Decreto IMU-Bankitalia, in Gazzetta la legge di conversione

Per la prima volta nella storia della Repubblica, l'aula della Camera ha votato la conversione in legge del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante d...

30/01/2014
Per la prima volta nella storia della Repubblica, l'aula della Camera ha votato la conversione in legge del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia, dopo l'applicazione della cosiddetta "ghigliottina" da parte del Presidente della Camera Laura Boldrini che ha bloccato il dialogo parlamentare.

Subito dopo la votazione, per non fare scadere il decreto, è stata pubblicata sul Supplemento Ordinario n. 9 alla Gazzetta Ufficiale 29/01/2014 la Legge 29 gennaio 2014, n. 5 recante "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 novembre 2013, n. 133, recante disposizioni urgenti concernenti l'IMU, l'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia".

Giornata di passione, dunque, alla Camera, dove i deputati pentastellati hanno continuato il loro tentativo di far scadere i termini della conversione in legge proseguendo in un dialogo ad oltranza. Tentativo che ha subito una prima interruzione verso l'ora di pranzo quando il M5S ha chiesto e ottenuto una sospensione di 1 ora per decidere se continuare con la loro strategia o passare direttamente al voto. Ma a fronte della loro insistenza, la Presidente Boldrini si è vista "costretta" ad applicare la cosiddetta "ghigliottina" (provvedimento voluto dall'allora presidente della Camera Luciano Violante, che consiste nel porre fine all'ostruzionismo nei confronti di un provvedimento, ponendolo direttamente in votazione) sul DL Imu-Bankitalia.

A questo punto la votazione ha avuto come risultato 236 si e 209 no, decretando la cancellazione definitiva della seconda rata dell'IMU e l'applicazione di nuove norme sull'alienazione di immobili pubblici e la Banca d'Italia.

Da rilevare come la Presidente Boldrini abbia giustificato la sua scelta ammettendo che in caso di decadenza del DL, gli italiani avrebbero dovuto pagare la seconda rata dell'IMU. Giustificazione che è stata riportata da diversi quotidiani. In realtà la situazione è ben diversa. M5S e Fratelli d'Italia non volevano far decadere il decreto sulla cancellazione dell'IMU, ma avrebbero voluto che il provvedimento fosse stato spacchettato dalle altre norme contenute nel decreto legge e che non avevano alcuna caratteristica d'urgenza da giustificare l'utilizzo del DL come strumento normativo. M5S e Fratelli d'Italia avevano, inoltre, fatto presente che nonostante la decadenza del decreto, nella giornata di oggi il Consiglio dei Ministri avrebbe potuto prepararne un altro contenente solo le norme sull'IMU.

Lasciamo come sempre a voi i commenti del caso.

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