolo italiano tutto e non solo le popolazioni delle Provincie di Modena e Ferrara oggi così come quelle dell'Aquila ieri, sappia che chi opera per ridurre ai minimi termini questo contributo lo fa sulla pelle degli ignari cittadini. Rimane da capire "cui prodest" che non è dato sapere ma è viceversa certo che i vantaggi non sono pubblici."
"Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti può autorizzare, con proprio decreto, ai sensi del presente capo, altri laboratori ad effettuare:
a) prove sui materiali da costruzione;
b) indagini geotecniche in sito, compresi il prelievo dei campioni e le prove in sito;
c) prove di laboratorio su terre e rocce. ".
Con tale modifica, di fatto, il Governo, in riferimento alle recenti sentenze del Tar Lazio sulla questione della certificazione delle indagini geognostiche e geotecniche e sull'annullamento delle due Circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nn. 3757/2012 e 3761/2012 per le quali potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato, scavalca il problema inserendo in un decreto-legge la citata modifica al comma 2 dell'articolo 59.
Nella relazione illustrativa del decreto stesso viene precisato che: "La presente proposta normativa è, quindi, finalizzata a ricondurre nell'ambito di attività dei laboratori autorizzati le indagini geognostiche, il prelievo dei campioni e le prove in sito, quando questi riguardino "indagini geotecniche", in quanto, per tali tipologie di indagini, l'autorizzazione soddisfa esigenze di pubblica utilità, avendo dette prove implicazione sulla sicurezza delle costruzioni.
L'autorizzazione è tesa infatti a costituire indispensabile supporto sia alla corretta progettazione delle opere - atteso che accerta l'affidabilità dei risultati delle prove eseguite sulla base dei quali viene caratterizzato il comportamento meccanico dei terreni sui cui dovrà sorgere l'opera e quindi l'affidabilità della progettazione stessa - che al controllo della buona esecuzione dei lavori da parte dell‘impresa. "
Immediato lo sfogo del Presidente del Consiglio nazionale dei geologi Gian Vito Graziano che dopo aver affermato di essere "sdegnato" per il comportamento del Ministero delle Infrastrutture aggiunge che non comprende i motivi per i quali il Ministero, per una modifica di tale portata che di fatto scavalca le sentenze della Magistratura, utilizzi un decreto-legge che contiene il principio dell’urgenza e non attenda i tempi di un normale iter parlamentare e nel frattempo si adegui alle sentenze.
Ancora più dura la conclusione di Gian Vito Graziano che precisa come non esista nessuna urgenza "ma ricordandosi di come faceva Berlusconi, anche il Ministero ha capito che si può andare con i panzer a casa nostra, che non abbiamo neanche la recinzione.
Anzi a dire il vero l'ugenza c'è ed è quella dei poteri economici, che vedono in questa attività una fetta di mercato interessante, che non si può certo lasciare ai professionisti.
E siccome non abbiamo altre armi, l'unica cosa che possiamo fare è quella di gridare allo scandalo. "
Riportamo, qui di seguito, per completezza, il Comunicato stampa del Consiglio nazionale dei Geologi
"Il Consiglio Nazionale Geologi rileva con sorpresa che nello schema di decreto legge "misure urgenti per la crescita del paese", si sia voluto intervenire su una materia, quella delle indagini geognostiche e delle prove geotecniche in situ, oggetto anche recentemente di importanti sentenze del Tar Lazio e del Consiglio di Stato.
Premesso che, anche con la migliore disposizione, non si riesce a comprendere quale carattere di urgenza possa rivestire la modifica del comma 2, dell’articolo 59 del DPR 380/2001 (T.U. Edilizia) né tanto meno a quale sviluppo tale modifica possa riferirsi o possa determinare, il CNG non può non rilevare come, ancora una volta, i cervelli pensanti del Ministero delle Infrastrutture, che in questi giorni avrebbero ben altre e più importanti questioni cui dedicarsi, anche in termini di forte autocritica, compiono un tentativo maldestro di ribaltare le recentissime sentenze del TAR Lazio e si prodigano per complicare e per rendere nebulosa una materia che viceversa le Leggi vigenti e le recenti ricordate sentenze non solo stabiliscono chiaramente ma attribuiscono alla competenza esclusiva dei geologi come, appunto, le indagini geognostiche.
E' l'ultimo tentativo in ordine di tempo di ridurre ai minimi termini, se non di escludere, il contributo dei geologi e della geologia da tutto il comparto delle costruzioni che il Consiglio Nazionale Geologi non può passare sotto silenzio.
Quanto avvenuto recentemente in Emilia Romagna, sia come effetti su strutture relativamente moderne sia come fenomeni indotti dal terremoto se da una parte dimostra la scarsa dimestichezza dei legislatori e dei loro tecnici suggeritori alla problematiche d'ordine naturale dall'altra evidenzia senza se e senza ma, l'importanza delle conoscenze della geologia locale ai fini della corretta progettazione di qualsiasi manufatto.
E' bene che il popolo italiano tutto e non solo le popolazioni delle Provincie di Modena e Ferrara oggi così come quelle dell'Aquila ieri, sappia che chi opera per ridurre ai minimi termini questo contributo lo fa sulla pelle degli ignari cittadini. Rimane da capire "cui prodest" che non è dato sapere ma è viceversa certo che i vantaggi non sono pubblici."
A cura di Gabriele
Bivona
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