Crediti Vs Debiti: il paradosso all'italiana
Crisi, Crisi, Crisi. Sono queste le parole che martellano le teste degli italiani in questo 2012 che dopo un primo trimestre di fuoco, si trovano a fronteggi...
Crisi, Crisi, Crisi. Sono queste le parole che martellano le teste
degli italiani in questo 2012 che dopo un primo trimestre di fuoco,
si trovano a fronteggiare una situazione senza precedenti, che sta
tormentando migliaia di imprese e professionisti costretti a
chiudere bottega ed emigrare all'estero.
Più o meno nello stesso periodo dello scorso anno scrivevamo su queste pagine di un paradosso tutto all'italiana che riguarda il documento unico di regolarità contributiva (DURC) che, per poter essere pagati dalle pubbliche amministrazioni, non deve avere macchie (leggi news). Prendendo spunto da questo e da una ricerca condotta da SWG per conto della Confederazione Nazionale dell'Artigianato (CNA), mettiamo in luce un altro paradosso all'italiana che riguarda sempre il settore dei lavori pubblici ed i rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni.
La ricerca Swg-Cna ha evidenziato che in Italia 240.000 piccole imprese sono creditrici nei confronti della pubblica amministrazione che, contemporaneamente, invia cartelle esattoriali da parte di Equitalia. Un tempo le imprese dovevano guardarsi le spalle dalla mafia che chiedeva il pizzo e, se non pagavi, ti bruciava auto e negozi. Oggi le imprese versano in una situazione peggiore perché il soggetto contro cui hanno a che fare è lo Stato che pretende il pagamento delle tasse e dall'altra non paga i suoi debiti, con ritardi medi dell'ordine di 180 giorni.
Scendendo nel dettaglio, la ricerca della CNA ha evidenziato che il 73% degli enti pubblici paga in media a 180 giorni. Il settore più esposto ai ritardi (neanche a dirlo) è quello delle costruzioni con punti di 238 giorni, a cui segue quello dell'industria con 229 giorni e dei servizi con 135 giorni. "Siamo in una situazione terribile - ha affermato Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA - siamo in una totale incertezza. La domanda interna continua a crollare, gli ordinativi non vanno oltre la prospettiva di un trimestre, ci si rivolge alle banche non per realizzare nuovi investimenti ma perlopiù per sostenere le spese".
Ma a questo punto la domanda che centinaia di migliaia di imprese e lavoratori si pongono è molto semplice: per quale motivo non esiste un sistema di compensazione crediti/debiti da parte della pubblica amministrazione? Come la pubblica amministrazione ha Equitalia per la riscossione dei crediti, perché non si crea una società a servizio delle imprese per il recupero dei crediti da parte della pubblica amministrazione insolvente?Chiaramente quest'ultima è solo una provocazione, ma stando ai fatti il rischio è che in Italia si perderanno centinaia di migliaia di posti di lavoro solo a causa di una gestione miope della pubblica amministrazione. A causa di questo e di una normativa allegra, il settore dei lavori pubblici è ormai diventato uno giungla dove solo chi ha le spalle coperte e i santi in paradiso si avventura.
Più o meno nello stesso periodo dello scorso anno scrivevamo su queste pagine di un paradosso tutto all'italiana che riguarda il documento unico di regolarità contributiva (DURC) che, per poter essere pagati dalle pubbliche amministrazioni, non deve avere macchie (leggi news). Prendendo spunto da questo e da una ricerca condotta da SWG per conto della Confederazione Nazionale dell'Artigianato (CNA), mettiamo in luce un altro paradosso all'italiana che riguarda sempre il settore dei lavori pubblici ed i rapporti tra imprese e pubbliche amministrazioni.
La ricerca Swg-Cna ha evidenziato che in Italia 240.000 piccole imprese sono creditrici nei confronti della pubblica amministrazione che, contemporaneamente, invia cartelle esattoriali da parte di Equitalia. Un tempo le imprese dovevano guardarsi le spalle dalla mafia che chiedeva il pizzo e, se non pagavi, ti bruciava auto e negozi. Oggi le imprese versano in una situazione peggiore perché il soggetto contro cui hanno a che fare è lo Stato che pretende il pagamento delle tasse e dall'altra non paga i suoi debiti, con ritardi medi dell'ordine di 180 giorni.
Scendendo nel dettaglio, la ricerca della CNA ha evidenziato che il 73% degli enti pubblici paga in media a 180 giorni. Il settore più esposto ai ritardi (neanche a dirlo) è quello delle costruzioni con punti di 238 giorni, a cui segue quello dell'industria con 229 giorni e dei servizi con 135 giorni. "Siamo in una situazione terribile - ha affermato Sergio Silvestrini, segretario generale della CNA - siamo in una totale incertezza. La domanda interna continua a crollare, gli ordinativi non vanno oltre la prospettiva di un trimestre, ci si rivolge alle banche non per realizzare nuovi investimenti ma perlopiù per sostenere le spese".
Ma a questo punto la domanda che centinaia di migliaia di imprese e lavoratori si pongono è molto semplice: per quale motivo non esiste un sistema di compensazione crediti/debiti da parte della pubblica amministrazione? Come la pubblica amministrazione ha Equitalia per la riscossione dei crediti, perché non si crea una società a servizio delle imprese per il recupero dei crediti da parte della pubblica amministrazione insolvente?Chiaramente quest'ultima è solo una provocazione, ma stando ai fatti il rischio è che in Italia si perderanno centinaia di migliaia di posti di lavoro solo a causa di una gestione miope della pubblica amministrazione. A causa di questo e di una normativa allegra, il settore dei lavori pubblici è ormai diventato uno giungla dove solo chi ha le spalle coperte e i santi in paradiso si avventura.
A cura di Gabriele
Bivona
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