Decreto Fiscale, ANCE: 'Su ritenute appalti soluzione non soddisfacente'
Continua a non piacere la nuova formulazione dell’articolo 4 relativo alle ritenute e alle compensazioni in appalti e subappalti
Proseguono alla Camera le votazioni sugli emendamenti presentati al disegno di legge di conversione del D.L. n. 124/2019 (c.d. Decreto Fiscale), entrato in vigore il 27 ottobre 2019, che contiene disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili.
Continua a non piacere la nuova formulazione dell’articolo 4 relativo alle ritenute e alle compensazioni in appalti e subappalti e all'estensione del regime del reverse charge per il contrasto dell’illecita somministrazione di manodopera. Norme che, nonostante le ultime modifiche, rappresentano per l'Associazione Nazionale Costruttori Edili(ANCE) un "appesantimento burocratico e drenaggio di liquidità per le imprese".
Ricordiamo che l'art. 4 del D.L. n. 124/2019, nella sua attuale formulazione, prevede una serie di misure in materia di contrasto all'omesso versamento delle ritenute, in particolare disponendo l'obbligo per il committente al versamento delle ritenute (senza possibilità di utilizzare in compensazione proprie posizioni creditorie) in tutti i casi di affidamento di un'opera o un servizio. L'articolo estende, inoltre, l'inversione contabile in materia di IVA (reverse charge) alle prestazioni effettuate mediante contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali comunque denominati, che vengono svolti con il prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente e con l'utilizzo di beni strumentali di proprietà del committente.
Con la nuova formulazione individuata dalla Camera, l’obbligo per il committente di versare tutte le ritenute fiscali per i lavoratori impiegati negli appalti e subappalti viene limitato alle commesse sopra i 200 mila euro e per agli appalti e subappalti di prevalente manodopera. Soluzione che secondo ANCE "continua a pesare sulle imprese e non risolve le criticità evidenziate".
Sull'argomento l'ANCE si era fatto da subito promotore di una denuncia ritenuta iniqua e dannosa per le imprese, definita "l’ennesimo balzello per un sistema imprenditoriale già vessato". Alle critiche dei costruttori era seguito l'impegno del Governo a trovare una soluzione che non fosse penalizzante. L’emendamento proposto dai relatori, però, non fornisce le risposte sperate dall'ANCE.
Secondo i costruttori italiani "La nuova formulazione, infatti, continua a rappresentare un appesantimento burocratico, sostituendo semplicemente adempimenti con altri adempimenti, e un drenaggio di liquidità per le imprese, senza permettere la compensazione con i crediti fiscali. L’unica vera soluzione rimane la soppressione di una norma che scarica sulle spalle di tutte le imprese corrette e in regola il costo del controllo fiscale che dovrebbe essere a carico dello Stato".
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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