Costruzioni: la ripresa è ancora lontana

Si prevedono ancora tempi duri per il settore delle costruzioni che, soprattutto nell'ultimo anno e mezzo, sta subendo gli strascichi della crisi che sta inv...

17/05/2010
Si prevedono ancora tempi duri per il settore delle costruzioni che, soprattutto nell'ultimo anno e mezzo, sta subendo gli strascichi della crisi che sta investendo il Bel Paese. Come evidenzia uno studio messo a punto dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) gli indicatori disponibili non evidenziano segnali di ripresa e le imprese esprimono ancora valutazioni di forte preoccupazione per i ridotti livelli di attività e per l'assottigliarsi del portafoglio ordini.

In particolare, le imprese risentono di alcune particolari contingenze:
  • la ridotta domanda privata, causata dalla crisi economica e finanziaria che stanno subendo le famiglie italiane, portandole a rimandare qualsiasi piano di investimento a tempi migliori;
  • la riduzione degli investimenti pubblici, causata dall'assottigliamento del portafoglio delle pubbliche amministrazioni che, risentendo della progressiva riduzione delle risorse per nuovi investimenti ed inoltre costretta dai vincoli di spesa derivanti dal patto di stabilità interno, vedono ridursi la propria capacità di investimento nelle opere pubbliche;
  • il clima d'incertezza che ha ridotto gli investimenti boom del 2009 inerenti gli interventi di riqualificazione energetica ed installazione di risorse rinnovabili;
  • i forti ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, che sta causando il collasso delle piccole e medie imprese che, non potendo contare neanche su un accesso facilitato al credito, vedono ridursi il loro potere di acquisto e di investimento.

Lo studio dell'ANCE evidenzia come mentre il 2008 aveva registrato una riduzione degli investimenti rispetto all'anno precedente del 2,3%, il 2009 vede una riduzione del 9,4% e, considerati i dati del primo quadrimestre, nel 2010 si stima un ulteriore flessione del 7,1%. In definitiva, se il 2010 dovesse confermare il calo previsto, nell'ultimo triennio il settore delle costruzioni avrà perduto il 18% in termini d'investimenti.

In particolare modo, desta preoccupazione particolare il comparto delle nuove abitazioni che nell'ultimo triennio ha subito una flessione del 30%. Anche il mercato immobiliare nel 2009 ha subito una riduzione dell'11,3% nelle compravendite rispetto ai dati nel 2008 e nel triennio 2006-2009 la riduzione complessiva è stata del 30% nonostante una sostanziale tenuta dei prezzi di vendita. La contrazione del mercato sta riportando i livelli di abitazioni compravendute a quelli osservati a fine anni '90. Dati allarmanti anche quelli per i lavori pubblici. Il 2010 registrerà infatti un calo del 23% rispetto ai dati del 2004.

L'ANCE rileva che nonostante i buoni propositi iniziali, il piano casa 2 ha fallito sicuramente nel breve periodo e probabilmente gli effetti di quest'iniziativa di potranno manifestare solo nel 2012/2013.

Sta mancando, inoltre, la propensione alla spesa di investimento per le infrastrutture. Infatti, negli ultimi 6 anni (2003-2009), il valore dei lavori pubblici messi in gara è diminuito del 24% in termini reali, il valore delle gare pubblicate a gennaio 2010, inferiore del 10% rispetto all'importo delle opere bandite nel corrispondente periodo dell'anno precedente, conferma il proseguimento della tendenza negativa.

Infine, l'ANCE ha evidenziato come serva una accelerazione dell'effettiva realizzazione del Piano delle infrastrutture prioritarie, approvato dal Cipe il 26 giugno 2009, che prevede investimenti infrastrutturali di circa 29,7 miliardi di euro, di cui 11,2 miliardi di euro di risorse pubbliche e 18,4 miliardi di euro di risorse private provenienti principalmente da concessionari autostradali.
Degli 11,2 miliardi di euro relativi a interventi finanziati con fondi pubblici sono stati finora confermati soltanto 6,6 miliardi di euro, dei quali:
  • circa 1 miliardo di euro destinato alla prosecuzione di opere in corso;
  • 3,2 miliardi di euro sono stati destinati alla realizzazione di interventi già affidati in passato a General Contractor che non sono in esecuzione e saranno attivati in tempi lunghi;
  • 2,2 miliardi di euro corrispondono a gare ancora da bandire e quindi a risorse da attivare;
  • 200 milioni di euro corrispondono a nuove opere bandite;
  • 20 milioni corrispondono a nuove opere affidate.

In definitiva, i suddetti dati dimostrano come lo sforzo compiuto dal Governo per reperire e programmare le risorse non abbia ancora prodotto, a distanza di quasi un anno, effetti significativi sul mercato delle nuove opere pubbliche.

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