Decreto Tremonti, Agrotecnici: il Governo ha perso la bussola
Le indiscrezioni che escono dal vertice di maggioranza in corso di svolgimento a Palazzo Grazioli alla presenza del Ministro del Tesoro On. Giulio Tremonti, ...
Le indiscrezioni che escono dal vertice di maggioranza in corso di
svolgimento a Palazzo Grazioli alla presenza del Ministro del
Tesoro On. Giulio Tremonti, se confermate, dimostrano che il
Governo ha effettivamente perduto la bussola.
La bozza del "decreto Tremonti" postula, per le professioni, l'eliminazione delle restrizioni in materia di accesso, restrizioni che in realtà non esistono (salvo che per i Notai, ma solo per loro vengono mantenute).
In compenso il decreto, assimilando le professioni intellettuali alle imprese ed agli "autotrasportatori", ne svilisce il ruolo e trasforma, almeno concettualmente, prestazioni di elevato contenuto professionale ed intellettuale, basate sull'intuito persone, a merce indistinta da pagare un tanto al chilo.
Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, nell'auspicare un ripensamento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e confidando che norme siffatte non vengano realmente emanate, non può non ribadire ulteriormente come da esse non possa venire nessun aiuto alla ripresa né nessun risparmio per i cittadini e per le imprese (il sistema tariffario è già da tempo stato smantellato, l'accesso agli Albi è per tutti libero), ma solo lo svilimento dell'attività dei 2.100.000 iscritti agli Albi professionali.
Sotto il profilo politico l'assurdità di tali norme riporta alle parole "Dio acceca chi vuol far perdere": può infatti il Governo provocare impunemente oltre 2,5 milioni di persone (tanti sono gli iscritti negli Albi ed i loro praticanti)?I cui organismi di rappresentanza, peraltro, non sono stati consultati benché pronti ad offrire un reale contributo di idee e di proposte per aiutare l'uscita della crisi.
A cura dell'Ufficio Stampa del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati
La bozza del "decreto Tremonti" postula, per le professioni, l'eliminazione delle restrizioni in materia di accesso, restrizioni che in realtà non esistono (salvo che per i Notai, ma solo per loro vengono mantenute).
In compenso il decreto, assimilando le professioni intellettuali alle imprese ed agli "autotrasportatori", ne svilisce il ruolo e trasforma, almeno concettualmente, prestazioni di elevato contenuto professionale ed intellettuale, basate sull'intuito persone, a merce indistinta da pagare un tanto al chilo.
Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, nell'auspicare un ripensamento da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e confidando che norme siffatte non vengano realmente emanate, non può non ribadire ulteriormente come da esse non possa venire nessun aiuto alla ripresa né nessun risparmio per i cittadini e per le imprese (il sistema tariffario è già da tempo stato smantellato, l'accesso agli Albi è per tutti libero), ma solo lo svilimento dell'attività dei 2.100.000 iscritti agli Albi professionali.
Sotto il profilo politico l'assurdità di tali norme riporta alle parole "Dio acceca chi vuol far perdere": può infatti il Governo provocare impunemente oltre 2,5 milioni di persone (tanti sono gli iscritti negli Albi ed i loro praticanti)?I cui organismi di rappresentanza, peraltro, non sono stati consultati benché pronti ad offrire un reale contributo di idee e di proposte per aiutare l'uscita della crisi.
A cura dell'Ufficio Stampa del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati
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