DIRETTIVA PER IL MIGLIORAMENTO CONTINUO
Il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais, ha emanato una direttiva che promuove il miglioramento continuo n...
Il Ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica
Amministrazione, Luigi Nicolais, ha emanato una direttiva
che promuove il miglioramento continuo nelle amministrazione
pubbliche. Con l'emanazione della direttiva "Per una pubblica
amministrazione di qualità" si avvia la messa a punto di un Piano
nazionale pluriennale per la qualità nella P.A..
La direttiva impegna le amministrazioni ad inserire precisi obiettivi di miglioramento della qualità nelle loro attività di programmazione strategica e operativa e a valutare anche su questa base i propri dirigenti. Le amministrazioni vengono sollecitate, inoltre, ad adottare strumenti di autovalutazione della loro performance organizzativa per assicurarsi che l'intera organizzazione sia orientata a erogare servizi e ad attuare politiche di qualità.
La direttiva indica fra gli strumenti di autovalutazione disponibili il Common Assessment Framework (CAF), frutto della cooperazione dei Ministri e Direttori Generali dell'Unione Europea; il CAF, una griglia per l'autovalutazione della performance organizzativa delle amministrazioni pubbliche, è già stato utilizzato da oltre 900 amministrazioni dell'UE, fra le quali 150 amministrazioni italiane.
Gli obiettivi dichiarati della direttiva sono di tre ordini:
La qualità delle prestazioni rese agli utenti dipende dalla capacità delle amministrazioni pubbliche di perseguire il miglioramento continuo. Da un lato, ciò richiede l’ottimizzazione costante dell’utilizzo delle risorse disponibili e dei processi di produzione ed erogazione dei servizi.
Dall’altro lato, le amministrazioni devono innovare sia i processi che i servizi finali e le politiche in coerenza con il modificarsi dei bisogni da soddisfare interpretando in modo strategico e anticipatorio la propria missione istituzionale. A questo scopo ciascuna amministrazione deve saper valutare la propria prestazione organizzativa, individuare le priorità rispetto alle quali intervenire, pianificare i necessari cambiamenti in modo integrato e funzionale alle proprie esigenze, anche avvalendosi delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Le amministrazioni devono impegnarsi a:
La direttiva impegna le amministrazioni ad inserire precisi obiettivi di miglioramento della qualità nelle loro attività di programmazione strategica e operativa e a valutare anche su questa base i propri dirigenti. Le amministrazioni vengono sollecitate, inoltre, ad adottare strumenti di autovalutazione della loro performance organizzativa per assicurarsi che l'intera organizzazione sia orientata a erogare servizi e ad attuare politiche di qualità.
La direttiva indica fra gli strumenti di autovalutazione disponibili il Common Assessment Framework (CAF), frutto della cooperazione dei Ministri e Direttori Generali dell'Unione Europea; il CAF, una griglia per l'autovalutazione della performance organizzativa delle amministrazioni pubbliche, è già stato utilizzato da oltre 900 amministrazioni dell'UE, fra le quali 150 amministrazioni italiane.
Gli obiettivi dichiarati della direttiva sono di tre ordini:
- innanzitutto, essa intende richiamare l’attenzione delle amministrazioni sulla qualità e il miglioramento continuo;
- in secondo luogo, la direttiva indica il ricorso all’autovalutazione della prestazione organizzativa, quale punto di partenza obbligato dei percorsi di miglioramento continuo;
- in terzo luogo, essa delinea una prospettiva chiara di sviluppo della politica per la qualità nelle pubbliche amministrazioni da parte del Dipartimento della Funzione pubblica che, valorizzando le esperienze esistenti e gli sforzi già effettuati, indichi percorsi puntuali e traguardi di sistema condivisi.
La qualità delle prestazioni rese agli utenti dipende dalla capacità delle amministrazioni pubbliche di perseguire il miglioramento continuo. Da un lato, ciò richiede l’ottimizzazione costante dell’utilizzo delle risorse disponibili e dei processi di produzione ed erogazione dei servizi.
Dall’altro lato, le amministrazioni devono innovare sia i processi che i servizi finali e le politiche in coerenza con il modificarsi dei bisogni da soddisfare interpretando in modo strategico e anticipatorio la propria missione istituzionale. A questo scopo ciascuna amministrazione deve saper valutare la propria prestazione organizzativa, individuare le priorità rispetto alle quali intervenire, pianificare i necessari cambiamenti in modo integrato e funzionale alle proprie esigenze, anche avvalendosi delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.
Le amministrazioni devono impegnarsi a:
- prevedere specifici obiettivi di miglioramento delle prestazioni e della qualità in sede di pianificazione strategica e programmazione operativa;
- sfruttare in tale direzione le potenzialità offerte dalle tecnologie, anche attraverso l’interconnessione dei sistemi informativi dei diversi attori coinvolti nelle politiche pubbliche, rendendo inoltre evidente, in sede di valutazione di efficacia, il contributo effettivamente fornito dagli investimenti tecnologici;
- sviluppare un proficuo collegamento tra i sistemi di controllo interno e le azioni di miglioramento della qualità e delle prestazioni attraverso il monitoraggio, la valutazione e la rendicontazione strutturata del miglioramento continuo;
- ancorare la retribuzione di risultato dei dirigenti al conseguimento di obiettivi di miglioramenti della qualità;
- inserire nei propri piani annuali di formazione interventi volti al rafforzamento delle competenze di dirigenti e funzionari su approcci, strumenti e tecniche di gestione della qualità;
- coinvolgere nelle azioni di miglioramento continuo i destinatari delle politiche e, più in generale, i portatori di interesse assicurando, in ogni caso, informazione adeguata sugli obiettivi di miglioramento e i risultati raggiunti.
A cura di Gianluca
Oreto
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