Coronavirus: La cabina di regia e gli indici Rt e Rpt nazionale e regionale
Il Report Coronavirus Covid-19 22 gennaio 2021, n. 36 della Cabina di regia e la situazione aggiornata per gli indici Rt e Rpt nazionale e regionali
Presentato ieri il Report Monitoraggio Coronavirus Covid-19 della Cabina di regia n. 36 relativo al periodo 11-17 gennaio 2021 dedicata al monitoraggio del rischio sanitario finalizzato a ”classificare tempestivamente il livello di rischio in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all’epidemia”.
L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. L’attuale quadro a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive.
Il Report n. 36 del 22 gennaio 2021
Nel report di ieri viene, anche, osservato:
- una lieve diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (339,24 per 100.000 abitanti, 04/01/2021-17/01/2021, vs 368,75 per 100.000 abitanti, 28/12/2020-10/01/2021, dati flusso ISS). Sebbene questa settimana il dato di incidenza settimanale non sia pienamente confrontabile con la settimana scorsa (estensione dal 15/1/2021 della definizione di caso a test antigenici rapidi secondo i criteri definiti nella circolare dell’8 gennaio 2021), si evidenzia una diminuzione dell’incidenza, nonostante siano stati inclusi casi diagnosticati con solo test rapido antigenico.
- che nel periodo 30 dicembre 2020 – 12 gennaio 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,85– 1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita. Per dettagli sulle modalità di calcolo ed interpretazione dell’Rt riportato si rimanda all’approfondimento disponibile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (link);
- un miglioramento del livello generale del rischio, sebbene siano ancora nove le Regioni/PPAA a rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020 o ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Complessivamente, sono quattro le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio alto (vs 11 la settimana precedente), 11 con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sei con rischio basso. Due Regioni/PPAA (Sicilia e Puglia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno;
- una Regione (Umbria) e una Provincia Autonoma (Bolzano) sono state classificate a rischio Alto per la terza settimana consecutiva; questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale in base al documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12/10/2020 Prot. 32732;
- che sono 12 le Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca intorno alla soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12/01/2021) a 2.487 (19/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 23.712 (12/01/2021) a 22.699 (19/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive.
Nel Report, per ultimo, è poi confermata:
- la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone;
- la necessità che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile;
- l’obbligatorietà di adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine;
- la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi.
Mentre al presente articolo alleghiamo la Sintesi nazionale, i Dati indicatori ed il verbale della riunione della Cabina di Regia, precisiamo che due sono gli indicatori principali che possono rappresentare in maniera del tutto semplice ed intuitivo l’andamento dell’attuale pandemia: l'indice Rt e l’indice Rpt.
Emergenza Coronavirus: l'indice Rt
L'indice Rt è un valore che rappresenta come varia lo stato di contagiosità in una certa Regione al variare del tempo, che a sua volta dipende da quali misure sono state messe in campo e dalla loro efficacia. L'indice Rt consente di monitorare l'efficacia degli interventi nel corso di un'epidemia e, nello specifico, la soglia indicata per l'allerta, che ad aprile aveva un valore minore o uguale a 1.
Cosa significa?
Che se questo indice è superiore a 1 (come è attualmente in molte Regioni), con le misure attualmente vigenti ogni persona si stima ne contagia almeno un'altra. Un elemento non secondario è che il calcolo dell'indice Rt viene effettuato prendendo in considerazione soltanto i casi sintomatici (ospedalizzati o meno) e non gli asintomatici. Questo perché - così come spiega l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) - i sintomatici sono casi certi. Ma, com'è ormai chiaro, esiste un numero non precisato di asintomatici che rappresentano potenzialmente un fattore di amplificazione ma che non può essere inserito all'interno di questo indice che, proprio per questo, non può essere l'unico parametro per dare informazioni chiare e corrette sull'andamento dell'epidemia.
Emergenza Coronavirus: l'indice Rt nelle Regioni
La definizione dell'indice Rt per le varie Regioni è predisposta dall'Istituto Superiore di Sanità che la distribuisce settimanalmente ed, in atto, l'ultima rilevazione si riferisce al Report 11-17 gennaio 2021 in cui l'indice Rt nazionale è pari a 0,97 (1,09 quello del Report precedente) è sceso al di sotto dell’unità.
Dal grafico riportato, qui di seguito, è possibile osservare come l’indice Rt nazionale dopo una rapida discesa nelle settimane sino al 6 dicembre (passando in 6 settimane da 1,72 a 0,82) nelle successive 5 settimane è tornato ad aumentare passando da 0,82 a 1,09 mentre nell’ultima settimana è tornato a diminuire scedendo al di sotto dell’unità e, precisamente, a 0,97.
Gi indici Rt regionali rilegati nella settimana dal sono, poi, i seguenti con la precisazione che è riportato tra parentesi l'indice del Report precedenti:
- Abruzzo Rt = 1,05 (1,12)
- Basilicata Rt = 1,17 (1,22)
- Calabria Rt = 1,00 (1,10)
- Campania Rt = 0,90 (0,85)
- Emilia Romagna Rt = 1,00 (1,12)
- Friuli Venezia Giulia Rt = 0,89 (0,93)
- Lazio Rt = 0,97 (1,07)
- Liguria Rt = 1,04 (1,09)
- Lombardia Rt = 0,84 (1,39)
- Marche Rt = 0,99 (1,01)
- Molise Rt = 1,29 (0,98)
- Piemonte Rt = 1,05 (1,09)
- Puglia Rt = 1,10 (1,14)
- Sardegna Rt = 0,97 (1,00)
- Sicilia Rt = 1,27 (1,18)
- Toscana Rt = 1,01 (1,02)
- Umbria Rt = 1,11 (1,21)
- Valle d'Aosta Rt = 1,08 (1,23)
- Veneto Rt = 0,83 (0,95)
- P.A. Bolzano Rt = 1,08 (1,24)
- P.A. Trento Rt = 0,89 (0,93)
Considerato che una delle poche bussole cui possiamo riferirci è quella dei numeri, possiamo affermare che, oggi, nell’ultimo Report gli indici Rt sono diminuiti in quasi tutte le regioni con esclusione delle 3 seguenti regioni:
- Campania dove l’indice Rt è passato da 0,85 a 0,90
- Molise dove l’indice Rt è passato da 0,98 a 1,29
- Sicilia dove l’indice Rt è passato da 1,18 a 1,27
In 7 regioni ed in 1 provincia autonoma l’indice è inferiore a 1,00 mentre in 2 regioni è pari a 1,00; nelle rimanenti 10 regioni ed 1 provincia autonoma l’indice è superiore a 1,00.
Notiamo, poi che:
- l’indice Rt più alto è rilevato nelle regioni Molise (1,29), Sicilia (1,27), Basilicata (1,17);
- l’indice Rt più basso è stato rilevato nelle regioni Veneto (0,83), Lombardia (0,84), Friuli Venezia Giulia (0,89);
- in 8 regioni l’indice Rt è inferiore all’indice nazionale.
Nell’ultima settimana l’indice nazionale è diminuito di 0,12 (0,97-1,09) e le Regioni che hanno avuto decrementi pari o maggiore a quello nazionale sono state soltanto Lombardia (0,55) e Valle d’Aosta (0,15).
È da precisare, però che gli indici della settimana precedente sono affetti, probabilmente, da dati errati relativi a quelli della regione Lombardia, fatto che è possibile rilevare nell’improvviso passaggio in questa ultima settimana da un indice Rt pari a 1,39 ad un indice Rt pari a 0,84.
Emergenza Coronavirus: l'indice Rpt
L'indice Rpt definisce, invece, la percentuale dei positivi (sintomatici o asintomatici) sul numero di tamponi effettuati e, quindi, dà la possibilità di conoscere, giornalmente, utilizzando i dati prelevati dal bollettino della Protezione Civile, una percentuale che indica, per una data Regione, il numero di positivi riscontrati su cento tamponi effettuati: tanto più alta è questa percentuale, tanto più alta è la possibilità che in una data Regione possano trovarsi individui sintomatici o asintomatici che hanno contratto il Covid-19.
Emergenza Coronavirus: l'indice Rpt nelle Regioni
Con riferimento ai dati del Bollettino della Protezione Civile diffuso ieri l'indice Rpt nazionale era pari a 5,15 (5,26 quello del giorno precedente) mentre quelli regionali sono i seguenti con la precisazione che è riportato tra parentesi l'indice del giorno precedente)
- Abruzzo Rpt =3,41 (1,96)
- Basilicata Rpt =5,50 (7.63)
- Calabria Rpt =11,80 (8,64)
- Campania Rpt =7,99 (7,85)
- Emila-Romagna Rpt =6,20 (6,01)
- Friuli Venezia Giulia Rpt =6,08 (6,58)
- Lazio Rpt =4,23 (4,93)
- Liguria Rpt =4,48 (3,48)
- Lombardia Rpt=5,78 (5,92)
- Marche Rpt =4,85 (5,02)
- Molise Rpt =8,09 (5,57)
- Piemonte Rpt= 4,03 (4,36)
- Puglia Rpt =10,30 (11,06)
- Sardegna Rpt =6,02 (3,97)
- Sicilia Rpt =6,69 (5,69)
- Toscana Rpt =2,87 (3,41)
- Umbria Rpt =4,71 (6,02)
- Valle d'Aosta Rpt =10,80 (6,09)
- Veneto Rpt =2,75 (2,79)
- P.A. Bolzano Rpt =7,46 (7,41)
- P.A. Trento Rpt =4,61 (4,11)
È possibile, quindi, affermare come con un indice Rpt nazionale pari a 5,15 si abbia la ragionevole certezza di trovare circa 5 positivi su un campione di 100 soggetti.
Notiamo, poi, che:
- l’indice Rpt più alto è rilevato nelle regioni Calabria (11,80), Valle d’Aosta (10,80), Puglia (10,30);
- l’indice Rpt più basso è stato rilevato nelle regioni Veneto (2,75); Toscana (2,87), Abruzzo (3,41);
- in 8 regioni l’indice è inferiore all’indice nazionale.
Le aree gialle, arancioni e rosse da domani
Rispetto all’attuale situazione, passerà domani dall’area rossa all’area arancione la Lombardia mentre la Sardegna transiterà dall’area gialla all’area arancione. Per la prossima settimana, dunque, la situazione sarà la seguente:
- area gialla: regioni Basilicata, Campania, Molise, Toscana e provincia autonoma Trento;
- area arancione: regioni Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto;
- area rossa: provincia autonoma Bolzano e regione Sicilia.
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A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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